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L'evento

Alla vigilia di Sicilia en Primeur le prime impressioni della stampa estera

19 Aprile 2012


da sinistra Ronn Wiegand, la produttrice Josè Rallo e Mayumi Nakagawara 

Oustanding” (straordinaria).

Con questa parola Ronn Wiegand Master of Wine, Master Sommelier, editorialista e giornalista statunitense ha commentato la sua prima visita in Sicilia. Approda per la prima volta sull’Isola per partecipare a Sicilia en Primeur. Oggi alla vigilia dell’evento, ha voluto scoprire la realtà di Donnafugata visitando i vigneti.

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a conclusione di una degustazione in cantina. Sulla Sicilia del vino ha manifestato stupore. Intanto per le similarità con la Napa Valley, da cui proviene. “Appena ho messo piede qui ho visto che il clima, i colori, il terreno, qualcosa che è nell’aria richiamavano tantissimo la California e in particolare la Napa Valley. Paesaggisticamente parlando bellissima”. E sui vini, utilizza ancora un’unica sola parola: “di grande potenzialità”. Termine che ha esteso al comparto siciliano in generale, ad indicare la marcia in più che può giocarsi sullo scenario internazionale. “Altissima qualità, ha tantissimi aspetti interessanti. Ho assaggiato sia varietà internazionali che locali, e assaggerò  tanto anche in questi giorni. Il mio parere è positivo. Ma posso già dire, e ne ero convinto da prima, che la Sicilia è una delle regioni del vino più straordinarie. Mi incuriosisce l’Etna, ma ancora non è molto conosciuta da noi, la qualità dei suoi vini e il territorio conquisterà il consumatore”.

Chi è già stato conquistato dalla Sicilia è il consumatore giapponese. Ce lo ha detto Mayumi Nakagawara, sommelier, scrittrice e giornalista dal Giappone, anche lei oggi in visita a Donnafugata. “La Sicilia piace. Viene riconosciuta e sta crescendo come brand. Anzi abbiamo accolto con favore l’idea della Doc Sicilia. Questo la agevolerà ancora di più nei nostri mercati. I consumatori asiatici stanno imparando a bere siciliano e apprezzano”. La scalata del livello qualitativo di questi ultimi anni per la giornalista starebbe poi contribuendo al successo oltre confine. “E’ cambiato lo stile, sia nei bianchi che nei rossi. I rossi adesso sono molto più bilanciati e con una struttura tannica ingentilita. Sono più fruttati. E rispecchiano il lavoro che si sta facendo per valorizzare il territorio. L’essersi poi concentrati sulle varietà autoctone ha dato la spinta decisiva verso i più alti standard qualitativi”. E sui bianchi così si esprime: “Quest’Isola è terra vocata per la bacca bianca. Vanta terreni, escursioni termiche ed influenze del mare che favoriscono l’acidità, la giusta sapidità e il bouquet. I bianchi li trovo di ottimo livello”.

C.d.G.