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L'evento

Il territorio che piace agli importatori. Report da Contrade

20 Marzo 2012
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L’Etna territorio del vino di punta non solo siciliano ma nazionale.

Così si può affermare a giudicare dalla presenza di importatori e di giornalisti da tutto il mondo che non hanno voluto mancare  a Contrade, l’evento ideato e promosso da Andrea Franchetti. Oltre cinquanta cantine, tra grandi e piccoli nomi, si sono riunite nello scenario di Passopisciaro. Tanti gli appassionati che in una giornata di lunedì hanno affollato i banchetti degli espositori.

L’evento è stato teatro privilegiato dove potere assaggiare e confrontare le etichette dell’Etna, annate vecchie e nuove. Al padrone di casa il merito di avere reso tangibile il fare sistema che diventa la carta vincente da giocare nel mercato internazionale. “La formula funziona. Ho visto che piace agli importatori e a chi è venuto da molto lontano. Fare sistema è fondamentale. Ma devo dire che era un’esigenza sentita un po’ da tutti noi produttori. Ho solo proposto l’iniziativa ed è stata subito e naturalmente accolta dalla maggior parte”, ha dichiarato Franchetti.

Anche se variegata e con espressioni diverse l’Etna è forse l’unico territorio che si mostra unito in Sicilia. Un mondo a sé sotto ogni punto di vista, cosa che starebbe attualmente determinando la sua forza commerciale. “E’ percepito come una realtà a sé stante. Sta facendo progressi, ogni anno che passa il livello qualitativo aumenta. L’Etna può essere alla pari  delle grandi regioni del vino come Piemonte, Toscana o Veneto”, aggiunge Franchetti. Sta di fatto che piace, ed è proprio questa diversità, o unicità, a conquistare a tutte le latitudini del globo. 

Mike Tadich della Wirtz Beverage Nevada conferma che a Las Vegas i vini dell’Etna fanno furore. “Sono vini unici. Hanno tutto. Acidità, complessità, profumi, corpo. Quando mi dicono che il Nerello Mascalese assomiglia al Pinot Noir io rispondo subito è il Pinot Noir che assomiglia al Nerello Mascalese. Le persone rimangono affascinate dal territorio che è la forza di questi vini. Nell’immaginario la Sicilia è vista come luogo caldo e rimangono stupiti se faccio vedere una foto che ritrae Franchetti nel suo vigneto innevato. La Sicilia ha grandi vini e sono quelli che nascono nei territorio estremi. Trovo straordinari quelli prodotti nelle Lipari o a Pantelleria”. 

In Olanda si comincia a bere vino dell’Etna anche in casa, come racconta l’importatore Set van den Bout. “Gli olandesi amano cucinare italiano e abbinare vini italiani. In quest’ultimo periodo stanno apprezzando particolarmente i vini del Sud Italia, della Sardegna, della Puglia e della Sicilia. Quelli dell’Etna hanno qualcosa in più e di diverso. Piace la loro acidità”. 

In estremo oriente, in Giappone si comincia a parlare di Sicilia “La Sicilia è conosciuta nel mio Paese – spiega Katsuhiko Tanaka della Japan Import System -. Piace la cucina italiana e l’isola assieme a poche altre regioni è conosciuta dalla gente. Anche il territorio dell’Etna esercita il suo fascino ma va ancora spiegato. I vini prodotti su questo vulcano hanno grossi margini di crescita. Il mercato è pronto ad accoglierli”. Si abbinerebbero bene infatti alla cucina giapponese, come ha detto un giovane chef in visita a Passopisciaro, Takeaki Matano. “Si sposano bene con il sushi e altre nostre tipiche pietanze. Soprattutto il Carricante. I sapori e l’acidità che lo caratterizzano anzi esaltano i nostri piatti”. 

Il mercato americano rimane quello più sensibile ai vini dell’Etna. Lo ha confermato Mariella La Fauci della distilleria Giovi che sull’Etna ha cominciato a produrre vino e per il primo anno espositrice a Contrade. “La manifestazione di Franchetti è un’ottima occasione per fare conoscere l’Etna all’estero. Abbiamo notato una  forte presenza di americani. E questo dimostra che il mercato di maggior interesse per noi siciliani attualmente è quello degli Stati Uniti”. 

C.d.G.