Una vera e propria figuraccia mondiale. Deserto, pochissimi visitatori, sporco e pieno di fango. Si presentava così il padiglione del cluster del Bio-Mediterraneo al debutto dell’Expo.
La pioggia è passata attraverso la copertura realizzata nelle ultime settimane, in vista dell'inaugurazione, rendendo sostanzialmente inagibili i locali. Lo stesso Dario Cartabellotta, responsabile unico del Cluster, ha preso scopa e paletta ed ha iniziato a pulire insieme al suo staff e agli studenti dello Iulm, giunti per uno stage. Una copertura suggestiva e gradevole per creare l’atmosfera della piazza del mercato ipotizzata nel progetto originale, ma poco funzionale alle numerose attività previste dalla Regione Siciliana e dai Paesi del Cluster.
La società che gestisce Expo avrebbe dovuto consegnare il padiglione pulito e bonificato, invece lo ha lasciato in condizioni di assoluta sporcizia.
Ferme tutte le attività, scarsissimo il numero dei visitatori. Un padiglione che appare, sul piano estetico, ben lontano dagli standard del resto dell'Expo. Insomma, almeno per quanto riguarda queste prime ore, un flop colossale. Eppure il cluster era annunciato come uno dei gioielli di Expo, una vetrina di prodotti tradizionali contro l'egemonia delle multinazionali e quello che, almeno sulla carta, sarebbe stato il più visitato con due milioni di persone previste, il 10 per cento dei visitatori totali dell'Esposizione universale.
Tra le difficoltà più rilevanti una bassa affluenza dei visitatori dovuta all’assenza di insegne, indicazioni, segnali necessari per individuare il Cluster, già sacrificato da una posizione difficile nel Sito Expo. A ciò si aggiunge l’anonimato della struttura determinato anche dalla mancanza del nome “Cluster Biomediterraneo” sulle pareti esterne, come invece si rileva in tutti gli altri luoghi espositivi e Padiglioni. I colori del Mediterraneo sacrificati da pareti esterne troppo chiare per il luogo in cui è posizionato il Cluster, tanto da apparire più come un luogo di smistamento logistico che come spazio di riflessione culturale, integrazione territoriale e degustazione enogastronomica.
“Noi non siamo qui per fare affari, ma per promuovere l'integrazione dei Paesi del mediterraneo”, dice Cartabellotta. E il commissario lancia già un aut aut: “Ho chiamato i vertici di Expo per dire loro che i problemi del padiglione devono essere risolti al più presto. Altrimenti siamo pronti ad andarcene. Non siamo visibili dall’esterno- I visitatori ci cercano senza trovarci, la mancanza di segnali e del nome all’esterno non permette ai visitatori di capire cosa ci sia dentro questo grosso spazio. In questa situazione noi continuano a lavorare con la volontà di chi in questo progetto ha sempre creduto, nel pieno rispetto di coloro che hanno avuto fiducia in noi e in questa grande opportunità”.
Dello stesso parere l'assessore all'agricoltura Nino Caleca che, attraverso il suo profilo Facebook, lancia l'ultimatum alla società che gestisce Expo: “Non sprecherò di certo i soldi del mio Assessorato! L'Assessorato all'Agricoltura ha stanziato per il Cluster Bio Mediterraneo 3 milioni di €, che ancora non sono stati versati ad Expo. Se entro pochi giorni non sarà tutto in ordine, riconoscendo il ruolo fondamentale dei Paesi del Mediterraneo, non verserò un solo centesimo di quelli stanziati”.
C.d.G.