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L'azienda

Presentato il Valténesi Chiaretto, il vino dell’amore: “Raddoppieremo la produzione”

17 Febbraio 2017
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(Mattia Vezzola, Alessandro Luzzago, Riccardo Camanini e Carlo Alberto Panot)

di Michele Pizzillo

Nei primi decenni del ‘900 nei salotti e nei locali milanesi l’aperitivo di tendenza era rappresentato dal cosiddetto “chiaretto di riviera”. 

Cioè, il vino rosato prodotto dalle uve raccolte nelle vigne che si affacciano sulla riviera bresciana del lago di Garda e che il senatore veneziano Pompeo Molmenti, trasferitosi a Moniga del Garda dopo avere sposato una possidente del posto, nel 1896 ne aveva codificato il procedimento produttivo. Incaricandosi anche di farlo conoscere un po’ dappertutto, tanto da diventare anche il vino di riferimento durante gli anni ruggenti della Belle Epoque. 

Un successo che continua ancora oggi per il Chiaretto gardesano, grazie all’impegno del Consorzio Valtènesi (dal nome dell’area dove sono presenti le vigne) Doc a cui sono associati i 96 produttori che coltivano i circa 1.000 ettari di vigneti presenti nella fascia di terra che costeggia il Lago di Garda e destinato prevalentemente alla coltura del vitigno Groppello, quella più adatta (spesso accompagnata da Marzemino, Barbera, Sangiovese) per la produzione di un eccellente rosato di colore che ricorda il petalo di rosa ma anche la rosa tenue e caratterizzato da freschezza, fragranza, sapidità ed equilibrio tra le note floreali e il fondo salino che ne fanno un ottimo compagno di piatti a base di pesce e sformati di verdure nonché risotti e antipasti freschi.


(La nuova annata del Valténesi Chiaretto)

Il Valtènesi Chiaretto, inoltre, ha una data precisa di quando presentarsi al consumatore. Cioè, il 14 febbraio e qualcuno ha pensato bene di definirlo anche il vino dell’amore. Le sue caratteristiche organolettiche lo vedrebbero bene in questo ruolo. Ma, forse, ne resterebbe imprigionato perché il Chiaretto della Valtènesi è un vino che si consuma praticamente nel periodo estivo (conferma della presenza di un giovane ristoratore stellato, Riccardo Camanini del ristorante Lido 84, di Gardone, come testimonial del Valtènesi) e, prevalentemente, nella ristorazione di qualità perché è un prodotto senz’altro pregiato, visto che la sua quotazione è un po’ più alta degli altri rosati. Una differenza di quotazione veramente meritata, dato che al 13% di Chiaretto di Valtènesi, corrisponde il 23% in valore. Quindi, un vino che genera ricchezza al punto che vogliamo “puntare al raddoppio della produzione, dopo aver ampliato la superficie vitata – dice il direttore del Consorzio Valtènesi, Carlo Alberto Panot -. 2,3 milioni di bottiglie ormai non bastano per soddisfare le richieste del mercato. Facciamo attenzione, anche, a non snaturare il prodotto, da sempre collocato sulla fascia alta di mercato”.

Non c’è che dire, è un vino di successo il Valtènesi Chiaretto. E, per una sorta di riconoscenza alla città di Milano che già lo apprezzava un secolo fa, quando si decide di organizzare l’anteprima di questo elegante e raffinato rosato, nella sede del Consorzio, a Puegnago del Garda, si pensa subito al capoluogo lombardo, o meglio, ad un locale in Galleria, come l’icona della tradizione gastronomica meneghina, il ristorante Savini, scelto per il Déblocage Chiaretto della vendemmia 2016. Ma la campagna di comunicazione del rosato bresciano continua nello Spazio Cobianchi di piazza Duomo, dove il Valtènesi Chiaretto sarà protagonista di eventi e degustazioni (anteprime letterarie, spettacoli teatrali, momenti enogastronomici) programmati per la tre giorni dedicata alla figura di  Eleonora Duse, in programma dal 23 al 25 febbraio – rammenta il presidente del Consorzio, Alessandro Luzzago -. Mentre mercoledì 1 e 8 marzo, sono in programma aperitivi con il Valtènesi Chiaretto in abbinamento a prodotti tipici lombardi”. La stagione degli eventi in rosa proseguirà con la presenza al Prowein di Dusseldorf 19-21 marzo), al Vinitaly (9-12 aprile) e la decima edizione di “Italia in Rosa”, la più importante vetrina nazionale dedicata ai rosé e in programma nel castello di Moniga del Garda dal 2 al 4 giugno.


(Alessandro Luzzago)

Un impegno non indifferente quello che ha deciso il Consorzio per assicurare al Chiaretto il posto che merita fra i grandi vini italiani. Anche perchè il Valtènise Chiaretto rappresenta la tipologia di riferimento di un territorio di lunghe tradizioni enologiche e di grande pregio ambientale, per il suo microclima di carattere mediterraneo. Ed è, anche, un rosé diciamo personale, visto l’impegno dei 96 produttori associati al Consorzio nel produrre un vino di grande qualità, suffragati dal valore che acquisisce la bottiglia. Che oggi trova il suo mercato di riferimento nella ristorazione di fascia medio alta oltre che nelle migliori enoteche italiane. All’anteprima milanese ci ha pensato Mattia Vezzola, vice presidente del Consorzio, a portare indietro nel tempo il Valtènesi Chiaretto, con un intervento che è un vero e proprio atto d’amore per questo vino che si può produrre bene solo quando il viticoltore segue i dettami della vocazionalità, della selezione delle uve e l’identità del Groppello, che rende unico questo splendido rosato.