Dall’esigenza di creare un protocollo, sviluppare delle linee guida circa la coltivazione e la produzione della canapa industriale, dal seme alla tavola, nasce nel 2020 il progetto di filiera “Semincanta”. Oggi in fase di conclusione il progetto finanziato dal Gal Kalat all’interno del piano di azione locale del Psr Sicilia 2014-2020 vede come capofila Molino Crisafulli, storica attività di Caltagirone, l’azienda agricola Sammartino, la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia; il progetto si avvale inoltre del supporto del dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano e il Crea di Acireale.
Dopo due anni dall’avvio dell’innovativo progetto di sviluppo e ricerca abbiamo incontrato i fratelli Francesco e Giuseppe Sammartino, proprietari dell’omonima azienda per fare il punto della situazione e capirne di più: “Ci siamo resi conto che è fondamentale e necessario che la canapa per essere interessante da un punto di vista agronomico deve essere studiata dagli istituti di ricerca, i quali devono impegnarsi sul miglioramento genetico al fine di creare una varietà adatta al microclima siciliano tramite incroci. Questo è un lavoro ampio e dispendioso. A oggi la varietà Futura 75, di origine francese, appare la migliore coltura, anche se abbiamo sperimentato in pieno campo su altre varietà come la Monoica, Fedora, Felina e altre. Noi ci siamo concentrati sui semi, le farine, e soprattutto sull’olio, ma ci stiamo rendendo conto che il limite è la coltivazione, in termini di qualità e, di conseguenza non ci sono impianti di trasformazione. A oggi quella che è la biomassa non viene valorizzata, il nostro progetto è invece volto a coinvolgere altro tipo di filiere oltre a quello alimentare”.
Semincanta è il risultato, in realtà, di dieci anni di attenzione verso la canapa da parte della famiglia Sammartino, oggi leader siciliani di produzione di canapa industriale. La scintilla si accende nel 2014 quando Francesco osservando per caso i fiori di luppolo a una fiera a Milano ha notato come fossero simili a quelli della canapa. La famiglia, infatti, è la stessa ed è quella delle Cannabaceae: “Ho iniziato a fare ricerche, a capire che Canapa non fa rima con sostanze stupefacenti come erroneamente ancora si pensa, e che il seme poteva essere sperimentato anche da noi che abbiamo esperienza con i grani antichi siciliani, riprendendo così una tradizione di coltivazione che in Sicilia si è persa a partire dagli anni ’60″. In Italia la legislazione in materia di canapa industriale è regolata dalla legge numero 242 del 2016 che si applica non a tutte le varietà di canapa, ma solo a quelle indicate da un catalogo comune, con una serie di varietà ammesse. I semi dunque devono essere certificati. Per tale ragione grazie all’aiuto di Assocanapa l’azienda Sammartino riesce a comprare i primi 100 chili di semi di canapa della varietà Futura75 e nella primavera del 2016 inizia la semina nel primo ettaro in contrada Tempio a Caltagirone, in un terreno, a dire dei due fratelli, perfetto per gli esperimenti grazie al medio impasto argilloso.
Poco dopo il risultato, anche in termini mediatici, è stato straordinario, raccontano: “Tramite social e associazioni, visto che comunque abbiamo coinvolto anche le istituzioni del territorio, questo ettaro inizia a diventare famoso perché in quel periodo stava aumentando l’interesse da parte dell’opinione pubblica verso la canapa, intesa come pianta risorsa per gli agricoltori e non solo. Diventò una notizia il fatto che anche in Sicilia avremmo potuto coltivare questa pianta in aridocoltura, si iniziò a comprendere che potevano aprirsi nuovi mercati, fare ogni tipo di business. A seguire abbiamo fatto una giornata informativa in campo, sono venute circa cento persone da tutta la Sicilia. Anche l’Università di Catania era presente con i docenti Cosentino e Guarnaccia del dipartimento di Agraria. Si sono aperte le porte accademiche. Siamo stati “starter” di questa sorta di movimento, così che con gli anni abbiamo poi deciso di proporre questo progetto, per studiare, per fare qualcosa di più analitico”.
Il Molino Crisafulli è stato dunque il primo a rilanciare questa coltura che comunque in Sicilia esisteva già, seppur funzionale alla produzione di materiali quali paglia, corde e tessuti. Un’attività agroalimentare che grazie anche ai risultati del progetto Semincanta, che saranno rilasciati in dettaglio entro l’anno, vuole essere da input per la diversificazione colturale e incoraggiare nuove aziende. “Noi abbiamo puntato sull’alimentare. Già dalla produzione 2016, avevamo raccolto e trasformato i semi in olio, farina e quindi pasta. Tutto parte da qui, dalla spremitura a freddo del seme di canapa, ricavando olio e farina ricca di proteine. L’olio è ricco invece di Vitamina E, amminoacidi essenziali, Omega 3 e Omega 6, ed è stato per diversi anni premiato. È il prodotto più richiesto e in parte lo vendiamo anche per uso cosmetico. Apprezzata anche la birra e la pasta. Riguardo i semi impiegati nel comparto della ristorazione qualcuno li sta già provando qui in Sicilia, e altre richieste ci arrivano dal Nord Italia”, concludono i due fratelli.
www.semincanta.it
www.molinocrisafulli.com