Caffè Moak vola in Grecia o almeno, parte dalla Grecia per la realizzazione di nuove e innovative macchine da caffè da destinare ai bar e al settore Horeca. Ce lo racconta Alessandro Spadola, Ceo di Caffè Moak, la realtà modicana presente oggi in 50 Paesi con sedi distributive a New York, Francoforte, Dubai, Atene, Salonicco e Malta.
Un viaggio di piacere con la famiglia nell’isola di Salamina trasformato in quella che diventerà la Trireme SRL. “Avevamo l’esigenza di creare una nuova macchina, negli ultimi dieci anni il mercato si è trasformato. Oggi la macchina da caffè è un oggetto di design con un’elettronica spinta, uno strumento che dà molte informazioni durante e dopo l’estrazione. Noi di Caffè Moak, servendo tantissimi bar in Italia, cerchiamo di seguire questo trend, vogliamo innovarci e offrire al cliente uno strumento sempre più funzionale”.
Così, durante il viaggio in Grecia, Alessandro Spadola è rimasto affascinato da una macchina vista in un bar e realizzata da un artigiano locale, Joannis Vrentzos. “La nostra necessità era quella di creare un nostro prodotto che esaltasse la qualità del caffè che produciamo. La ricerca di unicità l’ho trovata nella macchina greca, un oggetto di vero design. Joannis produceva venti macchine l’anno ma insieme abbiamo trasformato questo lavoro e creato una piccola azienda, una startup”. Da strumento artigianale si passa così a uno replicabile con maggiore velocità.
La sede della società è in Italia così come la parte di produzione, a Modica, che sarà attiva a partire dall’estate 2024 con nuovo personale assunto. La parte di sviluppo e ricerca rimane invece in Grecia. “Abbiamo già testato il prodotto su più clienti e sta andando bene oltre ad aver provato la macchina con risultati eccellenti in due grosse fiere. All’estero contiamo già i primi esemplari venduti, in Grecia, Bulgaria, Stati Uniti, Australia”.
L’obiettivo della nuova società è quello di riuscire ad arrivare a realizzare 100 pezzi al mese. Nella prima fase si parte con un solo modello, il top di gamma con una linea di assemblaggio che arriverà fino a 3mila pezzi l’anno. Si sta già però pensando e lavorando su modello intermedio a un costo più contenuto.