(Il Decumano, uno degli “imperdibili” all'Expo)
Cartina in mano e idee ben chiare su cosa visitare. All’Expo non si potrà visitare tutto e quindi quantomeno dovremmo sapere cos voler vedere.
I suggerimenti del Corriere della Sera individuano cinque “imperdibili” dell’edizione milanese di questa Esposizione universale. E tra questi, a sorpresa, c’è il Cluster Bio-Mediterraneo. Che in questi pochissimi giorni di apertura ha fatto discutere per le condizioni non proprio ottimali del padiglione.
Da non perdere, la copertura del Cardo e del Decumano, risultato del lavoro del bolognese Massimo Majowiecki e di un gruppo di giovani progettisti dell’ufficio di Piano di Expo. Una soluzione di grande leggerezza ed eleganza tecnica che avrà la capacità di fare circolare liberamente l’aria moderando il microclima dell’asse urbano più importante del sito.
Al secondo posto il Padiglione Zero, progettato da Michele De Lucchi e curato all’interno da Davide Rampello. Si presenta all’esterno come un inaspettato frammento di Natura, con un montaggio tra una sezione di collina e una valle rivestita interamente di assiti di legno.
Terzo posto per il Padiglione del Bahrein, vera sorpresa di questa Expo. Progettato dal giovane architetto olandese Anne Holtrop e dal paesaggista Anouk Vogel, il padiglione sarà completamente smontato al termine della manifestazione e ricostruito in Bahrein dove sarà utilizzato come spazio pubblico.
Al quarto posto il “nostro” cluster, quello Bio-Mediterraneo, progettato con una formula inedita che ha messo insieme 16 università da tutto il mondo e il Politecnico di Milano. Contemporaneità e tradizioni si rispecchiano in un luogo che è insieme suq, mercato, villaggio per una comunità che cambia continuamente.
Al quinto posto, quello che, secondo gli organizzatori, diventerà il padiglione più visitato dell’Expo. Il Brasile stupisce il mondo grazie alla gigantesca rete percorribile in tutta la lunghezza del padiglione e sospesa sopra le diverse colture del Paese. Una perfetta metafora sulla delicata relazione che esiste tra noi e il mondo che abitiamo ma, insieme, un divertentissimo parco giochi in cui ogni uno potrà muoversi vivendo l’instabilità del nostro cammino e il senso di vertigine.
C.d.G.
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