“Il nostro territorio è storicamente vocato alla canapa e al tabacco, le stesse coltivazioni sono presenti anche ai Caraibi insieme alla canna da zucchero; una similitudine che abbiamo interpretato come affinità di condizioni per replicare la coltivazione della canna da zucchero dei Caraibi a Portico di Caserta e che abbiamo iniziato nel 2016. Il maestro Vittorio Capovilla, con l’esperienza maturata in Guadalupe, è stato un riferimento essenziale per la realizzazione del nostro progetto”. Con queste parole Antonio Di Mattia, titolare della Azienda Agricola Berolà, introduce il progetto di Bottarum, il primo rum 100% italiano, affinato in legno, che nasce dalla volontà di valorizzare la coltivazione della canna da zucchero in Italia, puntando sull’uso del puro succo, anziché della melassa, come nei migliori rum agricoli.
L’Azienda Agricola Berolà è una piccola realtà del Casertano, da sempre attenta al territorio e orientata a produrre prodotti di qualità e finezza. Il nome stesso prende ispirazione dalla natura, infatti Berolà è l’anagramma di albero; come l’albero concentra gli aromi e gli zuccheri nel frutto così l’alambicco concentra quegli stessi aromi e l’alcol nel distillato. Antonio Di Mattia, laureato in chimica e formatosi con il maestro Capovilla, ha trasformato la sua passione per la distillazione in lavoro, che con dedizione porta avanti insieme a sua moglie Sarah, a Portico di Caserta, nella proprietà di famiglia poco distante dalla Reggia di Caserta.
Dopo aver realizzato distillati di frutta e grappe, utilizzando vinacce di varietà locali, Antonio ha avuto l’intuizione di piantare la canna da zucchero, inizialmente, quasi per gioco. Oggi, una superficie agricola di 4000 metri quadri (su un totale di 2,5 ettari) è dedicata al canneto, per la produzione di rum. Dopo il debutto con B-Rum, un rum bianco non invecchiato, la distilleria presenta ora Bottarum. Il processo di distillazione, eseguito con alambicco a bagnomaria, permette di ottenere un rum da puro succo di canna da zucchero, che conserva tutte le aromaticità della materia prima per poi elevarsi in botti di rovere usate, precedentemente impiegate per contenere vino e, successivamente, grappa di Pallagrello Nero, un vitigno proprio di questo territorio.
Un nome che non è casuale, ma che anche stavolta vuole riportare in luce il territorio attraverso l’antica e tradizionale festa dei bottari di Sant’Antuono, una celebrazione tipica di questa zona, dove i carri dei bottari, simili a vascelli, percorrono le strade al ritmo di tamburi e canti. Come racconta Antonio: “I carri dei Bottari presentano avanti e dietro dei mascheroni e l’etichetta con la maschera li rievoca”. Appena 500 le bottiglie da 0,50 litri ciascuna prodotte, che sicuramente prevederanno un leggero aumento, sempre garantendo un prodotto unico, che si distingue anche nel suo essere il primo rum invecchiato prodotto interamente in Italia, dalla coltivazione della canna fino all’imbottigliamento.
Cifra stilistica di Antonio è l’eleganza e la delicatezza dei suoi prodotti, dove il bilanciamento alcolico si rivela sempre perfettamente equilibrato. Anche nel Bottarum ritroviamo questa precisione e un perfetto equilibrio, con un colore ambrato luminoso e con note olfattive che richiamano la frutta esotica a cui si unisce il richiamo erbaceo del rum bianco di partenza e quelle officinali e speziate dell’elevazione in legno. Un sorso garbato, di grande piacevolezza e armonia, Con questa nuova creazione, la distilleria Berolà conferma la sua passione non solo per l’arte della distillazione, ma anche per la valorizzazione della ricchezza nascosta di un territorio piccolo ma straordinario.