Durante il corso della presentazione della guida Vini di Sicilia 2012 del Giornale di Sicilia, tenutasi ieri sera al Castello Utveggio di Palermo, sono stati consegnati i dieci super premi.
Momento clou celebrato dai curatori della guida Fabrizio Carrera e Gianni Giardina che hanno consegnato il massimo riconoscimento a quei vini e personaggi rappresentanti del miglior spaccato della Sicilia del vino, per qualità e impegno.
Ecco i dieci super premi e le motivazioni dei curatori:
Miglior spumante: Brut Rosè 2008 – Scammacca del Murgo – Santa Venerina (Ct)
Dal fitto e lungo perlage ci è piaciuto per i profumi finissimi di frutti di bosco. Di grande piacevolezza al palato, fruttato, fresco e sapido. Per noi è anche un campione di convenienza.
Miglior bianco: Gibelè 2010 Zibibbo secco di Pellegrino – Marsala (Tp)
Il bianco che vola più in alto di tutti, al naso sprigiona piacevolissimi profumi floreali che ricordano l’acacia, la pesca bianca e delicatissimi agrumi. Al palato una bella sapidità supportata da una vena acida che lo rende ancora più intrigante.
Miglior rosso: Lusirà 2009 di Baglio del Cristo di Campobello – Campobello di Licata (Ag)
È un vino che incanta per le sensazioni di frutta: prugna, ciliegia e note di marasca. Avvolgente e corposo, di raro equilibrio, sontuosità, piacevolezza. Con tannini morbidissimi. L’eleganza dei grandi vini.
Miglior rosato: l’Osa! 2010 di Paolo Calì – Vittoria (Rg)
Non è la tipologia più fortunata dei vini che si producono in Sicilia. Ma ogni anno abbiamo sempre trovato un’etichetta migliore delle altre. Un vino dai profumi di iris e violetta e dalla vivacità leggera, petillant direbbero i francesi. Croccante e aromatico.
Miglior vino dolce: Ben Ryè 2009 di Donnafugata – Pantelleria (Tp)
È uno dei vini siciliani più buoni in assoluto. Nelle varie annate si conferma un’etichetta da primato. Profumi irresistibili di albicocca e datteri, mai stucchevole. Grande persistenza. Legame col territorio fortissimo. Un classico del bere bene.
Miglior vino nel rapporto qualità-prezzo: Calanica Frappato & Syrah 2010 di Duca di Salaparuta – Casteldaccia (Pa)
Uno stile moderno che coniuga piacevolezza, eleganza e struttura. Che richiama il terroir e strizza l’occhio al mondo intero. In enoteca a poco più di cinque euro. Un biglietto da visita della Sicilia.
Miglior azienda emergente: Tenuta Gatti di Nicolas Gatti – Librizzi (Me)
Un po’ di attenzione perché questa cantina sta dando visibilità a un territorio con margini di crescita colossali. E i titolari lo sanno, tanto che stanno scommettendo tutto su quella fascia di terra che guarda il mar Tirreno. E con un risultato immediato: aver attirato i riflettori degli appassionati sempre in cerca di novità e di sorprese. Insomma, ne sentirete parlare.
Miglior enologo: Salvatore Martinico.
Se lo andate a trovare in qualche cantina non vi porta a vedere le botti e i fermentini. Ma il vigneto. Quasi un’ossessione. Se vi fa assaggiare qualche suo vino non vi dice quant’è buono ma che quello è il territorio. E con serena ostinazione e ottimi risultati sta stanando il volto profondo di tante realtà vitivinicole della Sicilia.
Miglior rapporto cantina-territorio: Gulfi – Chiaramonte Gulfi (Rg)
La vista sui vigneti è già un colpo d’occhio che vale il viaggio. Se poi vi avvicinate vedrete le piante fitte e sistemate in un disegno armonico e rigoroso come pochi. E a tenere tutto in riga i filari solo paletti di pino marittimo. Un dettaglio che ci dice molte cose. Squarci di paesaggio siciliano che vorremmo vedere più spesso. Vince il superpremio come miglior rapporto cantina-territorio.
Miglior viticoltore: Giovanni Bonomo
Guardategli il volto. Guardategli le mani. È un uomo della terra di quelli che piacciono a noi. E che sono i grandi custodi del vino e dei territori estremi. Aggiungete pure che lavora in un contesto geografico difficile. Dove la vigna va difesa dal vento e dal sole cocente. La sua uva è garanzia di qualità per tutti. Noi lo abbiamo voluto qui per il suo impegno e la sua esperienza.