Siamo freschi reduci dall’edizione 2016 di “Soave Versus”, tenutasi dal 3 al 5 settembre al Palazzo della Gran Guardia di Verona.
Il festival, giunto quest’anno alla quindicesima edizione, è stato coordinato dal Consorzio di Tutela, in collaborazione con la Strada del Vino Soave ed è stato dedicato alle migliori interpretazioni del bianco veronese più conosciuto al mondo. Il programma della manifestazione ha sfoggiato diversi appuntamenti di grande rilievo: il convegno d’apertura intitolato all’importanza del paesaggio locale, la mostra fotografica incentrata a sua volta sulle storicità paesaggistiche, le molte iniziative rivolte ai sommelier, il ricco percorso di show cooking, l’originale disfida fra food blogger. Ma quello che ci ha colpito di più è stato l’imponente banco d’assaggio aperto al pubblico, dove 50 cantine hanno presentato centinaia di interpretazioni del Soave nelle differenti tipologie: Classico, Superiore e Recioto. Un approccio giovane e fresco, come il vino che ha promosso d’altronde, e che ha schierato fianco a fianco versioni tradizionali e altre più innovative e di ricerca.
Una sintesi perfetta di un comprensorio, quello del Soave, dinamico e originale, che nella sua evoluzione non ha mai smesso di proporre progetti produttivi proiettati nel futuro, pur senza rinnegare mai le proprie radici classiche: tutto ciò per affrontare un contesto competitivo, nazionale e internazionale, sempre più affollato e imprevedibile. Le numerose, differenti degustazioni, spesso accompagnate da ricchi abbinamenti gastronomici, hanno sottolineato la straordinaria versatilità del vino Soave: un aspetto, questo, che è emerso con grande evidenza sia con i piatti più articolati e sofisticati proposti dai grandi chef, sia, più semplicemente, con i sapori sobri e immediati della tradizione. Una grande esperienza, insomma, elegante e ben organizzata, da raccomandare a tutti gli appassionati di enoturismo e di gastronomia.
Piero Valdiserra