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L'evento

I dieci vini imperdibili al Vinitaly… secondo Giancarlo Gariglio

28 Marzo 2023
Giancarlo Gariglio

Ecco ci siamo, finalmente è tempo di Vinitaly e gli amici di Cronache di Gusto mi hanno chiesto i 10 vini imperdibili da poter assaggiare nel grande bailamme della fiera veronese. Non è semplice visti i numeri monstre che anche quest’anno saranno messi in campo, ovvero una cifra che oscilla intorno alle 4 mila cantine. Insomma, diciamo che il mio elenco purtroppo non sarà assolutamente esaustivo, ma figlio di assaggi che sono stati ripetuti durante l’anno, non ultimi durante le 3 giornate che invece abbiamo organizzato a Bologna con la recente Slow Wine Fair. Ma bando alle ciance e arrivo a raccontarvi alcuni produttori e alcuni vini che secondo me sono molto validi e valgono uno slalom tra i vari padiglioni.

Borgo Maragliano – Pad. 10 O4
Federico Galliano Brut Nature Blanc de Blanc 2014

Non c’è bolla piemontese che ormai non sia Alta Langa, ma se c’è una cantina che ha creduto in questa tipologia ancor prima che questa fortunata e rampante denominazione stesse crescendo a doppia cifra come accade ora è sicuramente questa azienda di Loazzolo, uno dei borghi più belli e minuscoli delle colline astigiane. Qui si realizzano spumanti di altissimo valore tra l’altro offerti a prezzi davvero molto concorrenziali, nonostante anche i tanti mesi che trascorrono sui lieviti. Da provare.

Vicara – Pad 10 Stand H3
Grignolino del Monferrato Casalese .G

Per non cadere sempre su Barolo e Barbaresco e per raccontare anche un’altra faccia – pulita, bella, fresca – ecco questa azienda fondata nel 1992 dalla fusione di tre aziende Visconti, Cassinis e Ravizza, da qui il nome. Due sono i vitigni che qui la fanno da padrone, la barbera e il grignolino, noi vogliamo esaltare soprattutto il secondo che su queste colline dà il meglio di sé regalando profumi elegantissimi, bocca austera e tannica e una beva salata e gustosa. W il grignolino!

Tenuta Mazzolino – Palaexpo Stand B11
Pinot Nero Terrazze Alte
Siamo in una terra dalle potenzialità enormi, purtroppo non comprese fino in fondo in primis da chi la abita e da chi ci lavora. Non è il caso di Francesca Seralvo super donna sprint del vino, capace, volitiva e soprattutto seria e determinata. Dal 2015 si dedica anima e corpo a questa cantina ereditata dal nonno, in pochi anni la sua impronta ha impresso una sterzata decisa alla qualità dei vini prodotti aggiungendo personalità e puntando molto sul pinot nero, i risultati sono molto buoni e sui questa etichetta prodotta nei vigneti più alti ecco si esalta la freschezza e la godibilità della varietà. Una goduria.

Tenuta Roveglia – Palaexpo Stand A4/A5
Lugana Limne

Basta pensare al Lungana come bianco con alto residuo zuccherino dedicato ai turisti tedeschi che hanno comprato mezzo Lago di Garda, Non è così, o almeno non è sempre così, non certo nel caso di questa azienda, che vede 3 donne al comando: Babettli, Sara e Vanessa Azzone. Il Limne è fragrante e, nascendo su un suolo fortemente argilloso-calcareo, ricchissimo di Sali minerali in bocca esplode con la sua leggerezza e sapidità. Un outsider che taglia il traguardo per primo.

Primosic – Pad. F Stand 24MMW
Ribolla Gialla Oslavia Riserva

Collio e Primosic sono un binomio imprescindibile, tanto che la prima bottiglia del nascituro Consorzio fu proprio la loro nel lontano 1967. Ora, che di vino ne è passato tanto sotto i ponti, la cantina è gestita dai fratelli Marko e Boris, affiancati dal padre Silvan. Per Primosic la ribolla è il vitigno del cuore e questa riserva quella più sperimentale e amata in modo viscerale. Un vino ancestrale, che grazie a un’attenta lavorazione e a una sensibilità enologica non indifferente non risulta mai troppo ricca o stucchevole, nonostante l’uva venga raccolta in lieve surmaturazione e la macerazione duri 24 giorni. Arriva a noi un bicchiere complesso, ricchissimo di carattere e profondo sia nella beva sia nei profumi. Riscatto orange!

 

Altri cinque vini da non perdere...

Luretta – Pad. F Stand 46BIO
Colli Piacentini Malvasia Boccadirosa

La rivincita di un vitigno quasi dimenticato se non snobbato dai più, soprattutto da chi ritiene che gli aromatici vadano bene solo per produrre vini dolci. Qui invece siamo di fronte a una mano molto felice nel gestire l’esuberanza dei profumi e che in bocca pur risultando grasso e compatto è ringalluzzito da un lievissimo petillant che ne allunga il sorso. Lucio Salamini che è al comando di questa azienda artigiana che fa della sostenibilità il suo vessillo ha anche nella barbera e croatina due carte da giocare non da poco. Insomma, Colli Piacentini felix.

Montalbino – Pad. 8 Stand C8/C9 – 13
Montalbino Rosso

Azienda giovanissima, in mano di ragazzi giovanissimi. È uno spettacolo conoscerli e aver la possibilità di assaggiare i loro vini. Certo una bella sfortuna – per usare un eufemismo – fermarsi a pochi passi dal Chianti Classico e non godere del cappello protettivo di una denominazione tanto importante, però Giulio Tinacci, poco più che ventenne, non demorde e anzi ha aperto a uno stile che fa della beva il proprio cavallo di battaglia. Questo rosso è emblematico, frutto di un taglio di fogliatonda, canaiolo e un po’ di colorino e sangiovese, guizza in bocca, corre come una lepre che non a caso fa bella mostra di sé in etichetta.

Torre dei Beati – Pad. 12 Stand E4-F4-G4-H4-H3-G3-F3-E3
Montepulciano d’Abruzzo Cocciapazza

Se ci sono due vignaioli che oltre dieci anni fa mi hanno fatto ricredere sul Montepulciano questi sono Adriana Galasso e Fausto Albanesi. Fino ad allora, fatta eccezione per i sommi Valentini e Pepe, facevo fatica con questo vitigno, troppo concentrato, tosto e masticabile per i miei gusti. E invece, poi arriva Torre dei Beati a portarmi una ventata di entusiasmo e freschezza, facendomi innamorare di questa varietà. Il tutto praticando un’agricoltura bio e producendo anche un olio extravergine da capottarsi.

Masseria Cuturi – Pad. 8 Stand H1
Primitivo di Manduria Chidro

L’Italia, lo sappiamo, è ricchissima di bellezze. Questa azienda agricola è una delle sue perle più lucenti e anche ricche di storia, tanto che si narra che qui venne piantata la prima barbatella di primitivo. Ma a parte le vestigia del passato anche il presente non scherza e ci regala delle bottiglie di grande valore organolettiche e che rispondono perfettamente sia al territorio che le vede nascere sia al vitigno.

Olianas – Pad. 8 Stand A5 – 68
Cannonau di Sardegna Le Anfore

La famiglia Casadei è conosciuta sia per altre due aziende in Toscana, sia per l’azienda di servizi alle cantine che gestiscono da anni. In Sardegna, all’inizi del 2000 hanno investito in questa realtà insieme alla famiglia Olianas ed è nato qualcosa di speciale: un’agricoltura attenta e sostenibile, ispirata da un decalogo biointegrale molto interessante e che vede la presenza di animali che interagiscono con la vite, dai cavalli Dinette e Biscotto che trainano l’aratro alle oche che scorrazzano tra i filari. I loro vini sono dinamici, vivaci, sfaccettati e davvero buonissimi.