In due coinvolgenti eventi tenutisi al Westin di Milano e a Roma, il Gruppo Italiano Vini ha presentato iNobel, un progetto che mira a valorizzare le dodici punte di diamante del Gruppo, quei vini che hanno ottenuto i premi, i punteggi ed i riconoscimenti più prestigiosi del settore. Una formidabile selezione di etichette e di vini che qualunque appassionato vedrebbe con soddisfazione nella propria cantina.
Dopo la presentazione di Roberta Corrà, direttore generale di Gruppo Italiano Vini, gli enologi hanno appassionato il pubblico presente con il racconto dei loro vini anticipati da emozionanti intervalli narrativi interpretati da Giacomo Zito, autore e story-teller. I due eventi sono stati moderati a Milano da Luisito Perazzo dell’Associazione Italiana Sommelier e a Roma da Paolo Lauciani della Fondazione Italiana Sommelier.
Da questi due incontri è emersa con chiarezza l’immagine di una realtà grande, ma articolata, con elementi talvolta più artigianali di quanto si possa immaginare, che si evidenzia nella scelta di singoli vigneti o di rigoroso rispetto per le tipologie e le tradizioni vitivinicole che non sono mai offuscate da eccessi tecnologici. I vini che sono stati scelti per far parte di questa selezione, delle vere eccellenze del Gruppo Italiano Vini, sono tutti dei fuoriclasse, e sono ben poche le aziende in Italia che possono vantare una squadra di enologi come quella presente qui. I Nobel, come vengono chiamati, derivano da ben nove cantine, collocate in otto diverse regioni, dalla Lombardia e dal Veneto fino alla Sicilia, passando per Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Basilicata e Puglia. I vini sono in tutto dodici, a rappresentare il Gotha enologico nazionale.
Si comincia dalla Valtellina, con lo straordinario Sfursat 5 Stelle e con il Valtellina Superiore Fracia della Nino Negri, grandi rossi longevi ed eleganti. Si continua con due grandi Amarone della Valpolicella, il Proemio della Santi e Le Origini di Bolla, veri capisaldi per la tipologia. La Cavicchioli di San Prospero, vicino Modena, propone il suo Lambrusco di Sorbara Rosé del Cristo, ottenuto con il Metodo Classico, una vera rarità per questo tipo di vino. In Toscana, più precisamente nel Chianti Classico, ecco il Vigneto La Selvanella della Melini, un grande rosso da uve sangiovese in ampia prevalenza, estremamente tradizionale, che deriva da un omonimo vigneto nel comune di Radda. Più a sud, nei Castelli Romani, ecco il Frascati Superiore Riserva Luna Mater di Fontana Candida, realizzato solo pochi anni or sono per la prima volta, con l’intento di recuperare la tipicità più autentica di una tipologia che negli ultimi tempi si era un po’ offuscata. Il Sud si apre con la Basilicata e con i due rossi della cantina Re Manfredi. L’Aglianico del Vulture e il Vigneto Serpara, anch’esso con analoga denominazione. Grandi rossi, austeri e longevi, entrambi ai vertici qualitativi della loro tipologia da molti anni. Così come il Primitivo del Salento Artas, un avvolgente rosso mediterraneo dai profumi speziati proposto da Castello Monaci. Il nostro viaggio si conclude ad Alcamo, nella storica Tenuta Rapitalà, con vigneti che si adagiano su colline alte e morbide. Da qui provengono lo Chardonnay Grand Cru, bianco maturato in piccole barrique di rovere e l’Hugonis, da Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon in parti uguali, e dai profumi di mirtilli e liquirizia.
Al termine di questa galleria, restano negli occhi paesaggi incantevoli, diversissimi, affascinanti come solo quelli delle zone vitivinicole italiane sanno essere nel mondo intero. Restano i ricordi di sapori, di profumi, in una parola, di vini di grande personalità e di qualità indiscutibile. Resta il piacere di scoprire che il Gruppo Italiano Vini è una costellazione di etichette di grande valore e che quando presenta tutte insieme le migliori che propone fa capire quali siano gli enormi valori qualitativi che riesce a mettere in campo.
C.d.G.