(Gualtiero Marchesi)
di Michele Pizzillo
Adesso si racconterà l’Italia ad Expo. O, meglio, il Paese sarà raccontato da 15 personalità che hanno veramente qualcosa da dire e che con le loro azioni hanno influito sulle scelte di altre personalità che poi hanno contribuito e fare conoscere nel mondo l’Italia come il paese della bellezza.
Ad Expo, però, tutto il discorso gira attorno alla cucina. Infatti il convegno sulle quattro potenze dell'enogastronomia italiana programmato per giovedì 3 settembre, alle ore 18,30, nell'auditorium di Palazzo Italia, coordinato da Paolo Massobrio, autore de ilGolosario, comincia dalla tavola, con il percorso del maestro Gualtiero Marchesi, che in questo viaggio nella bellezza della nostra cucina si fa accompagnare dagli arredi progettati da uno dei massimi designer italiani, Maurizio Riva, e dagli interventi sul paesaggio dell’architetto del verde Paolo Pejrone. Al divino Marchesi seguirà il racconto di un cuoco con solide radici nell’artigianato, Enrico Derflingher, che è pure presidente di Euro Toques (l’associazione internazionale degli chef). Ma saper fare è anche l’arte di creare alcuni prodotti straordinari ed esportarli in tutto il mondo. Come? Ci penseranno a spiegarlo due dei massimi esempi del mondo dell’enogastronomia, Angelo Gaja per il vino e Massimo Spigaroli per l’artigianato alimentare.
(Angelo Gaja)
Secondo gli organizzatori dell’evento di Palazzo Italia, la potenza più affascinante e più caratteristica dell’Italia, perché ne connota quasi tutti i prodotti, è quella della capacità di oltrepassare il limite e immaginarsi strade dove prima non c’era nulla. Un esempio? Teo Musso, che in un paese delle Langhe del vino si è inventato la birra artigianale italiana, aprendo un fenomeno che oggi annovera 500 microbirrifici. Poi c’è Marina Cvetic che racconterà la storia della famiglia Masciarelli per la caparbietà di trovare la strada del vino in un territorio non facile come l’Abruzzo e la sua storia personale, quella di una giovane donna che pur avendo perso all’improvviso il marito, Gianni Masciarelli, è riuscita a sostenere e far crescere l’azienda. Poi c’è chi ha un limite fisico, come le sbarre di un carcere, che supera attraverso i panettoni, prima, poi diventati una serie di prodotti oggi conosciuti ovunque. È la storia di Giotto, la cooperativa nata e cresciuta all’interno del carcere “Due Palazzi” di Padova, diventata nell’arco di pochi anni un fenomeno che ha fatto il giro del mondo e che all’esposizione universale sarà raccontata dal responsabile del progetto Nicola Boscoletto. Il superamento del limite è anche una questione mentale: ci penserà Vittorio Sironi, specialista neurochirurgo, esperto di neurogastronomia e di neuroetica dell’università di Milano Bicocca.
(Paolo Massobrio)
L’apice di questo percorso è rappresentato da altre potenze o rivoluzioni che sono rappresentate da Alessandro Pila che con la tecnologia sta rivoluzionando le colture tradizionali, visto che ha appena terminato la sua serra dove cresce lo zafferano in aeroponica; Eleonora Bertolone che ha rilanciato una varietà di riso quasi dimenticata, il Rosa Marchetti. O ancora Aldo Bongiovanni, che giovanissimo ha scommesso sul mulino di famiglia e sui grani antichi combinandoli con la vendita su web. Futuro, comunque, è anche un progetto che coniuga salute e alimentazione come quello lanciato da Marzio Nocchi che a Milano ha aperto il suo nuovo concept di ristorante, il Papillarium di Amati, dove più che mangiare, si insegna a mangiare. O ancora un progetto che insegna come business e etica debbano necessariamente essere uniti, anche in campi difficili come quello del cacao: lo spiega Plinio Agostoni fondatore di Icam che in Perù ha lanciato un progetto per permettere ai contadini di sostituire il cacao alla coca e sottrarsi alla criminalità.
Per Massobrio, l’evento di Padiglione Italia, uno dei sei seminari in calendario, potrebbe essere una sorta di prova generale di quello che avverrà dal 17 al 19 un uno dei più attesi “fuori Expo” dedicato all’enogastronomia italiana, Golosaria.