Al via il congresso di Assoenologi. Il ministro Poletti: servono regole più semplici per il comparto
Parla di “miracolo del vino italiano”, reso possibile al lavoro di “sconosciuti appassionati viticoltori, enologi, enotecnici e produttori”.
E di come “raccontare il vino” sia dunque raccontare “la storia delle persone, di quelle, ad esempio, che la propria storia l'hanno cambiata proprio a San Patrignano, dando un futuro a se stessi, e contribuendo a migliorare quello della propria comunità e del territorio che li ha generosamente accolti”.
È una parte del lungo messaggio inviato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al sessantanovesimo congresso degli enologi che in questi giorni si svolge a San Patrignano, a pochi chilometri da Rimini, luogo di riscatto per molti tossicodipendenti. Oltre al messaggio del Capo dello Stato, il più importante appuntamento della categoria dei tecnici del settore vitivinicolo, aperto dall'Inno di Mameli ha ricevuto anche i videomessaggi del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina e del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti.
«Non sono un enologo ma sono uno che beve abbastanza e ho quindi qualche effetto collaterale della vostra attività», ha scherzato Poletti ad inizio messaggio. Poletti ha parlato dei troppi vincoli e dalle «troppe regolazioni» che pesano sul Paese. «Noi vogliamo un Paese semplice che costruisce in maniera equa della opportunità per i giovani che dà a tutti il riconoscimento di un merito che hanno».
“Il comparto vitivinicolo italiano è sempre di più una delle chiavi di volta del successo agroalimentare di questo Paese”, ha detto invece il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, il quale ricordando i finanziamenti previsti dall'Ocm Vino ha detto: “Abbiamo di fronte grandi opportunità e insieme possiamo ragionare ad esempio di 'Ocm Vino' e più in generale sulle risorse ingenti che noi abbiamo da spendere, bene, da qui al 2018». Martina ha poi parlato di incrementare le esportazioni, ma soprattutto di nuovi strumenti per agevolare il comparto vinicolo, tra questi meno burocrazia.
«Semplificare il più possibile la burocrazia – ha detto – e le norme». Cosa che il governo sta facendo con «il decreto in via di perfezionamento che abbiamo chiamato “campo libero”». L'obiettivo è quello di «accompagnare il settore facendo in modo che la pubblica amministrazione sia un soggetto amico e non un avversario». Proprio la sburocratizzazione è uno dei temi portanti del congresso Assoenologi. Se ne parla da tempo tanto che ancora nel 2008, al congresso nazionale di Assoenologi celebrato a Venezia, il direttore generale Giuseppe Martelli aveva calcolato che fossero in tutto 21 gli enti deputati ai controlli in cantina.
Dall'esigenza di alleggerire la burocrazia che pesa sul settore nasce il «testo unico della vite e del vino», presentato alla commissione agricoltura della Camera dei deputati da Assoenologi, Agrinsieme, Federvini, Federdoc e Unione Italiana Vini, con lo scopo di districare la matassa dei mille codici e codicilli che si accaniscono sul vino entro fine anno.
Coordinatore dell'operazione è l'onorevole Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
C.d.G.