>“Finalmente il vino italiano ha il rispetto che merita”. Piero Antinori, patron di una delle cantine più prestigiose e presidente dell'Istituto Grandi Marchi lo dice al simposio dei Master of Wine riuniti in questi giorni a Firenze.
Antinori parla con altri produttori come Alberto Tasca d'Almerita, Gaia Gaja e Maurizio Zanella. Un'occasione importante per comunicare oggi lo stato dell'arte del vino italiano.
Antinori ha detto subito di essere stato fortunato perchè ha vissuto un periodo di grandissimi cambiamenti, dalla pre rivoluzione alla post rivoluzione, cinquant'anni avventurosi e ancora oggi carichi di prospettiva.
Antinori fa alcuni esempi e spiega: “Abbiamo nuovi obiettivi e una visione per il futuro e possiamo fare ancora molto per migliorare la situazione. Per esempio, il venti per cento dei vigneti italiani non sono orientati a una produzione diretta verso la qualità. Dobbiamo riconvertire questo venti per cento anche con l'aiuto dell'Unione europea.
Un altro obiettivo è quello di migliorare la comunicazione di quello che facciamo e migliorare il modo in cui facciamo conoscere il valore e la personalità delle tante varietà di uve che possiede l'Italia.
Ed ancora lavorare sui territori. Non tutte le regioni italiane hanno la stessa fama. Una regione, per esempio, che ancora non è sufficientemente conosciuta è la Puglia che ha varietà autoctone straordinarie come il Primitivo, Negroamaro, Nero di Troia, Bombino, Aglianico. Tutto questo con il valore della bellezza. I paesaggi, le chiese…ecco credo che bisognerebbe fare per la Puglia quello che si è riuscito a fare per la Sicilia”.
F. C.