Cannolo di ricotta vaccina con zuppa calda di fichidindia e sorbetto di mandorla ‘pizzuta’
Ciccio Sultano del Duomo di Ragusa sarà tra i sei massimi interpreti della cucina italiana contemporanea convocati a Londra ad interagire con lo chef padrone di casa al Town Hall Hotel, il portoghese Nuño Mendes.
L’occasione sarà la terza edizione di Identità London (l’evento organizzato da Paolo Marchi in programma dal 18 ottobre prossimo) inaugurata nel 2009, quando i relatori italiani divisero spazio e tempo con i grandi nomi del palcoscenico londinese, tra cui Angela Hartnett e Giorgio Locatelli.
Gli altri cinque componenti della squadra sono Massimo Bottura, miglior chef 2010 al mondo in carica, Antonino Cannavacciuolo, Paolo Lopriore, Davide Oldani, Davide Scabin.
Per Ciccio Sultano una vera e propria lectio magistralis. Userà due delle ricette “cardine” dei suoi menù, ”Spaghetti impastati con il succo di carota in salsa”, “Moresca Taratati ai profumi di piante limoncine” e il “Cannolo di ricotta vaccina con zuppa calda di fichidindia e sorbetto di mandorla ‘pizzuta’”. “Due piatti – spiega Sultano – che raccontano non solo l’Italia e la Sicilia, ma un continente intero come quello che è stato, e lo è tuttora, la nostra Sicilia, e la sua concentrazione di culture millenarie. Paolo Marchi mi ha conquistato così “quando porto te a Londra” – mi ha detto – è come portassi i dieci migliori cuochi del mondo”. E non si può discendere un invito così”.
Ciccio Sultano
Ciccio Sultano sarà ancora protagonista in occasione della cena di gala che concluderà il “convegno”. Preparerà uno delle seconde portate, il ”Pesce spada con polvere di fiori ai capperi iblei e olive alla cenere, emulsione di bottarga, cuore di finocchio e riccioli di carota”. Altro piatto simbolo della sua sicilianità.
Il resto della brigata forma un plotone tricolore collaudatissimo per ribadire l’eccellenza del panorama gastronomico italiano. “Sono cuochi – puntualizza il patron Paolo Marchi – che rappresentano una consolidata e preziosa testimonianza di idee, emozioni e proposte che appartengono in pieno alle nostre tradizioni. Non ci sono “traditori” tra loro, queste tradizioni saranno interpretate e declinate secondo modi e sapienza assolutamente diverse, andando anche oltre la leggendaria qualità delle materie prime italiane”.
Stefano Gurrera