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L'azienda

Tappa all’Antic Wine di Lione

10 Dicembre 2012
Antic_Wine_-_La_cantina Antic_Wine_-_La_cantina

Un racconto della Borgogna.

Ecco la visita ad una delle più prestigiose enotece di Lione pubblicata da Massimiliano Montes sul blog gustodivino.it.

Se vi capita di passare da Lione non perdetevi Antic Wine, l'enoteca di Georges Dos Santos. Al centro della città, in piena isola pedonale, è uno scrigno pieno di sorprese. Un piccolo paese dei balocchi per l'appassionato di vino.
 
Lione è alle porte della Borgogna, tappa quasi obbligata per chi la voglia raggiungere da sud. I migliori vigneti del mondo si estendono da Lione a Digione, sul lato sinistro del Saône, il fiume che unisce le due città e che costeggerete per attraversare le zone vinicole più prestigiose. 

Al centro di Lione Georges Dos Santos ha due locali, un “bar a vin” con piccola gastronomia di recente apertura, il Georges Five, e la storica enoteca che vi consiglio caldamente di visitare. Locale angusto, ricavato in un palazzo del XVI secolo, ha una incredibile cantina scavata nella roccia viva sotto il piano stradale. Per accedervi dovete “scivolare” lentamente su vecchi gradini in pietra lisciati dal tempo, tenendovi con entrambe le mani sui muri. E' questo lo scrigno di Georges. In uno spazio anche più ampio del sovrastante locale troverete di tutto: dal Romanée-Conti ai vini di madame Leroy a quelli di Liger Belair. Sono rappresentate praticamente tutte le denominazioni di Borgogna con i produttori più famosi.


Georges Dos Santos

Dopo una conversazione giocosa su vini e produttori, avendo intuito i miei gusti, Georges apre un cassettone in legno, rovista fra decine di bottiglie, e mi dice “prova questo”. Poggia sul bancone una bottiglia del 1988 in perfette condizioni di conservazione. Sull'etichetta si legge  Pommard Les Pezerolles 1er Cru, Hubert De Montille. La stappiamo, inutile dire che il tappo è perfetto. Il colore di questo vino è, a mio parere, meraviglioso. Ma la mia è un'opinione faziosa, visto che adoro il colore scarico tendente al granato. Il naso è quello del Pinot Noir vecchio stile, senza modernismi e fronzoli. Niente legno, eccetto una tenue speziatura di chiodi di garofano a cavallo con la varietalità, aromi varietali intensi ma levigati, una mineralità lievemente salmastra. Il palato stupisce: questo vino di ventidue anni ha un nerbo acido  che vini molto più giovani si sognano. Tannini levigati e consistenza lieve, viaggia in bocca sostenendo una retrolfazione austera e conforme agli aromi di apertura. Il finale è lungo, lunghissimo, e si stempera in un persistente ricordo aromatico.


Pommard Les Pezerolles 1er Cru, Hubert De Montille 

E la classica bottiglia che finisce senza che tu ne abbia piena cognizione, e infatti un assaggio dopo l'altro viene rapidamente vuotata. E' un vino che fa pensare. Una fotografia di quello che era la produzione enoica, venti o trenta anni addietro, che inevitabilmente richiama alla mente quello che invece è diventato il vino oggi.
Elegante, affascinante, coinvolgente, ma contemporaneamente bevibile e non semplicemente degustabile, il vino come era ieri. La produzione attuale, quella che viene premiata dalle guide per intenderci, ha invece mutato aspetto: concentrata, legnosa, vanigliosa, spesso caramellosa, con improbabili aromi di fragola artificiale (stile Big Babol) e frutta candita, o intensi sentori di incenso per sembrare “seri”. Vini di cui puoi bere un bicchiere e basta.

Certo con le dovute eccezioni, che però non sono sufficienti, perché questa maggioranza silente di vini superconcentrati e superaromatizzati tradisce una moda enologica manipolatoria che stenta a tramontare. Nel frattempo consoliamoci con la macchina del tempo, divertendoci a bere il vino di una volta, anche grazie a persone come Georges Dos Santos.

Antic Wine
18 Rue du Bœuf, 69005 Lyon, Francia
Tel. 04 7837089
http://www.anticwine.com