(Massimiliano Marchesi, Andrea Berton e Costantino della Gherardesca)
Sono alcuni dei caffè più straordinari quelli che si possono scoprire nella “master origin”.
Nespresso li ha presentati in anteprima a Milano, con due co-protagonisti d’eccezione, lo chef stellato Andrea Berton e un monumento di grande fascino come uno dei due caselli daziari che completano l’austero e imponente Arco della Pace con alle spalle uno grande parco urbano, quello del Sempione chiuso ai lati dal Castello Sforzesco, dall’Arena Civica e dalla Triennale affiancata dalla Torre Branca. Qui, per permettere di scoprire alcuni dei caffè più straordinari “scovati” in quattro angoli del pianeta dagli esperti di Nespresso – come i grandi nasi, raffinati palati e chi sa lavorare bene la terra -, ci sono voluti molti anni prima che a Losanna, sede della multinazionale svizzera, decidessero l’ok per i “master origin” che, ovviamente, andavano anticipati al Paese, l’Italia appunto, che vanta una indiscutibile cultura in materia di caffè, prima che iniziassero le consegne nelle boutique Nespresso sparse per il mondo. E, la presentazione è stata molto avvolgente. Intanto con la creazione, dentro il casello daziario, delle cinque isole riservate ai cinque Paesi dove gli esperti di Nespresso hanno trovato il miglior caffè verde: Colombia, Nicaragua, Etiopia, India e Indonesia. Qui, chi ha frequentato l’evento organizzato nel casello daziario adiacente l’Arco della Pace, ha avuto la possibilità di poter apprezzare la diversità che offre il caffè, quello ottenuto da una sola varietà, la Robusta. Diversità, come ha spiegato il coffee ambassador di Nespresso, Massimiliano Marchesi, ottenute dalle influenze climatiche delle aree di produzione, dall’abilità degli esperti locali della coltivazione del caffè, ancora capaci di custodire tecniche di lavorazione uniche.
(L'Arco della Pace e il casello daziario)
E, così, a Milano, con “master origin” è stato creato un viaggio esclusivo all’insegna della scoperta e dell’esperienza di degustazione veramente ispirata alla terra dalle cinque miscele pregiate. Perché in Etiopia i chicchi di caffè vengono rastrellati a mano meticolosamente ogni ora, per garantire un’asciugatura naturale ed omogenea. In Colombia viene praticata la raccolta tardiva: le ciliegie di caffè restano sulla pianta molto tempo, fino a raggiungere una sfumatura di colore porpora intenso. A Sumatra, in Indonesia, i coltivatori utilizzano un metodo tradizionale, detto “wet hulling”, mentre in Nicaragua viene adottato un approccio più delicato, detto “black honey”, che prevede di lasciare lo strato di mucillagine sul chicco di caffè durante l’asciugatura, cosicché il chicco assorba gli zuccheri naturalmente contenuti al suo interno. Il caffè proveniente dall’India viene sottoposto alla cosiddetta “monsonizzazione”, un’antica tecnica che risale all’epoca in cui il caffè trasportato via mare assorbiva naturalmente l’umidità dell’Oceano, che faceva cambiare il colore e gonfiare i chicchi conferendo loro un nuovo gusto molto particolare.
(Il metodo indiano)
Così Marchesi, in questo viaggio stuzzicato dall’attore-scrittore Costantino della Gherardesca, ha detto che “i complessi metodi di lavorazione locali, così diversi e specifici per ogni Paese, insieme al territorio d’origine, fanno di ogni Nespresso Master Origin un caffè veramente unico e originale. Un risultato che è frutto della fiducia e del rapporto che Nespresso ha instaurato negli anni con i coltivatori locali nei diversi Paesi in cui il caffè viene coltivato, grazie al Nespresso Sustainable Quality Program. Nespresso pone infatti da sempre grandissima attenzione alle origini e alla cura dei propri caffè: un percorso che ci ha portato oggi a presentare la nuova gamma Nespresso Master Origin, che intende proprio valorizzare e celebrare la maestria di chi, ogni giorno, è dedito alla cura dei nostri straordinari caffè”.
(Coltivazione di caffé in Indonesia)
Questa dotta “spiegazione”, è stata intervallata da una pratica esperienza di come il caffè è anche ingrediente importante in cucina. In questa occasione dell’alta cucina, visto che i piatti abbinati ai cinque nuovi caffè di Nespresso sono stati preparati da Andrea Berton, uno chef che fa molta ricerca prima di proporre un piatto.
Tant’è vero che ha cominciato con un meraviglioso piatto – capesante con crema di Nespresso India, liquirizia e patate soffiate – che rasenta la perfezione per la meravigliosa composizione prima, poi per i profumi e per il gusto e, ovviamente, per le note di liquirizia che lo chef ha percepito nel caffè India permettendogli di esaltare la dolcezza della capesante.
Il lunch di Berton è stato una sorta di “andante rossiniano” perché è stato un susseguirsi di meraviglie con gli “gnocchi croccanti, crema di broccoli, polvere di pane gratinato e crema di Nespresso Nicaragua” ingredienti legati da due elementi in comune, il pane gratinato e le note di grano bruciato che si percepiscono nel caffè-bevanda.
Il “merluzzo con purea di patate all’olio extra vergine d’oliva e sugo con Nespresso Columbia” è un abbinamento indimenticabile perché il caffè coltivato sulle montagne colombiane è uno dei più raffinati che si possa bere e Berton lo ha servito in abbinamento al piatto.
Con “guancia di vitello, carota, frutto della passione abbinato a Nespresso Ethiopia” c’è la conferma che, come dice Berton, il caffè non è solo bevanda ma, anche, un raffinato ingrediente della cucina per chi vuole creare nuovi piatti e, magari, accompagnandoli con il caffè invece che del vino.
I cinque nuovi caffè della gamma “Master origin” degustati.
Colombia
Caffè sorprendente, per le sue note zuccherine di frutti rossi, freschi ed essiccati, di biscotti e di uva passa rossa. Caffè che si ottiene con un procedimento molto lungo che gli conferisce un profilo aromatico fruttato e vibrante. La tecnica della raccolta tardiva prevede infatti che il caffè venga lasciato maturare sulla pianta per molto tempo; all’alba di ogni nuovo giorno si procede a valutare ogni singola ciliegia, raccogliendo soltanto quelle perfettamente pronte.
Ethiopia
E' un caffè dolce e molto aromatico, che richiama il tè al bergamotto, l’albicocca essiccata, la marmellata di agrumi e mandarini. E’ una miscela dal profilo aromatico floreale e vivace, il cui segreto è l’asciugatura naturale: un metodo perfezionato nel corso di diversi anni e che prevede che le ciliegie di caffè intere vengano lasciate ad asciugare sotto il sole cocente degli altipiani.
India
Caffè inconsueto e complesso, molto corposo e dal carattere potente con note che ricordano il pepe nero, il cacao, la cannella e la liquirizia. L’aroma è straordinariamente intenso e speziato, risultato della potenza e dell’umidità dei monsoni che si abbattono sulle coste indiane per diversi mesi e che vengono sfruttati dai coltivatori mediante l’antica tecnica della monsonizzazione.
Indonesia
Caffè inconfondibile per corposità e per gli aromi che ricordano il pane tostato, il tabacco, il cioccolato fondente e il miele di castagno. Il profilo aromatico ricco e legnoso è ottenuto con la tecnica “wet hulled”: i maestri Indonesiani privano i chicchi del pergamino quando sono ancora umidi, per lasciarli asciugare a contatto diretto con i raggi del sole.
Nicaragua
Caffè dolce, armonioso, vellutato e dagli aromi che ricordano il caramello, il cioccolato gianduia e il miele di tiglio. E’ un caffè ottenuto con un complesso metodo di lavorazione noto come “black honey”, che consiste nel lasciare essiccare al sole il chicco con residui di polpa del frutto che rende il caffè straordinariamente dolce come il miele.
Michele Pizzillo