di Michele Pizzillo
Per degustare l’elegante Ornellaia della vendemmia 2013 bisognerà attendere ancora due mesi. Nemmeno durante il Vinitaly, edizione storica essendo la numero 50, si prevede una qualche deroga che possa permettere di “rubare” qualche calice datato 2013.
“Dove, oltretutto, non saremo presenti”, confida il presidente delle tenuta di Bolgheri, il marchese Ferdinando Frescobaldi. Che, avvertendo la nostra incredulità e anticipando una domanda che sarebbe stata spontanea, il viticoltore toscano subito aggiunge “non saremo presenti con Ornellaia, non con le altre nostre produzioni”. Scelta obbligata, perché la prime bottiglie della vendemmia 2013 interpretata dall’artista giapponese Yutaka Sone sul tema dell’eleganza, saranno stappate l’1 maggio. Tant’è vero che all’appuntamento milanese, nella sede di Sotheby’s Italia, per la presentazione dell’8^ edizione del progetto “Ornellaia vendemmia d’artista” è sembrato che il vino sia passato in second’ordine. Ci ha pensato il capo redattore del Corriere della Sera, Luciano Ferraro, nel suo excursus storico, a sottolineare che tutto nasce dal vino, compreso l’eleganza, anche per merito di un grande dell’enologia, appena venuto a mancare, Giacomo Tachis che nei vini che creava trasmetteva la sua formazione classica, elevando così anche il livello della cultura del vino, non quello del contenuto di alcol.
(Una bottiglia Salmanazar di Ornellaia)
Poi avendo “la fortuna di essere proprietari di un’azienda situata in una terra benedetta da Dio come la Toscana e dove il territorio di Bolgheri lo vedo come un balcone sul Mediterraneo ma anche affacciato sulle cave di Carrara – argomenta il marchese Frescobaldi – non poteva non essere il marmo di Carrara, elegante emblema nel mondo, duttile protagonista nella mani di un artista che ha sempre lavorato il marmo, per la nostra ottava vendemmia d’artista”. E Yutaka Sone ha veramente saputo interpretare l’eleganza di un vino di “cui ricorderò sempre questo vintage per l’inizio ritardato del ciclo di crescita delle viti che ci ha dato qualche motivo di preoccupazione – dice l’enologo Axel Heinze -. A questo è stato posto rapidamente rimedio quando madre natura è intervenuta e ci ha offerto le condizioni ottimali per un altro vintage classico di Ornellaia, dal finale lungo e squisitamente aromatico che lascia una lunga impressione di eleganza”. E, quindi, tutto nasce dal vino, che poi una grande artista rende ancora più pregiato.
(Ferdinando Frescobaldi)
“Un progetto questo della vendemmia d’artista avviato nel 2009 con il coinvolgimento di un artista contemporaneo di fama internazionale per interpretare il carattere unico di ogni singola vendemmia, che in sette anni ci ha permesso di devolvere più di un milione di euro in tutto il mondo a fondazioni e musei capaci di aiutare l’arte in ogni sua espressione”, sottolinea Giovanni Geddes da Filicaja, amministratore delegato di Ornellaia.
Su questa scia, il 19 maggio, la tenuta di Bolgheri sarà protagonista di un’asta benefica con 9 lotti che includeranno 9 delle speciali bottiglie create da Yutaka Sone, in una cena durante la quale Andrea Fuiczynski, Sotheby’s vice president, raccoglierà fondi che verranno interamente devoluti per la location che ospiterà l’evento, l’Hammer Museum di Los Angeles. Mentre il 23 giugno, le speciali bottiglie del 2013 verranno presentate presso l’ambasciato d’Italia a Tokyo per i 150 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone.
(Yutaka Sone e la moglie)
Insomma, una giornata praticamente dedicata all’esaltazione dell’arte, grazie ad un grande dell’enologia italiana, Ornellaia, e ad un’artista che ha saputo interpretare l’eleganza di un vino senz’altro unico, creando un’opera d’arte “site specific” in marmo per la tenuta di Bolgheri ed esclusive etichette firmate in originale che vestono 109 grandi formati di Ornellaia: 100 bottiglie doppio magnum (3 litri), 8 bottiglie Imperiali (6 litri) e un’unica Salmanazar (9 litri) e l’esemplare di 0,750 che verrà inserito in ogni cassa in legno da 6 bottiglie. Prima di Sone, Ornellaia è stato interpretato per la vendemmia 2006 da Luigi Ontani con l’opera “Ornellaia danza esuberanza sull’aia”; la 2007 l’armonia, dagli artisti Ghada Amer e Reza Farkhondeh con “Haooily ever after 2005-2010”; la 2008 l’energia, da Rebecca Horn con l’opera “energia”; vendemmia 2009 l’equilibrio con Zhang Huan con “Questioning Confucius”; 2010 la celebrazione del 25° anniversario con l’opera “specchio in sei parti” di Michelangelo Pistoletto; 2011 l’infinito con Rodney Graham che firma “Untitled”; il 2012 con l’incanto dall’opera omonima firmata da John Armleder.
Come si dice: una cosa tira l’altra. Il vino tira l’arte che poi messi insieme diventano anche protagonisti della finanza e del risparmio. Tant’è vero che dopo l’esaltazione dell’arte attraverso Ornellaia, è arrivato Giulio De Rita del Censis che ha sparato la notizia che il vino batte la borsa. Anche perché per convincere gli italiani a tirare fuori i risparmi da sotto il mattone, bisognerà ritrovare la fiducia e il gusto degli investimenti. Il 30,6% degli italiani investirebbero i propri risparmi nel settore agroalimentare di qualità. Solo così una grande liquidità inutilizzata aspetta messaggi rassicuranti per mettersi in moto. Magari investendo nel vino comprando le etichette più pregiate visto, per esempio, che Ornellaia continua a performare meglio dell’oro e – purtroppo dobbiamo ricorrere a sigle diffuse nel mondo finanziario – e del Ftse con una Standard Deviation (volatilità) dal 2007 ad oggi di 0,11 e un indice di Sharpe di 0,49. La crescita media di Ornellaia in 10 anni è migliore di quella dei First Growths e del Liv-Ex 100, cioè +160%. Si può investire anche comprando azioni dei produttori quotati nel mondo. Mediobanca ci dice che a livello mondiale, un euro investito in vino nel lontano 2001 è cresciuto a 5,4 euro a inizio 2016. Lo stesso investimento su tutte le borse mondiali si sarebbe invece tradotto in un capitale finale di 1,6 euro.