da Milano, Michele Pizzillo
Probabilmente è tutto merito della Sicilia se il segretario di Stato degli Stati Uniti John Kerry visitando l’Expo ha saluto in italiano i visitatori che lo attendevano davanti al media center.
Infatti, pima di presentarsi al parterre di autorità, mondo politico e imprenditoriale che lo attendevano seduti nello spazio per ascoltare il suo intervento, il capo della diplomazia americana nell’adiacente spazio-Rai ha consumato uno spuntino a base di pane “cunzato” cioè il pane caldo condito solo con olio fresco di olive siciliane appena molite nel trappeto in funzione presso il cluster Bio-Mediterraneo, pizza di arancine e cannolo siciliano preparati da Francesco Vescera, l’uomo-cucina del cluster che ha fatto accompagnare tutto da vini Catarrato e Cerasuolo di Vittoria. Dopo queste delizie Kerry si è forse sentito in dovere di omaggiare il popolo italiano salutandolo appunto in italiano per meglio sostenere i suoi elogi per come ha organizzato l’esposizione universale; parlando anche della pizza più lunga del mondo che, zoppicando, ha definito una “merdaviglia”. Una gaffe che i visitatori di Expo hanno perdonato all’importante ospite con un lungo applauso. Applauso apprezzato da Kerry, che per non incorrere in altre gaffe, è passato subito a parlare nella sua lingua per trattare il tema che è sembrato essergli molto a cuore: garantire cibo sano e sufficiente per tutti, con uno sguardo rivolto al futuro, preoccupato per le generazioni che verranno, e determinato nell’apportare cambiamenti concreti.
(Paolo Gentiloni e Francesco Vescera)
“Dobbiamo imparare a gestire meglio il cibo che abbiamo” ha detto Kerry; e, poi, ricordando il grave problema del cambiamento climatico e l’influenza negativa che questo ha sulla sicurezza alimentare, ha assicurato l’impegno degli Stati Uniti a lavorare con l’Italia per trovare soluzioni condivise. Esortando anche “tutte le nazioni ad impegnarsi e unirsi per intervenire velocemente. È necessario essere più creativi ed essere più flessibili”. Solo in questo modo, secondo John Kerry, “possiamo far fronte al problema della malnutrizione e della fame, provando, tutti insieme, a sconfiggerlo”. Supportato da dati scientifici, il capo della diplomazia americana ha detto che “i cambiamenti climatici mettono fortemente a rischio la sicurezza alimentare, soprattutto nelle zone già fragili. Non c’è area del Pianeta che non sia coinvolta da siccità, inondazioni e tempeste, eventi atmosferici estremi che nei prossimi decenni diventeranno ancora più frequenti. Al tempo stesso l’agricoltura è anche una delle principali cause del cambiamento climatico, poiché emette più gas a effetto serra di automobili, aerei e navi messi insieme. Per questo gli Stati Uniti d’America hanno aderito alla Global Alliance for Climate Smart Agriculture lanciata dalla Fao, una campagna che mira a raggiungere tre obiettivi prioritari: aumentare la produttività agricola in modo sostenibile, adattare i sistemi alimentari ai cambiamenti climatici e ridurre le emissioni a effetto serra nell’agricoltura. Nel prossimo futuro dobbiamo rafforzare e allargare questo impegno ad altri Paesi, facendo in modo che la prossima conferenza sul clima di Parigi prevista a novembre produca un accordo il più inclusivo possibile, condiviso da tutti i leader mondiali”.
La visita di John Kerry ad Expo non è stata una toccata e fuga, perché è proseguita nel pomeriggio con la visita a Palazzo Italia, al padiglione degli Stati Uniti, che come ha detto il commissario unico Giuseppe Sala è stato uno dei successi di questo Expo, visto che ha superato i cinque milioni di visite. Insomma, quella americana è stata una presenza molto importante ad Expo perché ha privilegiato un tema molto attuale, la sicurezza alimentare, tant’è che a Milano, nei mesi scorsi è venuta anche la first lady Michelle Obama, anche per sostenere la sua lotta all’obesità e l’interesse per le colture bio. Ecco perché il nostro ministro degli affari esteri, Paolo Gentiloni ha evidenziato che “la presenza americana qui conferma la centralità della sicurezza alimentare e dei cambiamenti climatici, che poi sono il cuore di Expo Milano 2015. Speriamo che la nuova agenda delle Nazioni Unite su queste tematiche possa sensibilizzare tutta la comunità internazionale affinché si arrivi a vincere la sfida contro la fame entro il 2030”.
A Gentiloni, Vescere ha regalato un pezzo di pane a forma rettangolare con le insegne della Repubblica Italiana. Non gli è stata permessa la foto con Kerry, però.