di Michele Pizzillo
Umberto Pasqua è immediato: “Il 2021 è stato un anno importante perché abbiamo incrementato le vendite, ampliato i mercati, consolidato l’immagine della marca, contribuito a valorizzare il terroir, essere sempre ottimisti perché non ho mai visto un pessimista avere successo, continuare a divertirci”.
Ecco la sintesi fatta dal presidente di Pasqua Vigneti e Cantine – nell’ovattato teatro Agorà della Triennale di Milano – che ha chiuso il 2021 con un giro d’affari consolidato di 63 milioni di euro, in crescita del 14% rispetto all’anno precedente e del 4% in confronto al 2019, con un margine reddituale (ebitda) che si attesta al 13,9% sui ricavi (8,6 milioni di euro contro i 7,3 del 2019) e un utile di esercizio che cresce del 54% rispetto al 2019. A dare ulteriore fiato alle trombe è Riccardo, il figlio primogenito di Umberto nel ruolo di amministratore delegato dell’azienda, quando evidenzia che l’anno scorso la vendita dei vini di fascia più alta ha rappresentato il 53% del fatturato complessivo di Pasqua. E, quindi “gli investimenti in ricerca e sviluppo che hanno caratterizzato i progetti degli ultimi 7 anni, hanno portato da una parte alla creazione della linea Icons, ovvero la collezione di etichette più rappresentative dell’innovativo stile di vinificazione della cantina, dall’altra il rilancio della linea Cecilia Beretta. Oggi sono le Icons (tra gli altri, PassioneSentimento Romeo&Juliet, Famiglia Pasqua, 11 Minutes, Hey French, Mai Dire Mai) a guidare il comparto premium, passato dai 25 milioni di euro del 2019 ai 32 milioni nel 2021. E la linea Cecilia Beretta raddoppia le vendite, passando dai 4,4 milioni del 2014 ai 9,6 milioni di euro del 2020”, ha sottolineato Umberto Pasqua.
Insomma, da Umberto ai figli Riccardo e Alessandro, i Pasqua hanno buoni motivi per evidenziare la loro capacità di interpretare i trend con progetti ad alto tasso di innovazione e qualità che confermano la solidità di un’azienda fondata quasi un secolo fa da una famiglia di viticoltori arrivati a Verona dalla Puglia ed oggi baluardo dell’enologia veneta di qualità. Tant’è vero che nel corso dell’incontro milanese è sempre rimbalzata la scelta della famiglia Pasqua di investire in etichette di fascia alta. E, aggiunge Umberto: “Nel 2022 vogliamo proseguire lungo questo solco, valorizzando l’eccezionalità del terroir della Valpolicella attraverso i nostri vini, con codici stilistici sempre nuovi e mai banali”. Con la puntualizzazione di Riccardo: “Il vigneto sempre al centro dei nostri obiettivi. Investimenti e progetti di premiumizzazione visibili in tutti i mercati a partire dall’Italia (dove la vendita degli Icons è cresciuta di 4 volte rispetto al 2014 e del 30% comparata al 2019), ma anche in tutti i mercati strategici in cui l’azienda è presente: in Europa i prodotti premium rappresentano il 59% del totale, con margini quadruplicati rispetto a 7 anni fa e crescita del 13% sul 2020; in Asia, nonostante un’incidenza più contenuta (43%) si registra la crescita maggiore (7 volte rispetto al 2014); i ricavi totali dall’America del 2021 (con vini posizionati a scaffale oltre i 15.99 $) sono raddoppiati se confrontati a 7 anni fa, in crescita del 9% rispetto al 2020”.
A conferma delle performance ottenute Oltreoceano da Pasqua, arrivano i dati sull’evoluzione del mercato wine negli Stati Uniti, elaborata da Winemonitor di Nomisma: gli Stati Uniti si confermano il primo mercato d’importazione vino al mondo, con circa 30 milioni di ettolitri consumati lo scorso anno (dato in linea con quanto registrato nel 2020) e poco meno di 6 miliardi di euro spesi per acquistarlo da altre nazioni (+21,5% rispetto all’anno precedente e +8,1% rispetto al 2019), con l’Italia che si conferma principale player nel segmento dei vini fermi e frizzanti imbottigliati (1,4 miliardi di euro di vino esportato, 34% di quota di mercato). Nel 2021 i consumatori statunitensi, sia attraverso il retail che l’e-commerce, confermano le loro scelte di acquistare etichette di fascia alta, un trend che è decollato nel 2020 con il cambio di wine habits dovuto al maggiore consumo in house. Il valore delle vendite nel canale off-premise di bottiglie da 750 millilitri e con prezzo superiore ai 15 dollari sono aumentate del 46% rispetto al 2019; con quelle dei vini super luxury (oltre i 25 dollari) che sono cresciute addirittura del 77,3%, a fronte di una media delle vendite totali di vini fermi pari al +12,5%.
Premessa, questa, necessaria perché “quello americano è un mercato fondamentale per la nostra azienda, che oggi rappresenta il 33% del totale export – spiega Alessandro Pasqua, Presidente Pasqua Usa – I risultati che presentiamo ci dimostrano che chi nel corso del 2020 ha dovuto modificare le proprie abitudini di consumo e acquisto, oggi è molto sensibile e ricettivo nei confronti dei prodotti di alta qualità”. Nonché ad evidenziare che la cantina veronese guarda alle sfide che l’attendono anche attraverso un nuovo posizionamento strategico a livello di brand, che ha il compito di rappresentare e esprimere, su tutti i mercati in cui opera. E, a questo punto, emerge la volontà del team di Pasqua di voler essere un laboratorio di ricerca, uno spazio di confronto e dialogo, una casa aperta a tutti, dove la qualità e la creatività sono protagoniste. Tant’è vero che è già pronto un piano aggressivo (così lo ha definito l’amministratore delegato) di investimento per inserire nell’azienda Pasqua nuovi talenti per sostenere i valori che ispirano la visione e l’agire quotidiano di una cantina dove tradizione, ricerca, passione sono valori che spingono a cercare sempre oltre, per distribuire in tutti i continenti i grandi vini autoctoni del territorio veneto.
Poi c’è il Manifesto Pasqua House of the Unconventional, frutto della maestria creativa dell’artista Giuseppe Ragazzini che da qualche settimana si può ammirare in piazza delle Erbe a Verona. Il volto femminile è la poetessa Arch Hades, con la citazione “Hai ancora tempo per creare il te che vuoi essere” per ricordare che si può sempre cambiare strada e creare qualcosa di nuovo, diverso e non convenzionale. Gli scatti sono di un’altra celebrità, il fotografo Ale Burset, vincitore di diversi riconoscimenti internazionali.