Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'evento

Gli Chic Chef raccontano come cambia la cucina siciliana, tra tradizione e innovazione

29 Settembre 2015
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Tradizione, territorio, prospettive future e nuovi linguaggi del gusto: sono questi i cardini su cui ruota la cucina d’autore e la mission degli Chic Chef che oggi hanno celebrato sull’Etna la settima edizione dell’evento enogastronomico organizzato dall’associazione Charming Italian Chef (Chic), approdata a Castiglione di Sicilia, (Cantine Graci, in territorio Passopisciaro, e il Golf Resort Il Picciolo), anfiteatro naturale sul versante settentrionale del vulcano più alto d’Europa.

“Il territorio caratterizza la cucina e noi chef diventiamo ricercatori di materie prime e qui sull’Etna troviamo ancora i prodotti del contadino e questa è una grande fortuna”. Così ha esordito Pietro D’Agostino, Chic Chef per la Sicilia e una stella Michelin del ristorante La Capinera, patron dell’iniziativa, “quest'anno abbiamo scelto l'Etna, al suo paesaggio, il sottobosco, i vini, le primizie che continuano a scoprirsi e ad emozionare”.

 

Immersa nella piena atmosfera della vendemmia, la manifestazione oltre che una vetrina delle eccellenze del territorio, è stata pensata come momento di dibattito e confronto su come è cambiata la cucina siciliana tra tradizione e nuovi linguaggi del gusto, degli stili di vita sempre più declinati con le nuove parole d’ordine: salute e benessere anche in cucina.  
Per questo, sono stati chiamati a partecipare dieci chef stellati, espressione dell’alta cucina del Belpaese, insieme a produttori, esperti di settore ed enologi, che dal mattino sino al tramonto si sono alternati  in  workshop, cooking show e degustazioni. 
 
Si tratta di Raffaele Geminiani, direttore Chic Chef, Marco Sacco, presidente Chic Chef del ristorante Piccolo Lago di Verbania 2 stelle, Giuseppe Bonsignore, Hostaria l’oste ed il Sacrestano di Licata, Felice Lo Basso Unico di Milano, Simone Strano, ristorante Senses dell’Hotel Monte Martini di Roma, Sebastiano Sorbello dell’Esperia Palace hotel Zafferana Etnea, Martina Caruso dell’Hotel Signum di Salina, Andrea Ribaldone e Carmine Nozzolino Jsh Hotel, oltre naturalmente al patron Pietro D’Agostino de La Capinera.


(Pietro D'Agostino)

Il dibattito del mattino è stato dedicato al tema “La cucina siciliana: proposte innovative, evoluzione di una tradizione millenaria”, moderato da Alex Revelli dell’Università Telematica San Raffaele di Roma docente di Storia della Gastronomia. Sono intervenuti Cinzia Randazzo docente di Microbiologia degli Alimenti del Dipartimento Agricoltura, Alimentare e Ambiente Università di Catania, Onofrio Corona docente di Enologia Università di Palermo, Giuseppe Benanti Produttore vinicolo patron dell’omonima azienda, Rocco Pozzulo Presidente Federazione Italiana Cuochi, Camillo Privitera presidente regionale Associazione Italiana Sommelier e il giornalista enogastronomico Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di Gusto.

A metà giornata è stata la volta dei giovani emergenti, che si sono esibiti nel cooking show presentando dal vivo le due versioni di un piatto: quella tradizionale e l’altra innovativa.
Così, Giovanni Santoro dello “Shalay Resort’’ di Linguaglossa si è cimentato in un Battuto di agnellino ai profumi di pineta, mentre Giuseppe Raciti dello ’Zash’’ Boutique hotel Riposto, è stato alle prese con una pasta e fagioli badda di Polizzi Generosa con cotiche di suino nero dei Nebrodi, e infine Giovanni Grasso de La Plage resort Taormina ha deliziato con una mostarda edizione 2015’. 

Otto gli chef protagonisti della cena di gala “Sotto le stelle” che ha chiuso l’evento. Un piemontese, due laziali, un milanese, e tanta Sicilia da Salina e Palermo e Licata, nell’agrigentino, che attraverso i loro piatti raccontano la meravigliosa esperienza dell’Etna, l’incontro tra i prodotti stagionali del territorio e il vino etneo, facendosi interpreti di vere isole regionali del gusto.
Il primo a sfilare è stato Pietro D’agostino, con la sua Passeggiata per la Sicilia, un antipasto di polpo alla brace con mandorle pizzute di Avola, capperi di Salina e pomodori datterini di Pachino al forno, accompagnato da un mosto di fichi d’India con primizie dell’orto. Seguito da Marco Sacco, con la sua Patata sotto terra, realizzata con uovo barzotto e porcini etnei. La giovane chef di Salina, Martina Caruso, ha proposto, invece, delizia eoliana, un accostamento originale di lenticchie con lardo e cozze, mentre Felice Lo Basso non poteva rinunciare alla tentazione di preparare il tipico risotto alla milanese in una versione tutta siciliana alla parmigiana.
Decisamente anticonformista il tagliolino del romano Simone Strano, con pasta all'uovo di silvio, cremoso di mozzarella di bufala, funghi porcini dell'Etna e guanciale di maialino nero dei Nebrodi o lo Gnocco di patate con passolina, colatura di alici e puntarelle di Carmine Nozzolino. A Seby Sorbello e Giuseppe Bonsignore sono stati affidati i secondi piatti con un pesce aglassato e una ricciola affumicata constracciatella di bufala, pomodoro al profumo di campagna e briciole alle olive. Impossibile resistere, poi, alla carrellata di dolci: dalla panna cotta al mosto d’uva fragola allo zabaione freddo sifonato all’Amara o i crumble al pistacchio di Bronte, polvere di caffè arabica e cioccolato modicano e le mini brioche con spuma di ricotta al mosto. Per finire con i gelati d’autore.