(Francesco Pellegrino e Gaetano Basiricò)
di Stefania Petrotta, Trapani
Anche quest’anno il “Terre di Shemir Day” si è celebrato attraverso una cena che diventa ad ogni edizione più interessante.
Quella che era nata, infatti, 5 anni fa come occasione per presentare la nuova annata dell’olio “U Trappitu” dell’azienda trapanese sita nella contrada Guarrato, è diventata ormai evento ambitissimo sia per gli chef partecipanti che per gli invitati. Come ogni anno, Francesco “Ciccio” e Lara Pellegrino con la loro famiglia, insieme a Gaetano Basiricò e alla moglie Lia Spallino che mettono a disposizione il proprio ristorante Serisso47, hanno dato vita ad una serata poliedrica in cui il buon bere e la buona cucina sono stati inframezzati da momenti di arte e solidarietà.
La serata si è aperta con la presentazione dello chef Riccardo Lamperti che, appena ventunenne e affetto da disturbo dello spettro autistico, insieme ai propri genitori e sotto la guida dello chef Massimo Vallogini, ha aperto quest’anno ad Olgiate Olona (VA) il ristorante “Le Ris – Un risotto per un sorriso” dando vita un progetto bellissimo volto ad aiutare ragazzi con disabilità a trovare uno sbocco lavorativo. La storia aveva commosso i coniugi Pellegrino che vi si erano imbattuti per caso mentre guardavano un programma in tv e lo hanno assolutamente voluto come padrino della serata. Ricky, come lo chiamano tutti, ha potuto così provare l’ebbrezza di stare in cucina con tanti chef stellati che gli hanno regalato una giacca da lavoro autografata da loro. Con la sua simpatia e la sua verve strappa più di un sorriso agli ospiti mettendoli immediatamente a proprio agio. Ad accompagnare questo primo momento, il cocktail di benvenuto ideato dal barman Luigi Barberis, titolare del Caffè degli Artisti ad Alessandria e del Caffè dei Mercanti ad Acqui Terme (AL), riveduto ed eseguito dal barman trapanese Peppe La Sala. Una miscela di gin, succo di agrumi, albume d’uovo e, immancabile, olio “U Trappitu” che conquista dal primo sorso per l’equilibrio dei propri ingredienti.
E mentre l’artista ericina Giovanna Colomba dava vita, nell’arco dell’intera cena, ad un dipinto con una delle sue teste ispirate ai colori e alle luci della propria terra, la cena iniziava da un altro quadro, quello ormai celebre di alici dello chef de “La Madia” di Licata, Pino Cuttaia. Lo chef racconta del suo rapporto con la cucina della memoria mentre il palato degli ospiti viene deliziato dai filetti marinati di alice sapientemente valorizzati da anelli di cipolla rossa anch’essi marinati, semi di pomodoro e olio, inutile dire, della famiglia Pellegrino. A racchiudere il tutto una sottile cornice di maionese alla bottarga.
Segue il piatto dello chef Michelangelo Citino del Michelangelo Restaurant di Linate (MI): cavolfiore al cucchiaio mantecato all’olio intenso, uova di salmone, rafano e arance tarocco dalla complessità intrigante.
Arriva dunque il momento di ricordare l’amico e collega Giuseppe Amore, scomparso recentemente, titolare del ristorante “Salamureci” oggi gestito dal suo giovane chef Michele Bellezza. È il padrone di casa, Gaetano Basiricò a rendergli omaggio con il suo baccalà lavorato all’olio con il condimento della lardiata accompagnato da pane croccante. Delicato ed al contempo gustosissimo, è un’esplosione di sapori che raccontano una terra e le sue eccellenze.
A seguire le orecchiette ai frutti di mare con crema di fagioli e grano saraceno dello chef Damiano Nigro del “Villa d’Amelia” in Benevello (CN). Emozionante è l’aggettivo che viene subito in mente per descriverlo ed è quasi riduttivo. Viene voglia di prendere subito un aereo per andare a trovarlo nella sua cucina in Piemonte.
Delicato il dentice di Andrea Migliaccio del ristorante “L’olivo” all’interno del Capri Palace: cotto in oliocottura, sormontato da una sottile crosta di mandorle, accompagnato da friarielli e finocchietto selvatico e da un’ottima maionese agli agrumi con cui avremmo volentieri fatto scarpetta.
Segue lo chef Stefano Mazzone del ristorante “Rendez-vous” del Grand Hotel Quisisana di Capri che resta in Sicilia, ormai la sua seconda casa, con il suo maialino nero dei Nebrodi cotto alla brace con carciofi in salsa all’aceto di zio Turiddu. Lo zio in questione è quello di Pellegrino ma, come dichiarato dallo chef, per “fratellanza acquisita con Ciccio” ormai anche il suo.
In accompagnamento ai piatti il Fedire, l’Erede e il Paradiso di Lara di Terre di Shemir. Chiudono in bellezza la cassata e i cioccolatini ripieni di bottarga e olio di Lia Spallino. Come ormai consuetudine, la serata si chiude con le doppie magnum di olio “U Trappitu” decorate ancora dalla Colomba che i coniugi Pellegrino hanno donato a tutti gli chef con tanto di dedica. Inutile dire che la più bella era quella di Ricky.
ALCUNE FOTO DELLA SERATA
(Andrea Migliaccio e Matteo Varotti)
(Lia Spallino, Damiano Nigro, Stefano Mazzone e Gaetano Basiricò)
(Lia Spallino, Michele Bellezza, Andrea Migliaccio e Stefano Mazzone)
(Peppe La Sala)
(Il quadro di alici di Pino Cuttaia)
(Il cavolfiore di Michelangelo Citino)
(Il baccalà di Gaetano Basiricò)
(Giovanna Colomba)
(Damiano Nigro e Andrea Migliaccio)
(Le orecchiette di Damiano Nigro)
(Il maialino di Stefano Mazzone)
(Il dentice di Andrea Migliaccio)
(Pino Cuttaia e Francesco Pellegrino)
(La cassata di Lia Spallino)
(Riccardo Lamperti)