Il riconoscimento, ancora in fase provvisoria, dovrebbe diventare definitvo a breve
da Milano, Michele Pizzillo
È stato scelto il Festival Olio Officina di Milano per presentare il primo olio siciliano certificato Igp. È quello che ha fatto degustare Stefania Milio, che a Ficarra è proprietaria di due ettari di oliveto secolare e produce mediamente 200 chili di olio all’anno.
È opportuno chiarire che si tratta di una Igp in protezione nazionale transitoria perché è ancora in corso l’istruttoria per il riconoscimento ufficiale e definitivo da parte delle istituzioni competenti, anche se non ci sono motivi tali che ne possano bloccare l’approvazione.
A questa Igp in Sicilia credono molto, perché dovrebbe rappresentare un valido strumento per fare viaggiare per il mondo anche l’olio, così come già avviene con il vino e per molti prodotti agroalimentari che si fregiano del brand Sicilia. Tant’è che la presenza al festival milanese organizzato da un esperto come Luigi Caricato, per la dirigenza dell’Istituto regionale del vino e dell’olio è ritenuto importante nel quadro delle iniziative che saranno programmate nel corso del 2016 finalizzate a fare conoscere meglio l’olio extra vergine di oliva di Sicilia.
(Stefania Miglio, Michele Riccobono, Maria Vigiani, Lucio Monte e Felice Caprara)
Dice il dirigente che è stato un po’ il referente della missione milanese, Michele Riccobono: “Dobbiamo costruire attorno all’olio la stessa immagine di cui gode il vino, quello di brand di qualità. Sicuramente ci vorranno diversi anni, perché si è perso molto tempo. I presupposti per andare veloci ci sono tutti come dimostra l’attenzione che abbiamo riscontrata a Milano”. Infatti esperti e appassionati dell’oro verde che si sono fermati al banco espositivo riservato alla Sicilia, hanno voluto degustare tutti gli oli arrivati dell’isola (Premiati oleifici Barbera, Frantoi Cutrera, azienda agricola San Noto di Calogera Milio, azienda agricola Terre di Landro di Giulia Di Vincenzo, azienda agricola La Tonda, Planeta, Frantoio Polizzi, Antica tenuta del Nanfro, azienda agricola Mandre Rosse, Consorzio Etna Dop, azienda agricola Lombardo, azienda agricola Carrubbe di Caccia).
E, qui, Maria Viggiani che insieme alla signora Milio ha, diciamo, gestito la degustazione, è stata molto professionale nella presentazione degli oli, partendo quasi sempre da un prodotto ottenuto solo da Biancolilla, per esempio il Primolio che Cutrera di Chiaramonte ha estratto dalle olive il 3 settembre scorso e proseguire con la Nocellara del Belice, la Cerasuola ed anche alcuni blend dove sono presenti quasi tutte le cultivar della regione.
Risultato della trasferta milanese? “Sicuramente positivo, visto che guardiamo con fiducia alla risposta che avremo dai mercati nazionale e internazionale, anche perché il nostro è un olio di qualità”, dice il direttore dell’Istituto Lucio Monte. Che, aggiunge. “quando avremo l’Ipg Sicilia, sarà un altro discorso perché sono sicuro che ci sarà l’opportunità di consolidare la presenza sui mercati dei sei oli Dop prodotti in Sicilia, tutti proposti in degustazione ad Olio Officina che rappresentano aree olivate di straordinario fascino”.
(Il primo olio Igp Sicilia)
Sei Dop e una Igp regionale è il futuro della Sicilia dell’olio extra vergine di oliva di qualità nel mondo. Dove, grazie ad alcuni produttori è, comunque, apprezzata su molti mercati veramente importanti. E’ il caso di Manfredi Barbera che all’apertura del festiva si è collegato via Skype dal negozio di Johnny Currera, originario di Sciacca, una delle più belle gastronomie di New York e forse di tutti gli Stati Uniti, che sugli scaffali mostra una bellissima selezione di oli italiani, per stigmatizzare l’attacco sferrato dalla rete televisiva Cbs con un servizio giornalistico che definisce mafioso tutto l’olio italiano. “Meno male che qui, a New York, nessuno ha creduto a questa affermazione perché è come dire che tutti gli spagnoli sono ladri, tutti i greci imbroglioni, tutti i tunisini truffatori, tant’è vero che Currera continua a vendere olio italiano e siciliano in particolare, visto che non accusa nessun calo di richieste di extra vergine italiani”.
Però, bisogna spiegarlo bene l’olio, se si vogliono ottenere buoni riscontri commerciali. Questo è emerso dalla quinta edizione di Olio Officina.