Jancis Robinson e Fabrizio Carrera
A Taormina Gourmet Jancis Robinson, la wine guru inglese, master of wine, critica tra le più autorevoli al mondo, ha raccontato il Sud Italia in un tasting condotto da Fabrizio Carrera, direttore di cronachedigusto.it.
Alla platea composta da produttori, operatori del settore e wine lover ha mostrato i punti di forza di questa parte del Paese attraverso l’assaggio di etichette provenienti dalla Puglia, dalla Sardegna, dalla Campania e dalla Sicilia. Un itinerario che si è dipanato tra diversi terroir, storie e stili scelto dalla Robinson per delineare le potenzialità su cui deve scommettere la viticoltura e l’enologia del sud per differenziarsi e confrontarsi nello scenario globale. In vista delle sfide che pone il mercato e delle nuove dinamiche che hanno sancito il passaggio in una nuova era del vino lasciando alle spalle quella “dei vitigni internazionali e del legno spinto a tutti i costi”, la giornalista ha esortato il Sud a valorizzare ciò che vanta e ha ereditato dal passato, a partire dalle varietà autoctone fino ai vecchi sistemi di allevamento come l’alberello.
“La Sicilia e tutto il Sud Italia ha un vantaggio da questo punto di vista – ha detto la Robinson – possiede varietà locali dalla forte personalità. E oggi il mercato chiede questo. E lo chiederà in futuro. Vorrà nel calice vini che esprimono fortemente il luogo di origine, persino le peculiarità del singolo vigneto da dove provengono”. E’ il tempo del recupero del passato e dell’identità. Ribadisce infatti: “Sono rimasta affascinata dall’ alberello e mi intristisce notare come nella maggior parte delle aree questo antico sistema di allevamento sia stato rimpiazzato da vigneti disegnati secondo una concezione più moderna e per la produzione industriale”. Il Sud Italia gode di una combinazione di millenaria sapienza, clima, sole, acqua e suoli che caratterizzano fortemente il vino qui prodotto che non può essere replicato altrove. Da un lato possiede le migliori condizioni possibili per distinguersi, dall’altro ancora non viene percepito, in generale, soprattutto oltre confine, come area che dà vini “Top Quality”. “La Sicilia e il Sud Italia, nell’immaginario collettivo, non godono di un posizionamento alto come succede per altre regioni del vino in altre Nazioni o in Italia. Ad eccezione dell’Etna”.
Per l'Etna la Robinson ha speso parole di entusiasmo, sottolineando l’attrazione che esercita e la forte riconoscibilità sia come territorio che come offerta enologica. “L’Etna si presenta con una immagine forte. Tutti riconoscono e individuano questo territorio, che è straordinario, unico al mondo – ha commentato – Ci sono terroir vulcanici simili dove è anche antica la produzione di vino, ma niente è paragonabile all’Etna. Ed è meraviglioso il lavoro che ogni singolo produttore fa. Ciascuno cerca di interpretare questa grande energia, di trasferirla nel vino”. Lo stile odierno dell’Etna è in linea con l’ultima tendenza in fatto di consumo: la ricerca di vini meno alcolici. L’alcol è un altro aspetto importante per la Robinson, un fattore che sta tracciando una nova strada alle aziende influenzando le rotte future del consumo. “Soprattutto nel Nord Europa e oltreoceano il consumatore vuole bere adesso vini con un basso tenore alcolico. C’è una sensibilità maggiore verso le problematiche legate all’alcol, in termini di salute. L’alcol in un vino è importante. Ci vuole sempre un equilibrio. Non dobbiamo arrivare a demonizzarlo”.
Le etichette degustate
Feudi di San Gregorio – Pietracalda 2013 Docg Fiano di Avellino. Per la Robinson tra gli esemplari che meglio esprimono il successo attuale della Campania come regione da grandi bianchi in grado di competere con altre storicamente vocate e più note. Cristallino, equilibrato. Buon impatto. Si presenta con note di mele e con uno spettro verde che anticipa la freschezza che regala al palato. Da bere adesso. Ma potrebbe sorprendere anche in una breve prospettiva. La Robinson suggerisce di attendere anche tre anni, prima di stapparlo.
Milazzo – Maria Costanza 2013. Un vino invitante. Note di fiori bianchi, di lime, di buccia di agrumi. Leggero. Fresco, equilibrato.
Pietradolce – Archineri 2012 Doc Etna Rosso. Ancora giovane, in piena evoluzione. Ha una personalità terrosa. Leggera sensazione di polvere al naso. Si dimostra già affascinante. Frutto prorompente, pulito. Minerale. Non si percepisce la gradazione alcolica di 15 gradi. Da concedergli altri dieci anni di affinamento in bottiglia.
Feudo Maccari Saia Nero d’Avola 2012. Buon ambasciatore di questa varietà per la Robinson. Piacevole sentori di frutta fresca. Tannini soffici e dolci. Lascia note di liquirizia. Concentrato. Da bere fra dieci anni.
Palari Rosso del Soprano 2010 – personalità importante. Carattere speziato con note lievi e piacevoli di selvaggio e note delicate di frutta. Spicca il terroir.
Giuseppe Sedilesu Ballu Tundu Riserva 2010 – Denso, ricco, grande potenza alcolica. Verve dolce. Persistente, rimangono note di chicco di caffè.
Spadafora Nero d’Avola 2010 – Bouquet fine di frutta e spezie. Tannini ben presenti ma integrati. Fresco. Equilibrato.
Tasca d’Almerita Regaleali Rosso del Conte 2010 Doc Contea di Sclafani – Fine, complesso e introverso. Tannini decisi ma equilibrato. Secco. Ancora necessita di tempo per esprimersi. Si percepiscono note balsamiche. Una espressione diversa del Nero d’Avola. Adatto per un lungo invecchiamento.
Gulfi Nero Maccari 2009 – Vivo. Grande energia. Succo di ciliegia e gelso. Fine al naso. Tannini dolci, concentrato.rimane a lungo.
Duca di Salaparuta Duca Enrico 2009 – Un'espressione di Nero d'Avola molto intrigante. Con questo vino il vitigno siciliano ha avuto il suo trampolino di lancio. Possente, energico, destinato a lunga vita.
Argiolas Turriga 2008 – Emerge la tipicità del Cannonau. Dolce al naso. Concentrato. Spiccano sentori di frutta e marmellata di prugne con punte balsamiche, di macchia mediterranea, di origano.
Tormaresca Bocca di Lupo 2008 Doc Castel del Monte – Classe. Grandi prospettive di invecchiamento. Sensazione di polvere al palato. Lasci piacevolmente la bocca asciutta.
Baglio di Pianetto Cembali Nero d'Avola 2007– Frutta intensa, profumato. Ancora giovane, dimostra di avere ancora tanto tempo davanti. Molto concentrato. Tannini incisivi non squilibrati fanno da scrub, lasciano la bocca pulita.
I Vigneri – Vinupetra 2002 – Naso inebriante. Petali di rosa, melograno. Piacevole sensazione di terra, metallico. Leggero.
Pellegrino Ambra Superiore Riserva 1998 Doc Marsala – Soffice. Sentori di albicocca, arancia. Fresco al naso. Dolce ma non stucchevole al palato. Lungo. Aromatico.
De Bartoli Superiore 1987 Doc Marsala – Un vino brillante a tutto tondo. Per la Robinson non replicabile, unico. Intenso. Ricco. Pulito.
Cusumano Moscato dello Zucco 2009. Dolce, profumato, gentile. Con sentori di miele, fiori, mandorla, arancia e albicocca candite. Il compagno ideale per i dessert.
Manuela Laiacona
Ecco il racconto per immagini della degustazione. Foto di Alessandro Ghezza
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