(Giancarlo Morelli e Pino Cuttaia)
di Michele Pizzillo, Milano
Un cuoco può diventare ambasciatore del proprio territorio? La domanda è di Pino Cuttaia, il bistellato chef de La Madia di Licata in provincia di Agrigento, che la pronuncia per introdurre l’incontro organizzato a Milano, presso lo spazio di un bellissimo negozio d’arredamento, Bulthaup, per presentare ‘Nnumari”, la manifestazione che organizza a Licata dal 2 al 5 ottobre prossimi.
Si dà la risposta da solo: “Sì, perché oggi non si trasmette più la ricetta della mamma o della nonna e, allora, il cuoco che raccoglie queste ricette, diventa custode di saperi straordinari che, poi, trasmette agli altri”. Ma, Cuttaia, con il suo ‘Nnumari va oltre lo sforzo di custodire e, contestualmente, rigenerare antichi saperi, visto che nasce dalla visione del Mediterraneo come patrimonio di tutti coloro che in territori simili compiono gesti uguali, vivendo in terre non divise ma unite dallo stesso mare. E, aggiunge: “Durante il percorso della mia carriera ho capito come la Sicilia, il mio territorio, sia il frutto delle contaminazioni dei popoli che hanno vissuto in questa terra. L’arte culinaria del mio territorio non è altro che il frutto di queste diverse esperienze. Mi sono accorto che i miei gesti sono simili ai gesti di altri cuochi e i miei viaggi mi hanno portato a capire che il territorio sul quale insisto ogni giorno è simile in tutti i Paesi del Mediterraneo con la sola differenza del microclima, della stagionalità, degli usi e dei costumi di ognuno di essi. E così ho capito che è arrivato il momento di realizzare un convivio che ho voluto intitolare ‘nnumari, nel mare, perché la mia cucina dipende dalla sopravvivenza di questo mare. Siamo parte del Mediterraneo e viviamo tutti in terre unite dal mare; abbiamo tutti problemi in comune e abbiamo il dovere di trovare soluzioni insieme con l’unico scopo di studiare modelli comuni di sviluppo economici, sociali, ambientali sostenibili. Difendere la filiera oggi significa anche conservare la propria identità”.
(Francesco Paolo Di Stefano e Pino Cuttaia)
In sintonia con Cuttaia, è anche il project manager dell’iniziativa, Francesco Paolo Di Stefano che declina i concetti alla base del progetto, che sono eredità, cultura e futuro, oltre a contaminazione e integrazione. Tant’è che il programma dell’evento, ricco di convegni, talk, masterclass, momenti di confronto e convivialità tra chef provenienti da varie località del Mediterraneo, produttori della filiera, aziende esempio di sostenibilità (eccezionale la presenza di Pierre Doumet che ha realizzato una riserva naturalistica nel Nord del Libano), giornalisti, professionisti di vari settori che diventano per l’occasione i pensatori di un manifesto condiviso ed esportabile come modello, per valorizzare la cultura e la sostenibilità della filiera legata al Mediterraneo. E, collegandosi al concetto di sostenibilità, Marcello Scalisi, presidente di Unimed – Unione delle Università del Mediterraneo – dice che Cuttaia “ci aiuta a parlare di un Mediterraneo positivo, ci invoglia a togliere qualche muro tant’è che in questa occasione posso presentare un progetto di formazione che si attuerà durante l’evento siciliano: si tratta di una Summer School, riservata a 15 studenti, di cui 11 donne, provenienti da 11 diversi paesi del Mediterraneo, che contribuirà ad una riflessione sul concetto di “identità mediterranea”. E a proposito di questo, Scalisi ha lanciato l’idea di portare avanti una versione in chiave mediterranea del progetto Erasmus che da molti anni già interessa l’Europa, con lo scopo di coltivare una cultura comune e scambi costruttivi tra i Paesi dell’area.
(Marcello Scalisi)
Ultimo intervento quello di Nino Barraco produttore agricolo, ma anche, rappresentante dei tanti protagonisti che operano nella valorizzazione di una filiera di qualità, capace di tramandare saperi antichi e fornire prodotti puliti e coltivati in modo sano. La conferenza si è conclusa con un cooking show a quattro mani i cui protagonisti sono stati lo chef Pino Cuttaia e Giancarlo Morelli, chef stellato anch’egli e sostenitore del progetto ‘nnumari. Evento unico nel suo genere che per la prima volta affronta argomenti che stanno a cuore a tutta la comunità del Mediterraneo. Grazie che convoca a Licata cuochi, giornalisti, economisti, pescatori, allevatori, agricoltori, artigiani, imprenditori, artisti per costruire insieme modelli di sviluppo sociali e ambientali replicabili e condivisi.
ECCO GLI CHEF SOSTENITORI DI ‘NNUMARI
- ASKAR MAKSUT, Neolokal – Istanbul
- ASSENZA CORRADO, Caffè Sicilia – Noto (SR)
- BARONETTO MATTEO, Ristorate Del Cambio – Torino
- BERTON ANDREA, Ristorate Berton – Milano
- CARAVELLO GIACOMO, Balice – Milazzo (ME)
- CARUSO MARTINA, Signum – Salina, Eolie (ME)
- CEDRONI MORENO, Madonnina del Pescatore – Senigallia (AN)
- CERAUDO CATERINA, Dattilo – Crotone
- CUTTAIA PINO, La Madia – Licata (AG)
- DI COSTANZO NINO, Danì Maison – Ischia (Na)
- GAGLIO GIOACCHINO, Castello Lanza di Trabia – Trabia (PA)
- INGIULLA ALESSANDRO, Sapio – Catania
- KAVCIC TOMAZ, Zemono – Slovenia
- MAZZONE STEFANO, Hotel Quisisana – Capri (NA)
- OLDANI DAVIDE, D’O – San Pietro all’Olmo (MI)
- OSMENZEZA ENTIANA, Albania
- PASCUCCI GIANFRANCO, Pascucci al Porticciolo – Fiumicino (RM)
- PEPE FRANCO, Pepe in grani – Caiazzo (CE)
- PERBELLINI GIANCARLO, Casa Perbellini – Verona
- RAVANA' ALESSANDRO, Il Salmoriglio – Porto Empedocle (AG)
- ROSSI NINO, Qafiz – Santa Cristina d’Aspromonte (RC)
- SINAI VITALI, Angry Monk – Tel Aviv, Israele
- VASSALLO JONATHAN – Cappo Crudo – Malta
- VEZNAVER FABRIZIO, Pergola – Istria, Croazia