da Milano, Gianni Paternò
Ancora c’è qualcuno dei nostri lettori che non ha visitato l’Expo? Corra a provvedervi. Ne vale la pena. Per un appassionato di cibo, di vino, insomma di tutto quanto ci sia di buono nel campo enogastronomico, possibilmente sostenibile per l’ambiente e per le popolazioni è un appuntamento unico, che non si ripeterà nella vita. E volete perderlo? Anche perchè l’architettura è una meraviglia.
Noi purtroppo abbiamo dedicato solamente un giorno e mezzo, ma grazie all’accredito stampa abbiamo potuto evitare le enormi code che si formano nei padiglioni più interessanti. Nonostante ciò sono tanti i padiglioni che non abbiamo potuto vedere e gli eventi a cui non abbiamo assistito. Se si ha il tempo anche 3 giorni saranno densi per una visita ancora non esaustiva. Qui i nostri consigli, per facilitarvi l’impresa.
Cominciamo dall’albergo. I prezzi sono aumentati per l’occasione, ma se non si vuole stare in centro o nelle vicinanze della fiera si trovano prezzi accessibili. L’importante è che l’hotel sia nelle vicinanze di una stazione di metropolitana, possibilmente la linea 1 Rossa che è quella che arriva al capolinea Rho-Fiera e che vi conduce direttamente alla porta principale. Considerate che dalla fermata Duomo, la più centrale, al capolinea ci vogliono 25 minuti di sola corsa. Ricordatevi, però, di acquistare un biglietto apposito e non quello della linea urbana. Poi 15 minuti a piedi per arrivare ai tornelli dell’ingresso ovest Triulza. Per i biglietti utilizzate una delle infinite offerte che trovate sul web, o negli hotel che arrivano anche a darvi il biglietto gratis. Non fatevi trovare impreparati e costretti a pagare il prezzo intero. Dalle 19 l’entrata è soli 5 euro ed i padiglioni sono aperti fino a tardi. Possibilmente non andate nei fine settimana quando la folla diventa eccessiva.
(Le statue poste all'ingresso ed i padiglioni dell'RExpo center)
All’ingresso procuratevi la mappa che è fatta veramente bene, ben intelligibile e, muniti delle scarpe più comode che possedete, cominciate l’avventura. Tutta l’esposizione si svolge attorno al Decumano, un enorme viale coperto da tendoni lungo 1,5 km.
(Un tratto del Decumano)
Cercate di andare all’apertura e prendete il bus circolare gratuito che costeggia tutta la fiera. Lo prendete alla fermata 2, sulla sinistra appena entrati, e scendete alla fermata 4, quella che vi avvicina al simbolo dell’Expo, il bellissimo albero della vita che la sera si illumina in un meraviglioso spettacolo continuo di suoni e luci a partire dalle ore 21.
Spettacolo di circa 20 minuti che non dovete assolutamente perdere. Questo quando sarà buio, ma siamo al mattino e subito mettetevi in coda per entrare nell’interessantissimo Palazzo Italia.
State attenti che la coda più tardi potrà essere anche di 2 ore e passa. L’interno è molto bello. Salite al piano superiore possibilmente con l’ascensore e scendendo vedrete allestimenti che vi stupiranno.
Le code più lunghe le abbiamo inoltre viste ai padiglioni del Giappone, della Germania, degli Emirati Arabi Uniti che ospiteranno la prossima edizione del 2020 a Dubai, dedicata all’energia ecologica e sostenibile. Se avete pazienza affrontate la coda specialmente per il Giappone dove un’infinità di hostess con gli occhi a mandorla vi guideranno tra istallazioni, filmati, postazioni interattive e cosa più interessante una bella esposizione fotografica dei piatti nazionali coi loro nomi.
L’esposizione tedesca è valida, ma è principalmente incentrata su postazioni interattive che se volete sfruttarle vi portano via molto tempo e quindi se non ne avete molto, lasciate perdere.
(Il padiglione della Germania)
Invece non perdete l’Azerbaijan, dove per fortuna si entra facilmente. Dopo istallazioni molto coreografiche assisterete ad una rappresentazione televisiva di preparazione acrobatica digitale di ricette tipiche in cui comparirete in video come spettatori.
In Austria compierete una passeggiata in mezzo alla vegetazione respirando l’aria rinfrescata da cascate di acqua nebulizzata.
Negli Stati Uniti, oltre a vari aggeggi interattivi, esplorerete i piatti tipici dei vari stati e dalla terrazza avrete una bella panoramica dell’Esposizione.
Ammirerete il Vertical Field di Israele, mille metri quadri di piante che costituiscono il più grande campo agricolo verticale mai realizzato.
Altra coda per gli Emirati Arabi Uniti, dove assisterete tra l’altro ad un bel filmato che vi immerge nel passato di questo popolo allora nomade.
Per il resto, andate dove vi portano il cuore o la curiosità, dai piccoli padiglioni a quelli enormi.
Dovrete pur mangiare e bere, operazioni che potranno essere effettuate ovunque. Non c’è chioschetto, non c’è padiglione che non offra piatti, specialità e bevande. Offra in senso figurato perchè si paga tutto. Per fortuna i prezzi in genere non sono elevati. Il nostro consiglio è di non affrontare in un solo posto un intero pasto. Rivolgetevi invece a piccole porzioni, assaggiate quante più cose vi intrighino secondo i vostri gusti, provate le proposte di vari paesi. Non buttate la bottiglietta vuota di minerale perchè ci sono tante postazioni con fontanelle di acqua trattata dove poterla riempire.
Concludiamo parlando del Cluster Biomediterraneo e di Eataly. Nel primo si svolgono giornalmente esposizioni, eventi, brevi workshop che illustrano prodotti e specialità anche con assaggi gratuiti. Nel nostro giorno il protagonista era il Parco dei Nebrodi, guidato dal presidente Giuseppe Antoci, che aveva portato produttori, specialità gastronomiche, banda musicale e gruppo di giovani majorette.
Eataly occupa ben 2 stecche di fabbricati dove le regioni italiane propongono, ciascuna con un proprio ristorante, i loro piatti tipici. Anche se non avete intenzione di gustarli un giretto vale assolutamente la pena.
(Un ristorante di Eataly)
Alla fine della giornata, magari a notte inoltrata, farete poi la strada inversa, possibilmente utilizzando il bus navetta e coi piedi fumanti, stanchi morti ma soddisfatti potrete dire: c’ero anch’io.
www.expo2015.org