A pochi passi dal confine con la Germania, sorge l’Hotel de l’Ange, l’hotel dell’Angelo tradotto in italiano. Siamo a Niedermorschwihr, al 125 di rue des Trois Épis. Sempre in Francia anche se sembra Germania dal nome.
L’Alsazia è una terra magica, affascinante oseremmo dire. Il locale è di Franco Fancello, italianissimo, che si è spostato da queste parti per seguire l’amore e dedicarsi alla sua passione mai sopita, della cucina.
Ogni anno organizza la settimana italiana. Nel suo ristorante per sette giorni si mangiano solo piatti della tradizione del Belpaese. È toccato a Toscana, Piemonte, Veneto e Puglia. Franco, dopo un viaggio in Sicilia, è rimasto folgorato dello Shalai di Luciano Pennisi, che si trova a Linguaglossa, in provincia di Catania e che fa parte del circuito de Le Soste di Ulisse. Un vero colpo di fulmine che ha spinto Franco a chiedere a Luciano di andare in Alsazia e di pensare alla settimana italiana dedicata alla Sicilia. Detto fatto, Luciano, con lo chef Giovanni Santoro, il suo secondo Marco D’Agati, il maître Dario De Salvo e il responsabile di sala Leonardo Pennisi si sono trasferiti lì per sette giorni deliziando il paese dei francesi con le specialità tipiche della nostra Isola.
“Un piacere ed un onore ricevere questo invito – dice Pennisi -. Per noi rappresentare la Sicilia in Alsazia, una regione così vocata al mondo del food e del vino, è un vero motivo di orgoglio. Ringrazio Franco per l’opportunità che ci ha concesso, perché ci permette di crescere e di esportare il vero Made in Sicily come lo intendiamo noi”.
Nulla, infatti, è stato lasciato al caso. Pennisi ha curato personalmente la scelta delle materie prime che dovevano essere di qualità eccelsa e, soprattutto del territorio. Così, nel menu preparato dallo chef Giovanni Santoro troviamo chiari richiami all’Etna, ma anche al mare della Sicilia. Un menu molto snello, ma davvero interessante e che racchiude il meglio della cucina tradizionale siciliana, “rivisitata – precisa lo chef – ma mai stravolta”.
Quattro antipasti, quattro primi, quattro secondi e altrettanti dolci. Difficile scegliere tra 16 piatti, ma i francesi apprezzano. Ogni sera il ristorante ha fatto registrare il tutto esaurito. “Loro sono abituati a sapori diversi – spiega lo chef – ma dimostrano di apprezzare i nostri accoppiamenti e le nostre proposte. Siamo davvero contenti”.
Ecco, allora il prosciutto di maialino nero dei Nebrodi, i formaggi e i salumi che producono proprio i Pennisi, la parmigiana, il Piacentinu ennese; tra i primi gli immancabili anelletti al forno, gli involtini di melanzane con spaghetti alla Norma, le penne casarecce con acciuga alla palermitana, le caserecce al pesce spada; poi la grigliata mista, gli involtini di pesce spada, il baccalà alla ghiotta; tra i dolci cannolo e cassatelle, un semifreddo agli agrumi ed un tortino al pistacchio di Bronte.
“La cucina siciliana – conclude Santoro – in questo momento è in una fase di crescita notevole, anche grazie all’abbinamento con i nostri vini. I francesi rimangono dei maestri in tutto, ma noi siamo veramente sulla buona strada”.
L'avventura in Alsazia si concluderà sabato.
Giorgio Vaiana