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L'azienda

“Eliminare i pesticidi per un vino puro”: la mission della cantina Crealto in Piemonte

15 Novembre 2015
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di Ilaria de Lillo

Dalla passione per la terra nasce il vino nella terra. Luigi Armanino e sua moglie Eleonora raccontano la mission della Cantina Crealto: “Eliminare i pesticidi per ottenere un prodotto puro”.

Cosa si può trovare in un calice di Barbera d’Asti o di Nebbiolo? Non solo il calore della tradizione del Monferrato, non solo il ricordo del terroir calcareo-gessoso di questi suoi nobili vitigni. Ma anche tanta sperimentazione spinta dalla passione per il vino nella sua purezza e integrità. Ne è testimonianza la Cantina Crealto di Luigi Armanino e sua moglie Eleonora, al Alfiano Natta in provincia di Alessandria.
“Eliminando i pesticidi e i diserbanti in vigna – spiega Eleonora -, facendo un uso moderato di rame e zolfo, utilizzando le migliori pratiche agronomiche per rinvigorire il terreno (sovesci, uso di oli essenziali). In cantina non utilizziamo alcun prodotto offerto dall'industria enologica e facciamo un uso assai misurato di solfiti”.

Contro gli scettici e i convinti oppositori del vino biologico, Luigi ed Eleonora ogni giorno lavorano sodo per curare che i propri vitigni di Barbera, Nebbiolo e Gricciolino maturino nella totale purezza, così da ottenere nel 2013 la certificazione Bio Imc. I best wine della Cantina sono la Barbera in anfora “Vis” e il Grignolino “Marcaleone”. Il Grignolino è frutto di un esperimento iniziato 50 anni fa e, a mezzo secolo di distanza, riuscito, fatto dell'ex vigneron Carlo Quarello che investì in questo vigneto tanto screditato in una terra apparentemente ostile come quella del Monferrato. Il secondo nasce da una passione per la naturalità e la sperimentazione di Luigi ed Eleonora che hanno investito anni di studi per ottenere il vino nelle anfore.
“È un vino molto diverso da quello in barrique – spiega Luigi – dai sentori molto minerali, spesso un po' eterei e comunque complessi, uniti ad una spiccata sapidità in bocca e una vellutata morbidezza, dovuta, probabilmente, all'ossigenazione e, forse, ad una lieve cessione di potassio della terracotta, che ha abbassato l'acidità naturale della Barbera”.

Il rifiuto di pratiche di cantina invasive e della strumentalizzazione del vino come oggetto di mercato, la produzione di vino in anfora, invertono il così detto “trend” e diventano sinonimo di evoluzione, sperimentazione e passione. “Non si può negare che, soprattutto nella nicchia dei vini naturali, ci sia un aumento di utilizzo di questo vaso vinario, ma di certo non si può ridurre la scelta di usarlo alla sola moda: la terracotta è un valido strumento di vinificazione o affinamento alternativo al legno”.
Per il futuro l’obiettivo della Cantina Crealto sarà “migliorare la conoscenza del nostro lavoro a tuttotondo e continuare a sperimentare”, per fare del core business dell’azienda un tratto sempre più distintivo e non tradire i propri clienti, la terra d’origine e il vino stesso.