Si è conclusa qualche giorno fa la dodicesima edizione del Porto Cervo Wine & Food Festival, un appuntamento che ha dato il via alla stagione turistica della Costa Smeralda e che è nato anche con lo scopo di favorire il network e offrire opportunità dirette per lo sviluppo del business delle aziende partecipanti. Come ha sottolineato Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena: “Il Porto Cervo Wine & Food Festival rappresenta un punto di riferimento per l’inizio della stagione turistica. Voglio congratularmi con Franco Mulas per averla ideata e per aver dato risalto a un elemento cardine della nostra identità territoriale: il vino. L’evento è un ottimo strumento di marketing territoriale che serve per promuovere la nostra unicità”.
Una partecipazione che ha visto non solo le aziende locali, ma anche la presenza di circa una sessantina di aziende, nazionali e internazionali e 20 espositori del food, che hanno raccontato le loro realtà attraverso le degustazioni ospitate al Conference Center. Il Porto Cervo Wine & Food Festival, organizzato dall’Area Costa Smeralda, gestita da Marriott International, per conto di Smeralda Holding – ha inoltre introdotto, nella prima giornata dell’evento, tradizionalmente dedicata agli incontri tra espositori e potenziali acquirenti, un nuovo format che ha visto gli espositori stessi definire il proprio pubblico di riferimento, indicando in maniera quanto più strategica gli operatori del settore, con maggiore potenziale per il proprio business. Una quattro giorni che ha visto interagire varie professionalità del settore, portando in campo, diversi momenti di confronto sulle tematiche più attuali nel settore, innescando in tal senso un processo di spunti e di idee. I talk show moderati da Alessandro Torcoli, direttore della rivista “Civiltà del bere”, hanno toccato il tema dei cambiamenti climatici e dei nuovi strumenti di comunicazione e vendita digitale.
Il primo talk intitolato “Cambiamenti climatici: evoluzione enogastronomica – il cibo e il vino del futuro. Come si stanno adeguando i viticoltori, i produttori al cambiamento climatico in atto?”, ha visto la partecipazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, che ha pubblicato il report 2023, ossia una delle più esaustive ed aggiornate rassegne della conoscenza scientifica sui tema. Quello che è emerso è che l’aumento di temperatura globale previsto per i prossimi anni sarà di 1,5 gradi e per limitarne gli effetti bisognerebbe tagliare le emissioni del 60% entro il 2030. Come ha sottolineato Torcoli: “Un obiettivo utopico, perché l’umanità non è pronta. Siamo davanti a cambiamenti che prevedono eventi climatici sempre più estremi e frequenti, come grande siccità alternata a piogge improvvise”. Ha partecipato al talk anche Andrea Pala, miglior giovane enologo d’Italia nel 2021 e Luca Mercenaro, docente di Viticoltura dell’Università degli Studi di Sassari, che ha parlato sia delle tecniche colturali che aiutano a calmierare gli effetti del cambiamento climatico in atto, sia della valorizzazione del patrimonio ampelografico isolano. “In Sardegna esistono circa 250 varietà di uve differenti, si tratta di un patrimonio da valorizzare e in effetti i cambiamenti climatici stanno riportando in auge alcuni di questi vitigni – ha detto Mercenaro -. In passato i nostri padri hanno abbandonato la coltivazione di tanti vitigni autoctoni che maturavano male perché soffrivano troppo il freddo. Di conseguenza con l’innalzamento delle temperature stiamo ridando valore a quei vitigni che rischiavano di essere dimenticati”.
Altro tema interessante è stato quello relativo al secondo talk show del Festival intitolato “E-commerce: nuove tecnologie a sostegno della vendita – I nuovi mezzi di comunicazione e la vendita del vino: un rapporto giovane da comprendere e sviluppare”. Maurizio Mattucci, assistente alla cattedra di Strategia della comunicazione aziendale nell’Università “G.D’Annunzio” di Chieti-Pescara, ha aperto il dibattito e ha spiegato che “stiamo assistendo a una accelerazione digitale e una rivoluzione tecnologica nel mondo del vino, che coinvolge anche i canali di vendita, a partire dall’e-commerce che vale 48 miliardi complessivamente, dei quali 33 relativi alla sola vendita di prodotti, tra i quali c’è anche il vino. Questa è una generazione che comunica su molti canali, il futuro è quello dove i nuovi target di riferimento nel mondo del vino vivranno esperienze all’interno dei mondi virtuali. I giovani considerano in modo molto positivo la sostenibilità ambientale, il marketing del vino non potrà non tenerne conto”. Si è toccato anche il tema dell’intelligenza artificiale e dei nuovi strumenti di comunicazione – non solo chat gpt di open air che riesce in pochissimo tempo a dare soluzioni e creare testi complessi da inserire su un sito, ossia indicizzazione organica di un sito – ma anche il Metaverso. Del resto, come ha sottolineato Galliano Cocco: “La società dei consumi va avanti insieme all’evoluzione tecnologica, ma l’uomo agisce con l’emotività e non razionalmente, c’è nell’acquisto di un prodotto la proiezione di un desiderio, l’emozione vince sempre sulla testa. In qualsiasi forma si declini la comunicazione di un prodotto, è fondamentale metterci dentro la narrazione, raccontare una storia”. Di impronta più romantica e tradizionale la visione di Alessandro Regoli, di Winenews, che ha voluto sottolineare una mancanza significativa nella vendita del vino: “Uno dei problemi del mondo del vino è che ha perso l’aspetto del racconto verso le persone che non fanno parte del settore dell’enologia. Manca il racconto della terra nel modo in cui lo facevano Soldati e Veronelli. Si sarebbe dovuto seguire la linea narrativa che loro hanno tracciato”. Probabilmente le chiavi di letture sono svariate, senza dubbio si deve tener conto di quello che è il mondo contemporaneo e usare con coscienza la tecnologia senza farsene sopraffare.
Una kermesse che può senza dubbio crescere e diventare momento di incontro, di formazione e di business, tale da rendere la Costa Smeralda ambasciatrice e allo stesso tempo promotrice delle eccellenze enogastronomiche prodotte in Sardegna, nella Penisola e nel mondo. Senza dubbio l’idea di unire la componente ludica a quella professionale, tra talk show, degustazioni, musica e glamour ha consentito una fruizione più ampia, dando modo a un target variegato di parteciparvi.