(Nicola Di Tarsia e l'abbraccio fra Gianmarco Tognazzi e Danilo Pelliccia)
di Micol Ferrara, Torino
“La mia è una cucina d'arte. La soffro come pochi. Ed è per questo che do un'importanza fondamentale anche alla scenografia che l'accompagna, all'atmosfera che la circonda, a tutto quel flusso di sensazioni piacevoli che ti provengono dalla memoria o dall'ambiente.”
Ed è stato esattamente questo il leitmotiv della cena dedicata ad Ugo Tognazzi in occasione della serata conclusiva del Torino Film Festival. Ospiti di Silvia Zanini al ristorante TorNa di Torino), l’evento ideato e coordinato dallo chef Danilo Pelliccia dei Due Cesari di Torino, può considerarsi una sfida ben riuscita, una ricerca impegnativa in grado di poter coniugare la tradizionale cucina romana – di cui si definisce custode – ai virtuosismi della cucina piemontese gourmet. Per raggiungere questo obiettivo è stato prezioso l’apporto dello chef Nicola di Tarsia e del sous chef Alessandro Braga insieme a tutta l’allegra e numerosa brigata che ha lavorato senza sosta dimostrandosi capace nella difficile arte del fare squadra.
(Gianmarco Tognazzi racconta i vini della serata)
Con le Animelle, carciofi e maionese all’aglio nero afferma lo chef Di Tarsia: “Ho voluto rendere protagoniste anche le foglie del carciofo facendone una crema per l’aglio, dove lui rimane sempre protagonista dietro le quinte, ma lascia salire il profumo dell’aglio in veste di una maionese”. Tra gli antipasti anche il Carpaccio di vitella, uovo marinato al tartufo. Lo storico risotto al nero di seppia rivisitato dallo chef Pelliccia con l’aggiunta di “pecorino e scorza di limone”; e ancora, Spalla di Porcellino cotto al fieno; patate alla checca e cipolline di Ivrea. E, per concludere, Babà alla puttanesca. Il tutto accompagnato dai vini de La Tognazza – non una cantina qualunque – bensì il prolungamento del sogno di Ugo oggi vivo grazie alla passione e alla determinazione del figlio Gianmarco, che ricorda le parole di suo padre: il vino “arriva dalla terra e tutto ciò che può darci la terra dobbiamo produrlo in famiglia.”
(Danilo Pelliccia)
Come se fosse, Tapioco e Antani sono stati i protagonisti della serata. Gianmarco ne ha illustrato tavolo per tavolo le caratteristiche, i pregi e le origini allietando tutti i commensali perché la Tognazza produce un vino che “non ha voglia di essere raccontato secondo schemi canonici” come sottolinea il Direttore Alessandro Capria. A rendere ancora più irriverente e godereccia l’atmosfera, assolutamente fuori dall’ordinario, è intervenuta anche la stornellatrice romana, seppur piemontese, Rossella Vicino accompagnata da Alfio Raffaele che hanno allietato con “scanzonata simpatia” gli ospiti. Una cena che senz’altro si potrà ricordare con le parole del loro omaggio ad Ugo nella canzone “risotto amaro”: “stando bene attenti mischiando dolcemente gli ingredienti”. Un evento unico ma non irripetibile. Un tour di zingarate verrà presentato la prossima primavera. Un modo sano di non prendersi sul serio facendo però le cose sul serio. Al di là di paradossi e giochi di parole questa sembra rappresentare una indiscussa chiave per il successo.