“Scoprire i migliori vini del sud prodotti da vitigni autoctoni.
Elevare dall’ombra quella ricchezza, ancora sommersa, espressa dalle diversità di questi vitigni. Rivalutare il grande patrimonio ampelografico delle regioni meridionali. Dimostrare la capacità di esprimere, confrontarsi, ma anche competere, con le altre celebrate regioni d’Italia. Autenticare progressi e conquiste registrati negli ultimi lustri o non sufficientemente gratificati. Allargare i confini di un concorso che mira a consacrare definitivamente le grandi eccellenze dell’enologia meridionale”.
Sono questi i sei precetti i che i promotori del concorso “Radici del sud – Festival dei vitigni autoctoni”, con in testa l’ideatore Nicola Campanile, si sono imposti di realizzare, quest’anno con un preludio itinerante, per l’edizione del 2012, già in moto da più di un mese, e che nella prima decade di maggio farà tappa anche in Sicilia. Un concorso fatto dal sud e per il sud e pensato da, e per, i meridionali con una “ouverture siciliana “ in programma l’11 maggio, alle 17 ,nella splendida cornice di Villa Savoia a Monreale.
Ospiti del Sindaco, Filippo Di Matteo, e sotto l’egida dell’Associazione Calici di Cultura, alla presentazione alla stampa,
Luciano Pignataro e Franco Ziliani che guideranno un wine tasting a cui seguirà una degustazione, aperta al pubblico , di prodotti tipici siciliani.
Queste le nomination siciliane: il Catarratto, il Nerello Mascalese , il Nerello Cappuccio e il Nero d’Avola, tutti già presenti lo scorso anno e con la performance del Nero d’Avola di Marabino e Baglio del Cristo di Campobello inseriti nella top ten della classifica finale.
Questo “tour-preludio” del Festival, la cui fase finale è fissata dal 7 all’11 giugno in Borgo Egnazia(Br), ha preso il via il 13 marzo da Bari col vitigno del Fiano scannerizzato in occasione di una impegnativa verticale di nove annate del Fiano Minutolo Vigna Rampone, dell’ azienda Pastini. Il 23 marzo è stata la volta del Nero di Troia della “Masseria Barbera” di Minervino Murge (Bt) -. La terza tappa, con sede in Calabria, il 13 aprile, ha visto protagonisti, e nei calici e in una tavola rotonda “Il Magliocco e il Gaglioppo tra passato e presente”.
Nel cui presente si è riscontrato “il forte convincimento di proporsi con un marchio comune che sfrutti l’appeal
del made in Italy. Un brand, già decantato in tutto il mondo, che possa ulteriormente spianare la strada verso una definitiva conquista e di una totale “reputation” e di quei mercati ancora ostici soprattutto nell’area orientale. Con strumenti adeguati e linguaggi comuni per cucire racconti affascinanti dar far recepire nelle sue profonde suggestioni”.
Un cammino verosimilmente lungo e periglioso; ma un faro illuminante sarà l’ aggregazione tra le varie compagini del sud Italia i cui programmi saranno ulteriormente studiati e approfonditi a Villa Savoia di Monreale dove interverranno giornalisti ed esperti in comunicazione.
Il tour si concluderà il 25 maggio con il ritorno a Bari (sotto esame il Negroamaro, il Gaglioppo e il Nero d’Avola), dopo le ultime due tappe, a Potenza, ( 19 maggio, con l’ Aglianico) e Caserta (il 24, col Primitivo).
Stefano Gurrera