Come ogni anno la cantina altoatesina Nals Margreid apre le sue porte ai giornalisti per celebrare la nuova annata della sua etichetta più prestigiosa, Nama, facendo una verticale all’indietro, per esaltare la longevità di questo vino. La cantina fondata nel 1932 ha oggi 160 ettari di superficie di coltivazione, (70% uve bianche e 30% uve rosse). 14 vigneti, tra Nalles e Magrè, con 138 viticoltori soci, ed una produzione di 1.100.000 bottiglie all’anno. Il progetto ha visto la sua luce nel 2016 e nasce come Cuvée, diventando 100% Chardonnay a partire dal 2019. I terreni esposti sud/sud-est, a Magrè nella Bassa Atesina, hanno suoli di ghiaia calcarea bianca, profonda e con un alto contenuto di humus, e sono situati tra i 300 e i 400 metri sul livello del mare. Le uve vengono raccolte e selezionate a mano, coerentemente con la filosofia perseguita dalla cantina, per poi fermentare e invecchiare in piccole botti di rovere per 15 mesi. Dopo l’assemblaggio, il vino invecchia 12 mesi in serbatoi d’acciaio e, infine, resta ad affinare 1 anno in bottiglia.
Nama è frutto di una attenta ricerca sul territorio delle microzone più vocate, un prodotto che ben rispecchia il carattere del territorio e va a collocarsi all’apice delle preferenze del contesto internazionale. È ormai acclarato, visto che molte altre aziende hanno scommesso sullo Chardonnay, come vitigno “autoctonizzato” per le loro etichette più rappresentative che ci troviamo di fronte alla nascita di un super Alto Adige.
Alla verticale, condotta da Paolo Porfidio, ha anche partecipato Gottfried Pollinger, Direttore Commerciale Nals Margreid dal 199, e Harald Schraffl, Kellermeister di Nals Margreid dal 2005