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L'evento

A Taormina Gourmet con gli show cooking dei due stelle siciliani

21 Ottobre 2013
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Massimo Mantarro, Pino Cuttaia e Ciccio Sultano sono stati i protagonisti degli show cooking oggi a Taormina Gourmet.

Rivisitazioni alleggerite, piatti della memoria e insoliti accostamenti sono stati alla base delle ricette proposte. Il primo ad intrattenere il pubblico è stato Massino Mantarro, del S.Domenico Palace di Taormina, che ha preparato una ghiotta di baccalà alla messinese con capperi di Pantelleria, sedano verde, patate ed olive brunelle, pomodorini e una cialda di ghiotta, la parte in contrasto, croccante e dai colori piacevolmente accesi del piatto del piatto. La sostituzione del tradizionale pescestocco con il baccalà ha donato leggerezza sia nelle forme che nella cottura ed un sapore molto equilibrato. In abbinamento un Sangiovese docg, Castello Rovitorio, 2008, per un piatto dalla molteplice struttura che richiede una buona acidità.

A seguire Pino Cuttaia de La Madia di Licata con il suo cannolo di melanzana perlina in pasta croccante con pomodorino dolce e ragusano dop. Un vero e proprio caleidoscopio di tecniche differenti per un piatto dall’apparente semplicità e dai sapori netti essenziali che deriva da un ricordo d’infanzia, come molte delle ricette dello chef ed efficace veicolo di comunicazione e di cultura. In abbinamento un rosso di Montalcino, Sangiovese in purezza 2011, Castello Romitorio che sostiene bene la componente untuosa ed acida della melanzana fritta e della salsa di pomodoro, come quella aromatica e dolce del ragusano.

E per concludere Ciccio Sultano del Duomo di Ragusa, con due piatti: “polipetto verace, croccante di seppia , patata fondente, salsa verde all’arancia e capperi iblei canditi” e  “volevo essere fitto, cannolo di ricotta, gambero e caviale”. Partendo dall’importanza della materia prima, lo chef ha composto in diversi passaggi due piatti intriganti per consistenze, incontri di aromaticità e componenti gustative diverse e abbinamenti insoliti, utilizzando anche ingredienti poco usuali come la testa del gamberone e verdure amaricanti locali. 

Daniela Corso