di Sara Spanò
Abbiamo trascorso una giornata sull’Etna da Pietradolce, cantina della famiglia Faro, a Solicchiata, nel comune di Castiglione di Sicilia.
Qui si è tenuto l’evento organizzato da Cuzziol GrandiVini, nota distribuzione veneta che ha selezionato da tutta l’Europa alcune tra le aziende più rappresentative del suo portfolio, portandole per la prima volta in Sicilia, in uno dei siti più importanti del panorama vitivinicolo dell’isola. Da alcune chiacchiere scambiate con i produttori emergono subito quei valori che li accomunano al pensiero che sta alla base di Cuzziol GrandiVini, la cui selezione è specchio del territorio e dell’uomo. “L’intera produzione è incentrata sul concetto di rappresentare il territorio: produciamo vini che rispecchiano il vitigno, il clima e la terra, che sono identitari e che vengono ricordati senza necessità di mostrare i muscoli, anzi proprio per l’eleganza, equilibrio e armonia. L’idea del vino del futuro è quella di un vino che regga il tempo e che punti su raffinatezza e freschezza”, dice Valentina Tessari, enologa e proprietaria di Suavia, azienda del Soave Classico. E in effetti il Massifitti Suavia 2018, da uve Trebbiano, è un vino schietto ed elegante, caratterizzato al naso da profumi vegetali accompagnati da quelli di fiori gialli e da una nota lavica. Il sorso è verticale, dotato di buona acidità, di una grande mineralità e di una nota sapida che lo accompagna sul finale.
Dello stesso pensiero anche Marco Caschera, direttore commerciale di Vincent Girardin, Domain situato in Borgogna, a Meursault: “Il nostro scopo non è solo quello di fare vino, ma di avere lo specchio del terreno nel bicchiere. Otteniamo questo ad esempio attraverso un uso molto moderato del legno e non andando in surmaturazione. L’idea è quella di usare lo Chardonnay e il Pinot Noir come un postino che porti la mineralità e l’identità del suolo fino alla bottiglia. Senza problemi di ego e senza dimenticarci che il vino deve portare piacere”. Nonostante sia impossibile non citare l’assaggio di Meursault Les Narvaux 2018, ci ha sorpreso l’interpretazione di Pinot Noir ritrovata nel Savigny-Les-Beaune Vieilles Vignes 2017 che offre un naso elegante di piccoli frutti rossi, spezie dolci, liquirizia e pepe. Al palato è dinamico e giocato su un contrasto tra la succosità, la polpa della frutta rossa e la spiccata acidità che lascia la bocca pulitissima. Avvolgente, lungo e persistente è dotato di tannini fini e perfettamente integrati nel sorso. Tra i vini degustati ci ha colpito anche il Blanc de blancs Vertus Premier Cru Le Sud 2015 di Mandois, Maison con sede a Pierry nello Champagne, oggi affidata a Claude Mandois. È un vino elegante e pulito al naso, ricco di profumi ben definiti di frutta a polpa bianca, mela, pera, agrumi, fiori bianchi e note di zenzero. Il sorso è fresco e sapido, agrumato. Un prodotto fortemente identitario in cui si ritrova tutta la ricchezza del territorio di origine: “I consumatori vogliono conoscere sempre più a fondo i terroir ai quali appartengono i vini che bevono ed il futuro si muove nella stessa direzione di ciò che stiamo già facendo ora, cioè vinificare per singoli village”, dice Claude Mandois.
Al contrario in Sicilia c’è chi pensa che il concetto di territorialità non sia così naturale e che vada ancora spezzettato. Come ad esempio per “il Nero d’Avola che, addirittura, dalla dicitura Doc Sicilia non trae un vantaggio – dice Fabio Sireci, dell’azienda Feudo Montoni di Cammarata, in provincia di Agrigento – Nella nostra Isola abbiamo una tale poliedricità che, per potere parlare di micro-territorialità dovremmo prima cominciare a dividere i macroterrirori in microterritori, così come accade in Borgogna ad esempio”. La giornata si è rivelata un momento di condivisione tra i produttori e i clienti “grazie all’interesse e all’apertura mentale da sempre tipica della Sicilia, terra di grande fusion culturale – racconta Paolo Leone, direttore vendite di Cuzziol GrandiVini – Idea vincente quella di far tenere l’evento in una cantina come Pietradolce, in uno scenario come quello dell’Etna, che si è affacciato sul mercato internazionale con prepotenza. La Sicilia si conferma non solo terra di accoglienza, ma anche di grande risposta: i clienti ci hanno raggiunto da tutte le parti dell’isola e perfino dalla Calabria, con il risultato di un’affluenza superlativa”. Un’occasione da ripetere anche per Michele Faro, felice di avere ospitato tanti amici produttori da tutta l’Europa: “Abbiamo raggiunto fino a 500 presenze durante la giornata cominciata come un momento tecnico diventato poi un momento di condivisione, un modo per far conoscere l’Etna e per trasformare questo territorio in un punto nevralgico del vino nazionale e internazionale” conclude Michele.
Qui di seguito ancora alcuni tra i nostri migliori assaggi:
Sauvignon Vert Opoka Cru 2019 di Marjan Simčič (Dobrovo, Slovenia)
Vino complesso ed equilibrato, offre al naso erbe aromatiche come aneto e alloro, profumi di scorza di limone, fiori di campo, spezie, vaniglia e amaretto. Il sorso è elegante e fresco, dotato di grande sapidità e persistenza.
Contrada Santo Spirito 2016 di Pietradolce (Solicchiata, Sicilia)
Di grande eleganza ed intensità, all’olfatto si presenta leggermente austero, con profumi speziati di pepe nero e floreali di potpourri, note di sottobosco e un tocco balsamico. In bocca è strutturato, vibrante e fresco, I tannini sono fini. Un vino intrigante.
Barolo Bussia 2018 di Parusso (Monforte D’alba, Piemonte)
Perfetta espressione di territorialità, è un vino dal profilo fine che presenta un bouquet fatto di frutti rossi, note agrumate, profumi floreali ed erbe aromatiche come la menta. Segue un sorso corposo e incisivo, caratterizzato dalla morbidezza dei tannini e dai sentori speziati che accompagnano il finale.
Brunello di Montalcino 2017 Ridolfi (Montalcino, Toscana)
Composto ed elegante, all’olfatto è caratterizzato da un gioco di chiaroscuri, ricco di piccoli frutti neri, profumi floreali, sentori fumé, speziati e un tocco balsamico. Il sorso è equilibrato e speziato, dotato di buona freschezza e persistenza. I tannini sono ben presenti ma smussati.