di Michele Pizzillo
Un grande vino come il Roero che si produce in un territorio unico – oltretutto tutelato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità – non poteva ripresentarsi in modo dimesso ai suoi appassionati consumatori dopo due anni di stop forzato.
Così, il Consorzio di tutela, per il ritorno del Roero Days ha scelto la Reggia di Venaria (a una decina di chilometri da Torino) per proporre in degustazione un patrimonio di 400 etichette rappresentative di 72 produttori (Alberto Oggero, Angelo Negro, Antica Cascina dei Conti di Roero, Bajaj, Battaglino Fabrizio, Bel Colle, Benotti Rosavica, Bordone, Bosco Ferruccio, Bric Castelvej, Bruno Franco, Careglio, Carlo Casetta, Cascina Ca’ Rossa, Cascina Chicco, Cascina del Pozzo, Cascina Goregn, Cascina Lanzarotti, Cascina Val del Prete, Casetta F.lli, Chiesa, Cornarea, Costa Catterina, Dabbene Daniele, Deltetto, Destefanis, Emanuele Rolfo, Filippo Gallino, Fratelli Calorio, Fratelli Rabino, Gallino Giuseppe, Generaj, Giacomo Barbero, Giacomo Vico, Gianni Gagliardo, Giovanni Almondo, Isnardi Ernesto, Le More Bianche, Lorenzo Negro, Malabaila di Canale, Malvirà, Marco Porello, Mario Costa, Marsaglia, Massucco, Matteo Correggia, Michele Brezzo, Monchiero Carbone, Morra Stefanino, Nino Costa, Nizza Silvano, Novo Marco, Pace, Palazzo Rosso, Patrunet, Pelassa, Pescaja, Poderi Moretti, Poderi Vaiot, Ponchione Maurizio, Rabino Luigi Giuseppe, Ridaroca, Rosso Francesco, Taliano Michele, Tenuta Carretta, Tenuta Laramè, Tibaldi, Valdinera, Valfaccenda, Vaudano Enrico, Veglio Luigi e Massimo, Vignevolute). Aggiungendo laboratori di degustazione, sentieri tra i cru, cucina del Roero insieme ad una mostra fotografica sui paesaggi delle sue vigne, il libro che ne racconta la storia e il suggestivo teatro d’acqua delle fontane danzanti, la maestosità della Galleria Grande a fare da cornice ai banchi d’assaggio dei produttori. Tutto concentrato in due giorni, domenica 22 e lunedì 23 maggio.
(La reggia di Venaria)
Si rinnova così il progetto del Consorzio Tutela del Roero di portare la manifestazione ad anni alterni all’interno della regione Piemonte, individuando siti dalle caratteristiche uniche che concorrano a dare risalto alla produzione vinicola del Roero e capaci di fornire quel valore aggiunto a livello storico e architettonico che ha caratterizzato tutte le precedenti edizioni. E, che fa dire al presidente del Consorzio, Francesco Monchiero “sarà una grande emozione tornare finalmente ad incontrare operatori e appassionati. Grazie alla collaborazione tra la Reggia e i nostri produttori, siamo entusiasti di poter dare a tutti i visitatori la possibilità di visitare questa meraviglia della nostra regione, offrendo loro un vero e proprio viaggio nel vino e nella bellezza”. Infatti, il tema dell’edizione 2022 è “Roero Days – Il Roero in Reggia” in modo che i partecipanti, oltre ad immergersi nelle 400 etichette, potranno accedere al piano nobile della Reggia di Venaria per ammirare le splendide sale o passeggiare nei giardini tra opere d’arte e installazioni d’autore godendosi il clima primaverile. Insomma, un ritorno in grande stile di una manifestazione aperta anche alle famiglie visto che i ragazzi saranno accolti – come si suol dire – a braccia aperte per visitare il complesso della Reggia di Venaria mentre i genitori si “perderanno” fra le 400 etichette di vino e i laboratori di degustazione che prevedono anche due verticali di Roero Bianco e Roero Rosso con annate vecchie e nuove della Docg. L’inizio dell’evento è programmato per le ore 9.30 di domenica 22 maggio con l’apertura al pubblico della Galleria Grande dove sarà allestita la sala d’assaggio. Nel frattempo si potrà visitare la Mostra fotografica “Roero” di Carlo Avataneo e partecipare alle verticali con annate vecchie e nuove di Roero. Lunedì 23 il primo appuntamento è nella Sala Diana, con la presentazione del libro di Luciano Bertello “Roero, la civiltà dell’Arneis e del Nebbiolo” e, a seguire, le verticali guidate di Roero Docg in bianco e in rosso.
Dopo la presentazione del libro di Bertello, anche chi ignorava la storia di questo bel vino piemontese, scoprirà che nel territorio del Roero la coltivazione della vite ha origini antiche, oltre ad essere una delle componenti principali della cultura e della vita quotidiana di questa regione, il cui paesaggio è stato trasformato e plasmato dalla presenza della vigna: “colline e colline che sembrano una vigna sola; vigneti alternati a ridenti frutteti; ma anche vigneti di frontiera, quasi sospesi sulle Rocche o confinanti col bosco. Una viticoltura rigorosamente di collina, con una tradizione secolare alle spalle, testimone della vocazione viticola di queste belle e variegate colline della sinistra Tanaro albese”, racconta Luciano Bertello. Ecco perché Roero e Roero Arneis riescono a trasmettere il fascino e il gusto delle colline dove è prodotto, facendole diventare un luogo conosciuto e apprezzato da tutti gli appassionati di enogastronomia e di turismo del vino. Questo perché Roero e Roero Arneis – ottenuti da vitigni autoctoni come arneis e nebbiolo – sono i vini che sintetizzano la bellezza del suo territorio di produzione, in tutte e quattro e tipologie previste dal disciplinare: Roero, Roero riserva, Roero Arneis, Roero Arneis spumante. L’Arneis è coltivato da sempre nel Roero, tant’è che nel ‘700 si parla dell’arneis come di una tra le uve più qualitative. Mentre le prime tracce scritte sul Nebbiolo risalgono alla fine del XIII secolo. Nei secoli successivi diventa l’uva rossa più apprezzata. A partire dal 2014, un ruolo importante lo sta svolgendo il Consorzio di Tutela del Roero, presieduto da Francesco Monchiero, che oggi rappresenta 246 soci tra produttori e viticoltori operanti nei 19 comuni della docg, costituito per svolgere le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e tutela della docg “Roero”. Una denominazione che è arrivata a produrre oltre 7 milioni di bottiglie di cui il 60% che supera i confini nazionali.