di Marco Sciarrini
Quando si cerca di raccontare storie legate al settore vitivinicolo si cerca sempre, oltre alla descrizione dei prodotti che si degustano, di narrare la storia dell’Azienda e delle persone che ci sono dietro.
L’occasione è stata quella della degustazione di alcuni prodotti di una Azienda che vanta secoli di storia: l’Azienda Vitivinicola e Distilleria Pisoni. Infatti, sembra che già ai tempi del Concilio di Trento nella metà del 500, la famiglia Pisoni fornisse vini ed acquaviti al Principe Arcivescovo Cardinale Cristoforo Madruzzo, l’Azienda vera e propria fu fondata nel 1852 e di padre in figlio, oggi l’azienda agricola Pisoni F.lli è gestita dal signor Arrigo, ancora presente in Azienda, con i figli Elio e Giuliano, insieme ai cugini Andrea e Francesco, figli di Vittorio, fratello di Arrigo. Nasce come azienda di distillazione e vino, ma è la distillazione ad essere prioritaria subendo in particolare a cavallo delle due grandi guerre, numerose trasformazioni, che li porta negli anni Settanta, ad affiancare alle grappe anche la produzione di vini spumanti ora del TrentoDoc, di cui sono tra i fondatori. Situata nella Valle dei Laghi, subito a nord del Lago di Garda e ai piedi delle Dolomiti di Brenta, particolarmente vocata alla coltivazione delle uve Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero e Meunier con le quali Pisoni produce i suoi spumanti metodo classico e con il remuage, movimento eseguito completamente a mano, diventando uno tra i principali produttori vitivinicoli del Trentino. Per la famiglia Pisoni la distillazione della grappa è un’arte. “Le nostre grappe si ispirano alle maestose Dolomiti, al lento scorrere del tempo, all’armonia della natura che ci circonda: distillati importanti, eleganti e di grande equilibrio”.
La moderna distilleria, ristrutturata nel 2003 e progettata direttamente dai Pisoni, è frutto di una evoluzione tecnologica degli impianti di distillazione, dai primi piccoli alambicchi in rame del fine Ottocento, che venivano alimentati con il fuoco a legna, si è arrivati all’attuale impianto alimentato a vapore, del quale si possono ammirare le caldaie a bagnomaria sovrastate dalle splendide colonne, anch’esse rigorosamente di rame. Un importante contributo a questa evoluzione è stato dato da Tullio Zadra mastro ramaio trentino, nonché suocero di Arrigo Pisoni, noto per aver introdotto in Trentino il metodo di distillazione a bagnomaria con colonne di rettifica a piatti. Alcune parti dell’impianto portano ancora la targhetta della sua rinomata officina. Una importante procedimento è quello di invecchiare la grappa in botti di rovere, non solo di primo passaggio, ma anche quelle provenienti dall’affinamento dei vini. La barrique restituisce alla grappa i composti aromatici lasciati dal vino aumentandone la struttura.
La cantina è scavata interamente nella roccia, un tunnel ricavato da un vecchio rifugio antiaereo della Seconda guerra mondiale. La produzione di Pisoni Trentodoc è curata come prezioso tesoro di famiglia, come il remuage dove le bottiglie vengono ruotate e scosse con molta cura per 22-24 giorni: “Ci piace pensare che il remuage fatto a mano sia un ponte diretto con il passato, quasi un modo per non dimenticarci da dove veniamo e ridefinire così, ogni volta che scuotiamo le bottiglie, la nostra identità per affrontare con più serenità il futuro”. Con le uve Chardonnay e Pinot Nero, coltivate in parte in fondovalle e in parte su terrazzamenti in collina nella Valle dei Laghi, si ottiene il vino base. Il periodo di maturazione varia da un minimo di 24 mesi, mediamente 3 anni, a 80-90 mesi per la Riserva, fondamentali per il raggiungimento di una complessità sensoriale importante. Ora oltre ai distillati classici l’Azienda ha creato uno dei prodotti che “tirano” più di tutti al momento ed in particolare nelle nuove generazioni, sia liscio che su base cocktail, ed è il Gin che descriveremo nelle note di degustazione. Lamar, Santo, Terlago, Santa Massenza, Toblino, Lagolo, Cavedine, i nomi dei 7 laghi dell’omonima e splendida Valle da cui prende il nome del Gin prodotto. Ma il numero sette ritorna anche con il numero dei fratelli Pisoni che tornarono vivi dalla Prima guerra mondiale ed anche il numero civico della sede di Madruzzo che, è formata da 7 frazioni.
Pisoni Brut Nature Trentodoc 2018 sboccatura agosto 2021
Chardonnay 100%. Ogni bottiglia è millesimata, contrassegnata dall’annata di vendemmia e sboccatura. Vinificazione in vasche acciaio, rimane a contatto con i lieviti per almeno 28 mesi. Colore giallo paglierino chiaro e luminoso, con riflessi verdolini, con un perlage fine e numeroso, al naso è fine, con note fruttate che si mescolano a quelle floreali, al palato bella freschezza per un sorso pieno ed avvolgente con una lunga persistenza sulla scia delle note olfattive.
Spumante Pisoni Brut Rosè Trentodoc 2018 sboccatura giugno 2021
Pinot Nero in purezza. Spumante Metodo Classico. Ogni bottiglia è contrassegnata dalla data di sboccatura Vinificazione in vasche acciaio, rimane a contatto con i lieviti per almeno 24 mesi. Colore rosato buccia di cipolla abbastanza chiaro e con perlage molto fine, continuo e persistente, al naso è di media intensità con sensazioni floreali, vegetali e fruttate. Al palato è fresco e sapido dotato di un grande equilibrio con un finale che richiama le note fruttate, e di lunga persistenza.
Gin 7 Laghi London Dry Gin
Il microclima che si crea nella valle dei laghi con le influenze del lago di Garda e delle fresche cime Dolomitiche e dai venti a sud del mediterraneo favoriscono una vegetazione che sul piano botanico sono uniche. Il Gin nasce in alambicchi di rame “Tullio Zadra”, costruito in casa, una macchina in grado di rompere la bacca di ginepro, senza riscaldarla ed evitare così di perdere la fragranza del prezioso olio essenziale che questa contiene. Il metodo è il London Dry, con un’unica distillazione in alambicco di tutte le botaniche in soluzione idroalcolica. Le botaniche utilizzate sono, Ginepro, Asperula, Menta, Rabarbaro, Genziana, Centaurea, Liquirizia, Calamo, China. In fase degustativa quello che impressione è la freschezza seguita dalla sua balsamicità che ricorda i profumi che la flora delle montagne del Trentino.