(L'Albero della Vita)
da Milano, Michele Pizzillo
Da icona del Padiglione Italia sembrava destinato ad essere l’ennesima pietra dello scandalo di questo Expo che di sorprese negative non se ne fatto mancare.
E, invece, adesso l’albero della vita è visto come esempio dell’Italia che si rialza. Almeno così la pensa chi ha voluto quest’opera, Diana Bracco presidente di Expo 2015, chi ne ha finanziato il progetto, la Coldiretti rappresentata dal presidente lombardo Ettore Prandini e chi l’ha realizzata gratuitamente, le 19 imprese del Consorzio Orgoglio Brescia, che con lo sfruttamento dell’immagine, sponsor e merchandising di gadget, spera di recuperare una metà dei tre milioni di euro spesi.
Questo simbolo del Padiglione Italia completato prima del tempo previsto, è la struttura più alta del sito Expo: 35 metri di acciaio e legno intrecciati, con una chioma larga 42, che fiorirà, si riempirà di luci, giochi d’acqua e di luce, effetti tridimensionali ed effetto pioggia per offrire 1.260 spettacoli, accompagnati da 5 canzoni della tradizione italiana come ‘Mambo italiano’ cantata da Sophia Loren a “L’ombelico del mondo” di Jovanotti. Il progettista, Marco Balich, si è ispirato ad una delle opere più rappresentative del Rinascimento Italiano, il pavimento di piazza del Campidoglio di Roma, realizzata da Michelangelo, per rappresentare l’allegoria del vivaio che poi è il tema con cui l’Italia ha scelto di partecipare all’esposizione universale.
Oltre agli show che racconteranno in breve la mostra sull’identità italiana di Palazzo Italia, l’albero della vita rappresenterà un chiaro esempio di come Expo Milano possa farsi veicolo di promozione dell’imprenditoria italiana. Tant’è vero che Orgoglio Brescia ha accettato un sfida che si pensava difficile da realizzare in tempo, “per dimostrare come snellezza, voglia di fare, capacità di fare sistema e saper lavorare in gruppo possa far vincere le sfide”, sottolinea Marco Bonometti, presidente degli industriali bresciani. Mentre Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia e vice presidente nazionale, vede l’albero della vita come un emozionante racconto dell’agricoltura che producono il meglio del made in Italy, oltre ad essere il simbolo delle storie di chi ha puntato sull’agroalimentare per costruire il futuro del nostro pianeta. Ed è convinto che resterà il simbolo di una nuova era del cibo, della produzione e dell’ambiente.
L’amministratore delegato di Pirelli, Marco Trochetti Provera, ritiene che “questa grande opera contemporanea diventerà l’icona della creatività e della qualità industriale di Milano e del sistema Italia”. Mentre per Diana Bracco “l’albero sarà l’approdo del gran tour che abbiamo immaginato come filo conduttore del percorso espositivo di Padiglione Italia. Insomma, un invito a visitare le grandi e piccole bellezze dei nostri territori, le tradizioni regionali, il patrimonio enogastronomico, il mondo della ricerca, le associazioni, i nostri grandi prodotti”.
(Diana Bracco)
Dopo Expo, dove sarà collocato l’albero della vita? Scoppia una bagarre, forse nessuno si aspetta la domanda durante la conferenza stampa. Bracco dice che una decisione da parte del Comune di Milano potrà essere presa solo ad Expo finita, Bonometti è pronto a portarlo a Brescia e Prandini a metterlo nella sede romana di Coldiretti. A questo punto anche Tronchetti Provera si candida ad ospitarlo.
E, come un mantra, non è mancato il messaggio basta denigrare Expo, occorre crederci fino in fondo, smettendo di farci autolesionismo, vizio tutto italiano, ma iniziando a tifare seriamente per il successo dell'evento se vogliamo invogliare gli imprenditori stranieri a investire nel nostro Paese.