(Mariangela Susigan e Primo Franco)
di Michele Pizzillo, Torino
Il Prosecco, ormai, si consuma a fiumi. Qualcuno ha calcolato che ogni giorno si stappano più di 1,5 milioni di bottiglie, in tutto il mondo.
Come si fa a non cavalcare questo successo? A piantare vigne per produrre sempre più Prosecco? Dice chi sfrutta questo successo e, per ottenere il massimo rendimento, pianta vigne anche in pianura. Per fortuna c’è chi resta ancorato alla poesia delle colline, quelle attorno a Valdobbiadene, oltretutto candidate ad essere tutelate dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità, per restare fedele al grande Prosecco, a quel vino che chi lo scopre, non l’abbandona più. Questo produttore, Primo Franco, che possiamo senz’altro definire “anomalo”, è talmente innamorato delle colline che circondano la sua azienda, che ha addirittura acquistato una vigna proprio nel centro abitato. “Una sorta di piccolo clos – ha scritto l’anonimo compilatore della scheda dell’azienda Nino Franco sui Vini di Gambero Rosso – che rende inconfondibile la produzione di via Garibaldi”, dove ha sede l’azienda. Si tratta di 9.000 metri quadrati di vigna dove Primo Franco raccoglie le uve per produrre il Prosecco che ha chiamato “Nodi”: 5.400 bottiglie nel 2015, 8.000 bottiglie l’anno scorso.
(Uva Glera)
Da questa scelta è facile capire l’anomalia Franco nel mondo del Prosecco. Un’anomalia che tiene questa storica azienda – è nata nel 1919 – lontana dall’idea di standardizzare i propri vini per rincorrere solo i successi commerciali. “Anche noi cerchiamo il successo, ma assicurando la qualità che è sempre stata la prerogativa di mio nonno Nino”, rammenta Primo nel corso di una degustazione organizzata in un luogo insolito, a Torino, ad Artissima, la grande rassegna dell’arte moderna, all’interno del ristorante Gardenia di Caluso, che Mariangela Susigan ha allestito in fiera. Con i piatti della stellata Susigan, Primo Franco ha fatto degustare quattro vini di sua produzione.
Nodi, Valdobbiadene Prosecco superiore Doc
Le uve Glera arrivano dal vigneto Cole del Vent, ubicate nel centro di Valdobbiadene, che permettono di avere un vino dal bouquet floreale, con i profumi di glicine e rosa in evidenza, senza trascurare note fruttate di pera e lime. Al palato è un Prosecco intenso e vellutato grazie anche alle note di frutta a pasta bianca matura. Insomma, un vino complesso ma sostenuto da una buona acidità con una piacevole nota sapida nel finale.
Vigneto della Riva di San Floriano, Valdobbiadene Prosecco superiore Docg
Questo vigneto, ubicato sulla colline di Valdobbiadene, è grande 1,7 ettari e, da sempre, produce l’uva giusta per produrre i migliori Prosecco. Franco lo produce dal 1999 e sempre di ottima qualità con il complesso bouquet di macedonia, pesca, mela e lime con inebrianti profumi di glicine e fiori d’arancio. Tutto sostenuto da una buona acidità che conferisce grande eleganza ad un vino da consumare a tutto pasto ma, anche, con i piatti a base di pesce e carni bianche.
(Vendemmia della Glera)
Primo Franco, Valdobbiadene Prosecco superiore dry Docg
I sentori sono prevalentemente di frutta esotica e mela matura con note di mandorla; al palato è un vino tendenzialmente amabile e fruttato, bilanciato da una gradevole acidità che assicura una chiusura piacevolmente fresca. E’ un Prosecco facile da abbinare perché non si nega a nessuna varietà di cibo anche perché crostate di frutta e semifreddi vanno a nozze con questo Aglianico.
Brut, Valdobbiadene Prosecco superiore Docg
Anche per questo Prosecco le uve sono quelle coltivate sulle colline dove ha trovato il giusto habitat l’uva Glera utilizzata per la produzione di questi vini. I sentori sono quelli di fiori, mela, per e agrumi che, poi, si ritrovano in bocca con sensazioni di sapidità e freschezza. Dove il vino offre sensazioni di sapidità e di freschezza oltre alla profonda cremosità che vi ha riconosciuto qualche esperto.
Vini che confermano l’amore per la terra dei viticoltori che trasformano l’uva in un’esperienza sensoriale che evoca immagini e suscita emozioni, come solo un capolavoro sa fare. È da questa consapevolezza che quest’anno la cantina Nino Franco ha voluto sostenere Artissima, la principale fiera d'arte contemporanea in Italia. Nel corso di questo appuntamento, unico nel panorama culturale europeo, capace di attrarre gallerie, artisti, collezionisti e professionisti del settore da tutto il mondo, il Prosecco Superiore Docg Nino Franco è stato protagonista di una serie di occasioni di degustazione che hanno regalato ai visitatori un’evasione multisensoriale, grazie alla ricercata raffinatezza che unisce l’eleganza delle bollicine Nino Franco alla sperimentazione estetica dell’artista. La “buvette-bicicletta”, ricavata dal classico carretto dei gelati, ha deliziato i palati di chi ha voluto concedersi la visione di un’opera sorseggiando un’eccellenza tipicamente italiana. In più, Franco ha fatto della ricerca e dell’espressione della qualità un impegno con se stessa e con i consumatori di tutto il mondo. E, poi, l’amore per l’arte si traduce in un’azienda tutta da scoprire – tra opere e fotografie uniche – che ha affiancato alla produzione di vino il relais Villa Barberina, nato dal restauro di una settecentesca villa veneta in cui si è mantenuto intatto lo stile originale degli arredi e si sono conservate le testimonianze di un patrimonio culturale di dimensioni inestimabili. A conferma di come l’arte – anche quella di fare il vino, o meglio, il grande Prosecco – per Primo Franco e la figlia Silvia, che conducono l’azienda di famiglia, non è solo una filosofia, ma uno stile di vita da condividere con chi ha fatto dell’arte la sua ragione d’essere, la sua professione o semplicemente la sua passione. Quando due espressioni d’arta s’incontrano, sono faville.