di Michele Pizzillo
E’ come se l’ingegner Romagnoli, appassionato di Champagne – che ad inizio Novecento voleva produrre nella sua tenuta di Villò di Vigolzone, nel Piacentino, tanto da impiantare Pinot nero e Chardonnay –, con il giovane enologo Alessandro Perini ha coronato il suo sogno.
E, sì, perché con il passaggio di Cantine Romagnoli alla famiglia Perini, la tradizione enologica piacentina fatta quasi prevalentemente di vini frizzanti, ha potuto avere le sue prime bollicine ottenute con il metodo classico. A questi vini, Perini ha dato il nome “pigro” per una sorta di benevola diatriba avuta con il cantiniere abituato a vini prodotti e venduti subito, mentre per lo spumante di qualità sono richiesti anni di affinamento – senza trascurare gli investimenti – e, quindi, è un vino pigro. Ma non per il giovane Perini, che insiste nella sua decisione di produrre spumanti di qualità e metterli in commercio dopo anni di affinamento e per una sorta di rispetto per colui che era abituato a vendere tutto subito, sceglie la denominazione “Il Pigro”.
Una volta in cantina Perini ha rinnovato tutto, ha fatto investimenti importanti essendo convinto che fare vino “è il mestiere più bello del mondo perché è una passione, una filosofia di vita, un continuo sognare ed immaginare. I vini migliori nascono da “scommesse” con le uve, che ogni annata raccontano di sapori e aromi differenti”. Forte di queste convinzioni, comincia ad immaginare un grande metodo classico ma prima adeguando la vigna – 59 ettari –, coinvolgendo l’agronomo Pier Luigi Donna che analizza i terreni e propone gli impianti giusti per avere delle uve fantastiche che, oltretutto, in cantina non richiedono nessun intervento. Anche la cantina viene adeguatamente preparata per essere la “casa” giusta per il primo metodo classico piacentino. Con ottimi risultati, visto gli apprezzamenti che arrivano dai consumatori. Una conferma, insomma, che i vini migliori nascono nel vigneto e poi valorizzati in cantina, per rispondere alle aspettative di un mercato che va oltre i confini nazionali. E, aggiunge Perini, “qui non ci fermiamo mai, ospitiamo operatori del settore e consumatori anche per capire i gusti, le richieste e stupire i visitatori”. D’altronde le Cantine Romagnoli sono uno spazio aperto con una bella corte agricola risalente a metà Ottocento, che merita una visita e sicuri di essere accolti bene perché “accogliamo chi desidera conoscere da vicino la storia dei nostri vini o anche semplicemente per passare qualche momento di piacevole svago”, dice il vignaiolo piacentino.
Adesso è impegnato a cercare il vitigno autoctono più versatile per le bollicine di qualità. Sotto tiro è il vitigno classico della zona, Ortrugo, già ampiamente utilizzato per i vini frizzanti. Senza trascurare sostenibilità e biodiversità, che sono pilastri fondamentali del nuovo corso della Cantina Romagnoli. Sono stati installati pannelli solari, è in corso uno studio, in collaborazione con l’Università di Piacenza, sui vitigni tradizionali non più iscritti nel Registro Nazionale. I vigneti sono alternati a siepi, boschetti e alberi per favorire la biodiversità della flora e della fauna. Mentre in cantina si sta lavorando per portare la capacità di stoccaggio delle bottiglie di spumante in riposo sui lieviti dalle attuali 100.000 a 250.000. Oltre alle bollicine, di questa cantina va segnalato anche un ottimo Gutturnio, il Caravaggio rosso, il Colto vitato della Filanda ottenuto da uve Ortrugo e il Passito duemiladiciassette fatto con uve Malvasia di Candia aromatica. Queste le tre bollicine metodo classico delle Cantine Romagnoli, con Perini che si aspetta grandi cose dalle annate 2018 e 2019.
Il Pigro metodo classico brut cuvée 2017
60% Pinot Nero e 40% Chardonnay, 30 mesi di permanenza sui lieviti. Di colore giallo paglierino tenue e perlage fine di grande charme, è un vino già elegante all’olfatto con belle note agrumate, che poi in bocca diventa accattivante tra sapidità e freschezza che assicurano un sosrso pieno e appagando tra sentori di nocciola tostata e un finale lievemente amaricante. Il dosaggio è effettuato con l’utilizzo di vino Ortrugo fermo che conferisce verticalità e vivacità. Produzione di 20.000 bottiglie
Il Pigro Metodo Classico Dosaggio Zero 2016
65% Pinot Nero e 35% Chardonnay e affinamento che quasi sempre va oltre i 36 mesi. Di colore giallo paglierino scarico ma con un perlage persistente a grana fine. Al naso emerge la struttura del Pinot Nero nonché i sentori dei leviti e di erbe officinali. In bocca è un vino pulito, di grande freschezza, un’ottima acidità e buona freschezza che ne assicurano una lunghezza gustativa davvero accattivante su toni agrumati. Insomma, grande qualità, eleganza e una bella corposità. La produzione è mediamente sulle 10.000 bottiglie.
Il Pigro metodo classico rosé 2016
E’ la novità di Cantina Romagnoli, questo rosé ottenuto da Pinot Nero e Chardonnay rispettivamente con percentuali del 60 e del 40%. Resta 30 mesi sui lieviti. Il colore è rosa pallido con delicate note di rosa, con perlage fine e di grande persistenza. Il profumo è elegante e intenso tra fiori e piccoli frutti rossi. Al palato la maturità delle uve dona pienezza ma anche sapidità e freschezza a cui si associano note di piccoli frutti rossi e un retrogusto intenso e persistente. Un vino di grande eleganza e sicuramente le 5.000 bottiglie dell’esordio si raddoppieranno subito.
Cantine Romagnoli
Via Genova 20, località Villò – Vigolzone (Piacenza)
T. 0523 870904
www.cantineromagnoli.it
info@cantineromagnoli.it