Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'evento

Pellegrino Cooking Festival, le donne protagoniste assolute

03 Ottobre 2011
cuoche cuoche


 Da sinistra Vera Caffini, Rosanna Marziale,
Patrizia Di Benedetto, Reiko Yanaghi e Valeria Piccini

Quante donne al Pellegrino Cooking Festival. E finché esistono donne così noi non ci stancheremo mai di raccontarle.

Poi, se donne della grande cucina italiana incontrano le grandi donne dell’enologia siciliana e generando quella ierogamia, il “sacro matrimonio” dei greci, e che simboleggia e celebra l’accoppiamento tra due “Muse dell’ arte”, ecco che il racconto si fa poesia epica e le Dee di una sera, diventano divinità moderne. Il “Parnaso” dell’occasione non è stato il monte greco che domina la città di Delfi ma una delle due Torri delle “Cantine Pellegrino” che signoreggia invece il mare di Marsala, regala paesaggi mozzafiato e tramonti indicibili e per due giorni all’anno, tra le altre mille cose, ospita il “Pellegrino Cooking Festival”. Un “tripudio di donne” in questa ottava edizione tutta declinata al femminile. Tema: “Nove grandi cuoche per rendere omaggio alle donne di Cantine Pellegrino”. Che sono anch’esse tante e punteggiano la lunga storia dell’azienda il cui eponimo è stata forse la prima vera “Donna del Vino siciliano”, la Josephine Despagne figlia di un enologo francese originario della regione del Sauternes andata in sposa a Carlo Pellegrino da cui, di generazione in generazione si è arrivati ad Agata Pellegrino sposa di Pietro Alagna dal cui ramo se ne sono sviluppati altri che hanno portato agli attuali manager tra i quali Caterina Tumbarello, responsabile accoglienza ed eventi, Paola Alagna, direzione amministrativa, Benedetta Renda per arrivare sino a Elena, e la sorella 24enne Maria Chiara Bellina ultima new entry dell’azienda.


Dinastia Pellegrino Alagna da sinistra Maria Chiara Bellina, Renda, Paola Alagna,
Pietro Alagna, Massimo Bellina, Caterina Tumbarello

Quante donne, dunque al “Cousine et vin en rose” come l’avrebbe chiamata la bisnonna Josephine! E niente e nessuna poteva, di queste donne, dirsi fuori luogo. La donna chef, gestore di un ristorante è una figura recente. Ed è strano, quasi inspiegabile. Perché l’arte di nutrire, per la donna, è il gesto più naturale, più innato e antico che possa esistere.  “E’ il proseguimento di una vocazione intimamente legata al mondo degli affetti – come tiene a precisare Caterina Tumbarello – perché la donna nutre con affetto con amore e soprattutto con umiltà senza alcun  atteggiamento a differenza degli uomini la cui cucina e più celebrale e meno emotiva rispetto a quella delle donne”. E il primo esempio è fornito dalle protagoniste della prima serata. A cominciare da Valeria Piccini,  del ristorante due stelle Michelin “Da Caino” di Montemerano (Gr) nel cuore della Maremma. Il suo antipasto “Centrifugato di pomodori verdi con baccalà arrostito, verdure ed erbe di stagione” (foto sotto) è un concentrato di storia e cultura della cucina toscana.

Ingredienti umili della cultura contadina, baccalà verdure erbe, incastonati in un capolavoro di estetica rinascimentale, un piatto equilibrato, nel gusto e nei colori, da mangiare con gli occhi. E perfettamente abbinato al “Gibelé” Zibibbo 2010 in purezza e secco.Semplicità e umiltà che ritroviamo anche nella cucina mantovana, anch’essa tradizionalmente legata ad antiche tradizioni contadine, di Vera Caffini, del ristorante “Aquila Nigra” di Mantova. Nei suoi “Tortelli di zucca al burro fuso e grana padano” c’è tutta l’essenziale esibizione di una cucina creativa fatta con “solo” cinque tortelli, niente condimento e solo una spennellata di burro. Dove l’unica abbondanza è stato il coraggio del rispetto istintivo della tradizione. Traccia che rifugge da quel bisogno di un supporto di un’opera d’arte e che non preclude l’effetto che rende un piatto così semplice superlativamente superbo. Tanto quanto il “Tripudium BiancoIgt 2010 dell’abbinamento. Reiko Yanagi, è arrivata dal Giappone per preparare un piatto…siciliano. Un omaggio ad una terra che le ha dato molto. Professionalmente. I trenta mesi passati al “Duomo” di Ciccio Sultano rimarranno per lei, una dote incancellabile. La sua ricetta, coerente con lo spirito della serata. Un semplicissimo “Pesce spada saltato con zuppa di ceci e gamberetti”. Un piatto siciliano, maschio, sapori chiari e netti ma stemperati dalla leggerezza filosofica del suo pensare all’orientale. Lungo e delicatissimo che ha reclamato ad alta voce il bis del “Tripudium“. Rosanna Marziale, campana di Caserta chef del ristorante “Le colonne” e Patrizia Di Benedetto chef del “Bye Bye Blue” di Mondello (Pa) sono state designate a rappresentare il “Regno delle due Sicilie”. La Marziale, che si sente un’ambasciatrice dei prodotti campani nel mondo ha portato un “piatto di carne dove però non manca la “sua” mozzarella di bufala. “Pancia bassa e alta temperatura, al latte di mozzarella di bufala campana Dop” (foto sotto).

Nella perfezione delle cotture l’impronta dei suoi maestri, Martin Berasategui e Gianfranco Vissani. E perfetto l’abbinamento, l’ “Antipodes Rosso2007 Igt Sicilia. L’onore delle chiusura ad una chef siciliana Patrizia Di Benedetto chef del “Bye Bye Blue” di Mondello. E al suo “Bisquit di frutta secca con mousse di ricotta e granita di caffè al Marsala Vergine Soleras” (foto sotto).

Abbinato al “Riserva doc dell’ 1981”.“Una serata indimenticabile, una delle nostre migliori edizioni. – sottolinea Paola Alagna – Resa tale da tante donne indimenticabili”. E finché esisteranno donne così, noi non ci stancheremo mai di raccontarle…

Stefano Gurrera