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L'evento

Champagne, la crisi è alle spalle: in Italia cresce l’import di bottiglie

10 Settembre 2015
Domenico-Avolio_champagne Domenico-Avolio_champagne

L'8 ottobre a Milano la giornata organizzata dal Bureau. “Il boom del Prosecco? Non ci preoccupa minimamente”


(Domenico Avolio)

Sarà la giornata dello champagne per eccellenza. A Milano, il Bureau du champagne, organizza l’8 ottobre, un giorno dedicato alle maison che producono il “biondo chiaro” più famoso nel mondo.

Appuntamento a partire dalle ore 12 e fino alle ore 20 all’Hotel Principe di Savoia di piazza della Repubblica, per un pomeriggio esclusivo, visto che l’accesso sarà riservato solo ai professionisti e solo con relativo invito del Bureau. Saranno circa 40 le Maison che prenderanno parte all’evento, ormai consuetudine del panorama dello champagne, con la formula classica dei banchi di assaggio ed una piccola innovazione che, però, Domenico Avolio, direttore in Italia del Bureau du Champagne, non vuole ancora svelare.

“Ci avviamo a questa giornata con un dato molto positivo alle spalle – spiega Avolio -. Il 2014, infatti, ha fatto registrare un aumento dell’import in Italia di bottiglie di champagne dell’8,1 per cento”.
Rispetto al 2013, “annus horribilis” per lo champagne con 5,3 milioni di bottiglie importate, il 2014 ha fatto segnare un dato positivo che fa ben sperare per il futuro: sono quasi 5,8 milioni, infatti, le bottiglie acquistate dall’Italia.


(Thibaut Le Mailloux, direttore della comunicazione del Comité Champagne, che sarà presente al Principe di Savoia, con Domenico Avolio)

Nella classifica dei paesi consumatori di champagne l’Italia è scivolata al settimo posto, ma la ripresa sempre ormai ben avviata dopo un periodo di crisi nera. Al primo posto, rimane saldo il regno Unito che importa 30 milioni di bottiglie; seguono gli Stati Uniti con 19 milioni e la Germania con 12,6 milioni. “Sono i tre paesi consumatori per eccellenza di champagne – spiega Avolio -. Le loro posizioni in testa a questa classifica sono stabili da anni”.
Sorprende il quarto posto del Giappone che importa 10,4 milioni di bottiglie; poi Belgio con 9,7 milioni di bottiglie, Australia con 6,5 milioni e l’Italia con 5,8 milioni. Chiudono Svizzera (5,5 milioni di bottiglie), Spagna (3,4 milioni) e Svezia (2,6 milioni).

Il boom del Prosecco, sebbene si stia parlando di due tipologie di prodotto diverse, con dati in crescendo anno dopo anno, non preoccupa i produttori di champagne: “In Italia è molto chiara la differenza tra i vini spumanti, la tipologia e il posizionamento – spiega Avolio -. Non metto assolutamente in relazione il fenomeno del Prosecco con lo champagne. Percchè se uno vuole bere champagne sa già su quale fascia di prezzo deve orientarsi”.
Confermata anche per quest’anno l’assenza dalla giornata organizzata dal Bureau del Club Excellence formato da importatori del calibro di Sagna, Cuzziol, Meregalli, Pellegrini, Sarzi Amadé, Balan, Heres e Vino & Design. Il club infatti chiuderà il Merano Wine Festival il 10 novembre con un evento specifico dedicato al mondo dello champagne.

G.V.