(Paolo Marchi)
di Michele Pizzillo
All’inizio del nuovo millennio qualcuno trovava strano che fra i tanti congressi che si consumavano nel nostro Paese non ci fosse uno riservato alla cucina e alla pasticceria di qualità.
Oltretutto settori dove l’Italia era già in condizione di dire qualcosa. Solo che ci voleva un congresso un po’ diverso da quelli a cui ci avevano abituati i protagonisti di quelle kermesse consumate negli ultimi cinque decenni del secolo appena lasciato alla spalle.
A questa carenza sopperirà Paolo Marchi, giornalista che firmava articoli su avvenimenti sportivi e, con una certa frequenza anche di cultura gastronomica, sul quotidiano “Il Giornale” che nel 2004 crea “Identità golose” per organizzare un congresso dedicato alla cucina, alla pasticceria e qualche altro argomento strettamente legato al mondo dell’alimentazione. Congresso dove protagonisti dovevano essere coloro che creano e preparano i piatti e che abbiano anche la capacità di parlare in pubblico mentre spadellano sotto gli occhi degli spettatori che già al primo appuntamento, nel 2005, nel palazzo della Borsa a Milano, si dimostrano attenti ad ascoltare questi “strani relatori”.
Una conferma che l’intuizione è giusta e, quindi, si può andare avanti, però attorno ad un tema proposto già prima dell’inizio del congresso, che sarà poi quello che permetterà agli chef italiani di confrontarsi con il mondo attraverso il coinvolgimento di colleghi provenienti da tutto il mondo.
E, quindi, ogni anno un tema diverso. Che, per l’edizione numero 12, dal 6 all’8 marzo, sempre a Milano, al centro congressi MiCo, organizzato da Magentabureau con la direzione di Paolo Marchi, è “la libertà al potere”. Un tema che senz’altro invoglierà i protagonisti della cucina italiana e internazionale che parteciperanno al congresso “a ritagliarsi uno spazio in cui dare sfogo alla creatività e al desiderio di riscoprire con occhi nuovi la bellezza del mondo, attraverso la libera espressione della propria identità. Come un'oasi benefica che celebra la convivialità, lo scambio culturale e la voglia di conoscenza, tutte premesse offerte dalle tematiche che hanno tenuto vivo il dibattito durante i mesi di Expo, per non dimenticare urgenze e necessità del pianeta, senza però rinunciare alla libertà di sognare, scegliere, contaminarsi, polverizzare pregiudizi, schemi e tutti quei fattori che mortificano il genio creativo di un cuoco e imbrigliano i gusti e i desideri dei clienti”, dice Marchi. Tant’è che come immagine simbolo di Identità Golose 2016 è stato scelto un piatto di Cristina Bowerman ispirato all'alveare delle api, dal titolo significativo: To Bee or not to Bee (bee in italiano vuol dire ape, ndr). Mentre il Perù sarà il Paese ospite, con la partecipazione del pluripremiato Virgilio Martinez del ristorante Central di Lima.
Così, sul palco della “libertà al potere”, nei tre giorni del congresso sarà possibile ascoltare la lezione che verrà dai grandi protagonisti della cucina italiana – Davide Scabin e Carlo Cracco, Enrico Crippa e Niko Romito, Massimo Bottura e Massimiliano Alajmo, Antonia Klugmann e Paolo Lopriore, i fratelli Andrea, Piero e Ugo Alciati; e, dal mondo: Josean Alija e Matt Orlando, Mitsuharu Tsumura e Virgilio Martinez ma, anche, Matthew Kenney, americano fondatore della più importante scuola di cucina vegana e crudista al mondo di cui ha scritto 12 libri e fondato 5 accademie, nelle quali insegna a cucinare senza cotture. Infine, l’omaggio a Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde.
Poi ci sono i dibattiti tematici, che anno dopo anno sono diventati sempre più numerosi e sempre di stretta attualità, come “Identità Naturali” che vedrà protagonisti Simone Salvini, Anthony Genovese, Luca De Santi, Alyn Williams; “Identità di Pasta” con la coppia Alessandro Negrini-Fabio Pisani, Matias Perdomo, Cristina Bowerman, Peppe Guida, Ciccio Sultano; “Identità di Pizza”, con Renato Bosco, Enzo Coccia, Simone Padoan, Franco Pepe, Gino Sorbillo e Massimo Giovannini che vorrebbero vedere una pizzeria stellata. Tra le novità “Identità di Formaggio” (con Enrico Bartolini, Andrea Aprea, Christian Milone, Peppe Baroni e Antonio Colombo), “Identità di Gelato” (Antonio Cappadonia e Paolo Brunelli), “Identità di Champagne” (Antonio Guida e Andrea Berton), “Identità di Caffè” (Andrea Ribaldone e Simone Zanoni, Denny Imbroisi e Loretta Fanella, Moreno Cedroni e Davide Oldani), Identità di Pane e Panettone, Identità di Mare (Pino Cuttaia e Alfonso Caputo, Mauro Uliassi e Fabrizio Ferrari), nonché il “dossier dessert” con Francesco Acquaviva e Michele Abbatermarco che arrivano rispettivamente dal Waldorf Astoria di Dubai e dalla Cuisine Michel Troisgros di Tokyo, nonché Vito Mollica insieme a Domenico Di Clemente.
Quest’anno, poi, debutta Scuola di Identità Golose, che offrirà la possibilità di conoscere alcuni fra i più grandi chef italiani, perché spiegheranno come si crea un grande piatto: da domenica a martedì, il pubblico potrà assistere ai cooking show e gustare le proposte di questi chef.
Poi c’è la presenza femminile, che è bene sottolineare che sono professioniste invitate per merito: da Annie Feolde a Bruna e Rossella Cerea, da Patrizia Ronca alla panificatrice Giulia Miatto. Infine, la novità della scuola di Identità Golose, parallela al congresso, dove si potrà imparare l’Abc della cucina d’autore. Dicono gli organizzatori: i cuochi italiani più famosi scendono dal palco, dove tengono lezione, e si mettono a disposizione dei fan. Spiegando al pubblico, passaggio per passaggio, come possono cucinare i piatti che li hanno resi chef-star.