di Christian Guzzardi
Dieci ettari a nord-est della costa agrigentina, lungo la cosiddetta via degli scrittori, nel territorio di Racalmuto, Terre di Zaccanello è una tenuta agricola che unisce la produzione olivicola a un’esperienza immersiva di ospitalità nella Sicilia rurale.
Anima di questa realtà imprenditoriale è la famiglia Milioto, legata da tre generazioni all’extravergine e oggi rappresentata da Federica che guida l’azienda al fianco della sorella Giulia, del fratello Alfonso e dei genitori Salvatore e Daniela. “Una storia antica ma anche recente – racconta Federica – nata per esaudire il desiderio di nonno Alfonso, commerciante d’olio, che da sempre aveva il sogno di espandere l’uliveto di famiglia”. Ecco così che, acquistate le terre confinanti alla propria dimora, qualche anno dopo al Duemila nasce Terre di Zaccanello; oltre 6 anni di lavori per mettere a punto l’uliveto, avviare la produzione e ristrutturare un antico casale del Settecento divenuto oggi un agrirelais. Una scommessa che ha portato Federica a lasciare uno studio legale a Roma per tornare ad occuparsi delle terre del nonno. Un progetto che riunisce oggi l’intera famiglia – al commerciale, al marketing, all’ospitalità – assecondando e mettendo a sistema un’antica vocazione.
(L’agrirelais)
Avviata nel 2014, la produzione di extravergine conta oggi 4 varietà: due monocultivar (Nocellara del Belice e Biancolilla), un blend classico (Nocellara, Biancolilla, Cerasuolo e Gioconda) e l’Igp Sicilia “Notte Tempo” ottenuto dalla raccolta notturna di Nocellara e Biancolilla. Raccolta rigorosamente manuale, estrazione a ciclo continuo presso il frantoio di fiducia, e circa novemila litri prodotti nel 2020. Nulla è lasciato al caso: dalla bottiglia – la cui forma ricorda una giara in omaggio alla novella di Pirandello – al packaging, senza dimenticare il nome dell’azienda: “Zaccanello è la contrada in cui sorge l’uliveto, mio nonno amava questa terra al pari di una persona e ad essa si rivolgeva con le stesse modalità. Non c’era domenica che non chiedeva a noi nipoti di andare a darle un saluto”. Recupero delle tradizioni ma anche una particolare cura nei confronti di tutto ciò che è innovazione. “Quello dell’olio – spiega Federica – è uno dei pochi settori in cui tradizione non è necessariamente sinonimo di qualità. Abbiamo lavorato tanto per far in modo che certi passaggi tecnici potessero essere recepiti dalle generazioni che hanno storicamente lavorato nell’uliveto”.
(La raccolta delle olive)
Innovazione figlia di studi ed esperienze vissute fuori dalla Sicilia e dall’Italia e rintracciabile non solo nella metodologia e nelle scelte produttive ma anche nelle strategie di commercializzazione. “Non abbiamo i numeri per la grande distribuzione. A livello nazionale lavoriamo con ristoranti di qualità, piccole botteghe, enoteche. Mentre in Europa e nel resto del mondo arriviamo attraverso dei distributori oppure grazie all’e-commerce. Sono tanti i privati che scoprono i nostri prodotti grazie alla comunicazione sul web o che acquistano dopo essere stati nostri ospiti”. Non si può raccontare Terre di Zaccanello e dei suoi oli, infatti, senza parlare dell’agrirelais Oikos. “Volevamo presentare i nostri prodotti attraverso un’esperienza a tutto tondo nel territorio siciliano. Oikos, dal greco, racchiude il concetto di casa, di residenza di campagna, di famiglia che gravita intorno a un terreno: è esattamente tutto ciò che volevamo realizzare con il nostro progetto”. Un’esperienza, quella dell’accoglienza, avviata nel 2019 e che ricrea un microcosmo rurale dove gli ospiti possono vivere un soggiorno in piena armonia con la natura. Chi arriva nella tenuta viene invitato a parcheggiare la propria auto e ad inforcare una bicicletta, accompagnato a fare una passeggiata nell’oliveto e a godere di una degustazione guidata delle varietà di olio prodotte. “I nostri ospiti – racconta Federica – hanno spesso la curiosità di saperne di più sul mondo dell’olio. Sebbene se ne parli ancora troppo poco è pur vero che oggigiorno c’è un grande fermento intorno a questo settore. Quello che proviamo a fare è spiegare che un olio buono è un condimento che dà ai piatti qualcosa in più. Per questo forniamo nozioni su come riconoscere i prodotti di qualità, confrontandoli nell’assaggio con quelli commerciali, e provando a far capire che l’olio deve essere filtrato per eliminare le impurità e che il colore non c’entra nulla con la bontà: ciò che bisogna giudicare è la purezza”.
(Federica Milioto)
Non solo olio, l’offerta di Oikos in Terre di Zaccanello può contare anche altri prodotti – agrumi, noci, mandorle, ecc. – quasi del tutto utilizzati per la preparazione di colazioni, aperitivi e pranzi dedicati agli ospiti del relais. “Organizziamo su richiesta le cene dell’agricoltore riprendendo un’antica usanza di questa contrada che vedeva riunirsi intorno a un tavolo gli abitanti della zona i quali, alla fine della giornata lavorativa, condividevano il pasto. I nostri ospiti, che spesso vengono in coppia, si ritrovano così immersi in un’esperienza di convivialità che non si aspettavano, circondati da altri commensali all’insegna del gusto, del racconto e della scoperta”. Il tutto nel rispetto della natura circostante e della sostenibilità: “Tante cose le facevamo già senza definirle sostenibili. Penso, per esempio, alla raccolta delle acque piovane. Quando è arrivato poi il momento di fare delle scelte è stato naturale optare per il fotovoltaico, per i pannelli solari, per il riuso delle bottiglie d’olio come oggetti di arredo, ecc. Abbiamo cercato di prestare attenzione a tutti i dettagli per lasciare un’impronta meno invadente possibile sulla nostra terra. L’abbiamo fatto certamente per motivazioni etiche, per costruire un’identità funzionale allo storytelling aziendale, ma anche perché ci siamo resi conto che scelte sostenibili comportano anche benefici economici”.
Un’offerta produttiva ed turistica che quest’anno ha vissuto non poche difficoltà: “Dal punto di vista della produzione è stata un’annata importante, abbiamo ottenuto ottimi risultati in termini qualitativi. Più complicato – racconta Federica – è stato il bilancio dell’ospitalità; dopo un anno di rodaggio attendevamo il 2020 con entusiasmo e tante idee nuove. A marzo eravamo già sold out, poi l’annullamento delle prenotazioni fino a giugno a causa della pandemia. Abbiamo lavorato tanto ad agosto, recuperando in parte a luglio e settembre. Confidiamo moltissimo nella prossima stagione anche se resta qualche incertezza”. Al di là delle vicissitudini del 2020, quella di Terre di Zaccanello rappresenta una realtà molto importante per il territorio di Racalmuto. “È stato piacevole vedere altre realtà locali iniziare a fare delle scelte imprenditoriali più ricercate. Eravamo in pochissimi a fare olio, dopo di noi in tanti hanno cominciato a lanciarsi nella produzione di qualità investendo anche nel marketing e nella comunicazione. Il nostro è un territorio che ha tante potenzialità alle quali purtroppo non credeva quasi nessuno. Serviva un piccolo input per mostrare che era possibile fare un passo avanti”.