Grand Hotel Villa Igiea, salita Belmonte 43.
Situato a Palermo alle pendici del Monte Pellegrino è un hotel di lusso (122 camere e 17 suites), considerato tra i primi dieci alberghi più belli al mondo.Cinque stelle con un affaccio strepitoso su un mare cristallino che sembra confondersi con la linea dell’orizzonte. Dicono che sia un luogo senza tempo che affascina e a volte stordisce come il gelsomino o l’alloro. Un angolo di mondo, sospeso tra reale e ideale, che è anche un monumento, un riferimento chic e culturalmente rilevante di Palermo.
Villa Igiea, autentico gioiello liberty, oggi fa parte del gruppo Acqua Marcia, è stata un tempo la fastosa residenza dei Florio, intimamente legati alla committenza di Ernesto Basile che ne ha curato gli splendidi interni, scrivendo una pagina importante della storia del liberty italiano. “I nostri ospiti” dice Vito Giglio, direttore di Villa Igea “conoscono molto bene la storia dei Florio, il loro amore nei confronti del liberty e la bellezza struggente di Donna Franca, il cui splendore fu immortalato anche dal Boldini. Un ritratto che, dopo varie peripezie, è ritornato nel suo luogo d’origine e che campeggia in tutto il suo splendore nel ristorante dell’hotel”.
Vito Giglio
Quali sono gli andamenti, le richieste e lo stato dell’arte nel settore alberghiero del lusso?
“L’andamento sicuramente è molto positivo nonostante la crisi che stiamo attraversando e la recessione a livello internazionale. Ci sono dei segnali incoraggianti che ci arrivano dalla Cina, dall’India e dal Sud America, Brasile in particolare. Un mercato molto esigente, poi, è quello russo dal quale ci aspettiamo dei segnali più forti. Temo però che la Sicilia, in questo momento, non sia in grado di soddisfare questo tipo di clientela. I russi sono più attratti dalla Costa Smeralda o da Capri, speriamo di conquistarli presto”.
La parola “lusso” è una parola omnibus troppo spesso usata per definire luoghi elitari e un po’ distaccati dal vivere comune. Qual è il vero concetto di lusso che propone Villa Igea?
“Il vero concetto di lusso che cerco di diffondere tra il mio personale è il servizio. Non esiste camera più bella o oggetto più prezioso che possa superare l’attenzione che noi diamo alla persona: è questa la nostra mission. Un concetto, questo, che è stato interiorizzato molto bene anche dal nostro personale. La nostra è una clientela internazionale costituita soprattutto da turisti statunitensi o europei: tedeschi, spagnoli e inglesi in cima alla nostra lista, turisti che arrivano in Sicilia per il piacere di scoprire Palermo. Abbiamo invece perso, a causa della crisi, i clienti business. Molte aziende cittadine non hanno saputo reinventarsi e hanno dovuto chiudere i battenti con un riscontro molto pesante sull’economia di tutto il capoluogo siciliano”.
Palermo è una città con un turismo di passaggio: si parla di una permanenza in media di due o tre giorni. Cosa manca a questa città per diventare capitale del turismo?
“Credo che sia un problema legato alla mancanza di un brand vero e proprio. Oggi parliamo di capitali europee e pensiamo subito a Parigi, a Roma o a Londra. Il paradosso di Palermo è che c’è troppa storia, troppa arte, troppa cultura e ancora oggi non si è riusciti a comprendere quale sia realmente la vocazione di questa città. A ciò si aggiungono,ovviamente, delle carenze legate alla ricettività e ai servizi. Per non parlare poi dei collegamenti aerei: pochi voli internazionali e quasi nessuno che preveda un volo diretto. Tutti fanno scalo a Milano o a Roma. Il fattore tempo, oggi, è diventato importantissimo anche nel programmare una vacanza, un momento di relax”.
Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi, in questi giorni ha lanciato un grido di allarme sulla crisi del turismo italiano. Nel mese di giugno 2012 la clientela estera è diminuita dell’8,2% rispetto al giugno dell’anno scorso. Anche il settore del turismo siciliano è in crisi?
“Confermo che anche per noi il mese di giugno è stato un mese difficile e al di sotto delle aspettative. Abbiamo avvertito la mancanza dei gruppi, di alcune aziende importanti che evidentemente hanno deciso di tagliare i costi e alcuni incentivi. Ai politici siciliani chiederei di guardare meglio i numeri: ci sono delle cifre importanti che non sono lette con uno sguardo attento. Non si è ancora ben compreso quale sia l’identikit del turista che sceglie la Sicilia per le sue vacanze, sviluppando un programma ad hoc di servizi e infrastrutture all’altezza delle grandi potenzialità della costa occidentale e di Palermo in particolare”.
Che tipo di cucina offrite ai vostri ospiti?
“Abbiamo detto un grosso no alla cucina internazionale. Da circa otto mesi nel nostro ristorante Donna Franca Florio abbiamo sperimentato un progetto curato dal nostro chef Carmelo Trentacosti, che predilige la cucina mediterranea. Riteniamo che la cucina siciliana, che nasce come una cucina di corte – con diverse sfumature date dalle tante dominazioni che l’hanno arricchita – possa a pieno titolo presentarsi essa stessa come una cucina internazionale. La nostra carta dei vini ospita circa duecento etichette e novanta cantine. L’80% delle bottiglie sono rappresentate dalle cantine siciliane, ma abbiamo anche delle presenze importanti che non possono mancare in una carta dei vini come l’Amarone, il Brunello di Montalcino o i vini francesi. Noi però puntiamo sui nostri prodotti locali, sulle nostre cantine. Una scommessa tutta siciliana che siamo convinti di vincere”.
Rosa Russo
Grand Hotel Villa Igiea Palermo
Salita Belmonte 43
90142 Palermo
www.hotelvillaigiea.com