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L'evento

“Al Meni” di Massimo Bottura: “Gli chef stellati diventano cuochi da marciapiede”

18 Maggio 2018
Massimo_Bottura_e_il_sindaco_di_Rimini_Andrea_Gnassi Massimo_Bottura_e_il_sindaco_di_Rimini_Andrea_Gnassi


(Andrea Gnassi e Massimo Bottura)

di Michele Pizzillo, Milano

Quello che qualcuno ha definito il G8 della cucina internazionale, Al Mèni (le mani),  con la presentazione milanese ha ufficialmente annunciato che la macchina organizzativa della manifestazione è già partita per trovarsi ben rodata il 23 e 24 giugno, quando sarà aperto il tendone da circo che allestirà il team guidato da Massimo Bottura sul lungomare di Rimini. 

E, alla presentazione milanese  lo chef che è arrivato in cima alle vette mondiali dell’alta gastronomia, è stato un fiume in piena nell’esaltare la manifestazione riminese; nell’evidenziare l’aspetto sociale dell’iniziativa; nel sostenere che Al Méni è un progetto culturale, prima di essere il soggetto trainante dell’enogastronomia emiliano-romagnola e della promozione delle migliori produzioni della regione. Tutto con al centro ovviamente il “Divino Massimo” che cinque anni fa ebbe l’idea di mettere su un’iniziativa che permettesse a molti cuochi, di “mostrare, agitare, accarezzare gli strumenti principali della loro ineguagliabile arte: le mani”. Così, il 23 e 24 giugno, ci saranno le mani dell’astro nascente della cucina polacca Adrian Klonowski, quelle uniche della nuova promessa indiana Garima Arora o di Tekuna Gachechiladze, regina della sempre più popolare cucina Georgiana. Ma anche “al meni” della nuova generazione “che viaggia per cucinare e che, con i suoi spostamenti tra un festival e un ristorante stellato o un gastro bistrot, percorre traiettorie nuove, impensabili fino a qualche anno fa, alla ricerca del momento giusto per dare spazio alla propria creatività – è stato evidenziato a Milano da Bottura e dai “compagni di presentazione” tra cui il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e l’assessore al turismo dell’Emilia Romagna Andrea Corsini -. Accanto a loro ci saranno le mani e i cuori di Massimiliano Mascia (del San Domenico Imola), Giovanni Guidetti (Fefa), Alberto Faccani e dei più grandi rappresentanti della cucina e della tradizione emiliano-romagnola, capaci da sempre di attrarre, lungo via Emilia, i pellegrinaggi di tantissimi gourmet alla ricerca di quei piatti unici che rappresentano la migliore cucina d'Italia all'estero”.

Sono queste “Al Mèni”, in dialetto romagnolo “le mani”, dal titolo di una poesia di Tonino Guerra, le protagoniste della festa del gusto di Rimini, che il 23 e 24 giugno prossimi si terrà dentro e fuori un circo unico dei sapori, nella piazza intitolata al grande regista Federico Fellini, tra il mare e il Grand Hotel. Dodici chef della regione Emilia Romagna, affiancati da altrettanti astri nascenti internazionali, sono chiamati, a rotazione, ad esibirsi con i loro cooking show in una grande cucina a vista per creare piatti unici a prezzi da street food: “Chef pluristellati trasformati da Bottura in cuochi da marciapiede”, ha orgogliosamente evidenziato il sindaco Gnassi. Con attorno al circo, il mercato degli artigiani e dei prodotti di eccellenza fra percorsi del gusto, incontri con autori ed esperti, laboratori, pic nic stellato e spazi speciali dedicati al cibo di strada d’autore e ai gelati gourmet. 

L’idea nasce cinque anni fa dal pluristellato chef modenese, che ha immaginato un tendone del circo di ispirazione felliniana in mezzo alla piazza e pensato a una grande celebrazione della cucina e dei prodotti dell’Emilia Romagna nel clima spontaneo di una festa di strada. A trasformare l’idea in un evento è stato il comune di Rimini, insieme alla passione e al sapere dell’Associazione Chef to Chef Emilia Romagna Cuochi e di Slow Food regionale cui spetta il compito di esaltare le eccellenze di una regione unica in Europa a vantare un paniere di 44 prodotti Dop e Igp. 


(Il tendone di Al Meni)

Nutrito il parterre di chef di questa edizione. Dalla Thailandia arriva una giovane ragazza indiana come Garima Arora che guida la cucina del secondo ristorante del gruppo Gaggan. Sicuramente una mano unica e abbastanza rivoluzionaria per noi europei. Poi Tekuna Gachechiladze, regina della sempre più popolare cucina Georgiana, che ha ristoranti sia tradizionali che gastronomici contemporanei. Fra i cuochi internazionali troviamo ancora Adrian Klonowski, astro nascente della cucina polacca che è appena arrivato a guidare il prestigioso ed esclusivo resort di Muhu Island perso nel mare abbracciato da Estonia e Finlandia. Ci sarà un nutrito gruppo di ragazzi della new wave austriaca, come Lukas Mraz, prestigioso figlio d'arte che ha preso una via propria e personale, ma anche Felix Schellhorn che si è ricavato uno spazio di lavoro davvero interessante in un piccolo Bed and Breakfast lontano da tutto. Due ragazze davvero coraggiose come Milena Broger e la franco-vietnamita Celine Pham e sono invece ‘indipendentiste’ che partecipano ad eventi in giro per il mondo o aprono ristoranti temporanei alla ricerca del momento giusto per dare spazio pieno alle proprie capacità. Pedro Pena Bastos era stato nominato chef rivelazione dell'anno in Portogallo, prima che un incidente lo facesse riflettere sui valori della vita, a giugno apre il suo nuovo progetto per un unico tavolo da 14 persone nella capitale lusitana. Santiago Lastra Rodriguez, dal Messico, ha visitato decine di paesi del mondo dopo gli anni passati al nordic Food Lab, ha supportato alcuni dei progetti e degli eventi più interessanti del mondo, compresa l'apertura del Noma Mexico, gli mancava solo Rimini. Katsumi Ishida giapponese è stato probabilmente il precursore degli chef che aprono gastro bistrot. Il suo oramai storico locale di Lione è una pietra miliare della cultura gastronomica francese contemporanea. Paulo Airaudo è un ostinato argentino che ha fatto una gavetta lunga e intensa, anche in Italia, prima di aprire un ristorante nei paesi baschi, dove la stella Michelin lo ha premiato molto presto confermando le sue capacità e la sua volontà di fare bene in una delle regioni capitali della gastronomia mondiale. Non possiamo avere una edizione di Al Meni senza Simone Tondo che lancia il suo nuovo progetto sempre a Parigi, prendendo il governo di un locale storico classico della Ville Lumiere: Racines, dove porta la sua naturale commistione di italianità e francesismo.

A rappresentare l’Emilia Romagna, Al Meni numero 5, ci saranno due dei più grandi rappresentanti della cucina regionale: Daniele Minarelli dell'Osteria Bottega di Bologna e Giovanna Guidetti della Fefa di Finale Emilia; il ritorno di Massimiliano Mascia del San Domenico di Imola, uno dei ristoranti più importanti italiani, che da quasi 50 anni è meta di pellegrinaggio per tantissimi gourmet. Alberto Faccani fresco delle 2 stelle Michelin oltre a coordinare lo spazio di street food fuori dal circo, tornerà nel tendone con la sua grandissima cucina di Riviera. Agostino Iacobucci aggiungerà una nota partenopea agli ingredienti emiliani che hanno fatto grande la sua cucina negli ultimi anni a Bologna. Massimiliano Poggi torna nel tendone per raccontarci il suo nuovo progetto nella campagna di Bologna che porta il suo stesso nome. Silver Succi e Claudio Di Bernardo sono i rappresentanti riminesi della gastronomia romagnola rispettivamente col Quarto Piano, che è anche partner dell'evento con uno stand proprio, e del mitico Grand Hotel di Rimini. Fabio Rossi ha cambiato casa negli ultimi anni, andando a collaborare con la Taverna Righi di San Marino. Terry Giacomello è uno degli chef italiani più influenti della sua generazione dopo gli anni passati da Ferran Adrià e tanti grandi maestri in giro per il mondo, i suoi piatti danno un punto di vista radicalmente diverso sulle materie prime della nostra regione. Athos Migliari è la seconda generazione di una storica famiglia che ha fatto grande la cucina della bassa ferrarese, ‘La Chiocciola’ è un ristorante meta di tutti gli appassionati dei prodotti di valle preparati in chiave contemporanea e dei migliori vini italiani. Come ogni anno l'evento viene aperto da uno dei due sous chef di Osteria Francescana Takahiko Kondo, che ci ha abituato a piatti che coniugano perfettamente le sue radici giapponesi con i grandi ingredienti della nostra terra.

A completare l’opera ci sarà il mercato dei prodotti agricoli, i laboratori di degustazione dei vini del territorio, lo street food gourmet e il gelato stellato attorno al circo 8 e ½. Senza dimenticare la macelleria Zivieri che guiderà il food truck con la migliore produzione artigiana, fra ‘qebab’ di mora romagnola, panini e hamburger rivisitati in chiave romagnola. Altra postazione, quella di Faccani che coordinerà le mani di alcuni chef alle prese con la cucina da strada. Una postazione speciale vedrà il ristorante di Rimini Quartopiano, capitanato da Succi, proporre lo street food ed i prodotti a ‘chilometro buono’ declinati secondo i canoni della cucina gourmand. Il gruppo formato da Sangiovesa, Tenuta Saiano e Vermuteria parteciperà congiunto portando sulla costa i sapori della Romagna dell’entroterra. Uno speciale spazio sarà dedicato al gelato artigianale in collaborazione con Mo.Ca. e i docenti della Carpigiani Gelato University perché, aggiunge Bottura “il gelato trasmette felicità e una grande azienda come la Carpigiani, grazie al lavoro di Michele, ci aiuta a rendere felici i bambini e non solo loro”. Così, all’interno della vetrina da 24 gusti accanto al tendone del circo, si troveranno i gusti tradizionali ma anche quelli speciali firmati dagli chef di Al Mèni. Il gelato artigianale è anche cultura con i 10 laboratori “Gelato Emotions” del Gelato Museum Carpigiani dedicati ai gelato lovers da 0 a 99 anni, in programma sabato e domenica dalle ore 18 alle 22.