(Bert Van Hecke)
di Mauro Ricci
Qualche sera fa, a Palermo, il “diabolico” Bert Van Hecke si è intrattenuto in interessanti descrizioni delle scelte e delle modalità di realizzazione delle sue birre, per uan due giorni in cui è stato possibile provare alcune sue birre.
Location scelte, il Centro Ippico Chirone e Spillo, la Birroteca. Bert ha incuriosito il pubblico per l’abilità della lavorazione del malto e la bontà (era disponibile sul banco e lo si poteva assaggiare), uno specifico per ogni birra, studiato per il risultato finale da ottenere, utilizzato appena preparato per conservare freschi tutti gli aromi, i profumi e i sapori più ricchi e delicati. Infatti, il punto centrale e caratterizzante del lavoro di Bert è la maltazione, fatta in proprio e curata con uno studio attento a ottenere prodotti a volte non ripetibili per birre eccezionali. Progettista e installatore di impianti ha in animo di migliorare la struttura di maltazione alla quale affiancare un impianto di birrificazione con requisiti adatti a recepire i malti appena prodotti senza perdite qualitative el trasferimento.
Le birre sono state descritte come il risultato di una sintesi di tutte le esperienze fatte nel vagabondare in questo vasto mondo della birra di alta qualità e che Bert continua a percorrere anche per le sue attività di progettista di impianti (è ingegnere microbiologo birraio) continuando a studiare sperimentare progettare. Lui belga vuole proporre birre che non siano “belghe” perché fatte in Belgio da un birraio belga, ma vuole che siano birre del birraio di Bon, che ha una sua anima complessa ricca in continua evoluzione e che è anche un belga.
L’assaggio delle birre proposte convince di questo sforzo di originalità con realizzazioni precise pulite, di grande finezza e equilibrio. Però alla fine, per la sequenza gustativa anche se con corpi assai più leggeri della tradizione, una scorrevolezza e leggerezza di bevuta che potremmo dire del tutto “Bom”, che ci sia un’anima belga in quelle birre si arriva alla fine a percepire con una certa chiarezza. L’impresa “BomBrewery” si caratterizza per essere prima una malteria e poi con un maltatore-birraio è anche una Brewery in una suggestione di ruoli riuniti come in passato in unica impresa e con un unico attore, una riappropriazione di una funzione che oggi è tutta demandata all’esterno. L’unico elemento che manca è quanto costa tutto questo e non ci è stato detto. Il pubblico ha apprezzato la facilità di bevuta e la finezza di gusti e aromi che ha trovato nel bicchiere sia in degustazione che durante la cena.
Il privilegio è andato a tre delle sette birre presentate, la “Triporteur from Heaven”, forse paradisiaca per il malto prodotto apposta per darle leggerezza e profumi e aromi lievi e sfumati in un bouquet leggero e piacevole, asciutta con una leggera persistenza molto bella e un luppolo in giusto contrapppunto con i malti, frizzantezza e alcol in corretto equilibrio, nessuna componente è invadente, né prevale sulle altre dando una finale sensazione di freschezza: questa birra è definita dal birraio la versione attuale di una tradizionale “ale” belga.
Ha fatto seguito la “Triporteur Hel”, con un malto che è stato torrefatto con un “trattamento infernale” ci dice il maltatore-birraio. Scura, con sentori di torrefatto liquirizia, caffè come si addice a una “porter”, anche se interpretata da Bom, scorrevole di facile bevuta, aromi e profumi tipici e così i sapori tutti giocati sulla levità, una luppolatura il necessario per accompagnare i malti scuri e un alcol ben governato, che l’hanno fatta prediligere a chi ha scelto piatti piuttosto impegnativi.
Terza birra del privilegio, la “belgian oak”, dal colore dorato, molto “belgian ale”. Anche questa di corpo leggero e scorrevole bevuta con un gradevole leggero retrogusto di tostato,scelta per alcuni fine cena con i dessert. Il resto delle birre in degustazione, una “kreek”, una “sour” e una “Bling imperial king” tutte con caratteri comuni nella leggerezza, scorrevolezza, equilibrio, finezza di aromi del malto e dei luppoli. Tutti a bouquet in garbata contesa con gli altri aromi .Massimo controllo dell’alcool che ben supporta il corpo delle singole birre. Due serate estive piene di consenso e ben caratterizzate nella loro proposta di intrattenimento.