Case Alte rilancia. L’azienda della famiglia Vaccaro a Camporeale, in provincia di Palermo, ha portato a termine i lavori per la cantina. Finalmente c’è un sito produttivo di 300 metri quadri in contrada Macellarotto e qui si chiude la filiera di questa azienda nata appena otto anni fa e subito affermatasi nel mercato. Un investimento ormai necessario e per il quale sono stati spesi circa 300 mila euro. Chiave di volta per Giuseppe Vaccaro che col papà Calogero gestisce il tutto è stato il Catarratto, vitigno simbolo di questo territorio tra le alte colline a circa 30 chilometri da Palermo. Racconta Giuseppe Vaccaro: “Siamo partiti con 12 filari di Catarratto che è anche il nome del nostro primo vino e da lì siamo andati avanti. Per noi questo vitigno è la base di tutto, è l’uva – e quindi il vino – che più ci rappresenta. E che ha portato fortuna. Tanto che ci scommettiamo ancora. Il prossimo anno uscirà un nuovo Catarratto, ancora senza nome, che vuole essere una sorta di cru, con le uve di un singolo vigneto a circa 600 metri sul livello del mare nelle campagne di San Giuseppe Jato. Il vigneto ha circa 30 anni, la vendemmia è la 2022, il vino ha fatto un anno di tonneau e poi farà un anno di bottiglia. Per noi una nuova sfida e siamo molto fiduciosi”.
La soddisfazione di completare il ciclo produttivo nella nuova cantina per i Vaccaro è grande come altrettanto grande è la gratitudine per la famiglia Alessandro (produttrice di vino sempre a Camporeale) che ha incoraggiato la nascita di Case Alte, ha ospitato le fasi produttive nella propria cantina e ha fornito e fornisce il know how grazie al lavoro di un bravissimo enologo come Benedetto Alessandro. Oggi Case Alte produce 32 mila bottiglie, significativo, tra le etichette, anche il Syrah; gli ettari vitati sono undici; si esporta il 40 per cento, mentre in Italia la distribuzione commerciale è affidata a un nome molto solido come Pellegrini. Tra i progetti anche la nascita di uno spumante metodo classico. E poi magari ci sarà anche l’olio extravergine. Dice ancora Giuseppe Vaccaro: “Abbiamo un po’ di ulivi, cultivar Nebba o Nocellara del Belice, viene fuori un olio molto interessante, la Sicilia è una terra straordinaria, chissà…”.