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L'evento

Dalla casese agli iaruffuliddri, 60 verdure in mostra. E gli esperti spiegano come cucinarle

09 Aprile 2015
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La più rara è la casese che si trova solo in alta montagna. È una sorta di finocchio in miniatura tipico delle Madonie che viene raccolto solo prima di fiorire, nell’arco di quattro o cinque giorni.

Si consuma sbollentato e condito con olio e aceto. Spesso viene conservato sott’olio e usato come aperitivo.

Poi ci sono i iaruffuliddri, difficili da trovare. Se ne raccolgono solo le cime che vengono mescolate con l’uovo in una sorta di frittata, ma, assicurano gli esperti, sono buoni anche crudi in insalata. Quindi gli aprocchi di picurara, una verdura che fa bene al fegato e che è molto usata dai pastori mescolata a pasta e ricotta, oppure i purretti, piccoli porri da gustare in pastella.

Sono solo alcuni degli esempi di verdure spontanee che sabato 11 e domenica 12 aprile sarà possibile conoscere e degustare ad Isnello, piccolo comune in provincia di Palermo, nel corso dell’ottava sagra dedicata alle verdure antiche e tradizionali.

Tra cardeddri, scavuni, urrania, cicoria russaardicuarazzi esparagi di rizza, solo per fare alcuni esempi, sono circa sessanta le verdure che saranno in mostra nella due giorni della sagra, con esperti pronti a spiegarne caratteristiche ed usi in cucina. Alcune, come la casese, sono tipiche di Isnello e sono conosciute esclusivamente col loro nome dialettale, altre sono più diffuse ma comunque caratterizzanti il territorio madonita, prezioso scrigno di biodiversità.

Ad organizzare la sagra con l’intento di valorizzare le risorse del territorio è la Pro loco del paesino che fa parte del Parco delle Madonie. “Abbiamo voluto scommettere su qualcosa di cui le nostre terre sono generose, qualcosa non creato dall’uomo ma che fa parte della nostra cultura da generazioni, le verdure spontanee che hanno nutrito noi, i nostri genitori e i nostri nonni”, spiega il presidente della Pro loco Pino Carollo, ex insegnante di matematica in pensione, appassionato conoscitore dei prodotti della terra.

“Abbiamo voluto mettere a disposizione degli altri le risorse del nostro territorio – dice Carollo – e con questa sagra valorizziamo non solo l’aspetto nutrizionale delle verdure ma anche quello ludico e di benessere dell’uomo perché andare a raccogliere verdure vuol dire anche fare movimento e stare a contatto con la natura”.

E la sagra è il momento culminante di un’attività di informazione che la Pro-loco porta avanti tutto l’anno soprattutto nelle scuole, per non far perdere ai giovani la memoria e le tradizioni legate ai prodotti della loro terra.   

Il programma prevede dibattiti, concerti, escursioni e passeggiate in compagnia di esperti per imparare a conoscere le verdure commestibili e, naturalmente, degustazioni di piatti a base di verdure locali preparati dai ristoratori di Isnello e dalla scuola di cucina Ipsseoa di Cefalù.

Clara Minissale