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L'azienda

Il pilota di aerei che diventa vignaiolo. Sull’Etna accade anche questo

16 Febbraio 2015
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(Cesare Fulvio e Federica Turillo)

Ha mollato la cloche per fare un salto sull'Etna. Ma si è fermato a quota 800 metri sul livello del mare, sul versante nord dell’Etna, in contrada Pino, nelle campagne di Randazzo. 

Parliamo di Cesare Fulvio che sul vulcano ha deciso di puntare i piedi. Stanco di volare, innamorato della sua terra, sceglie nel 2005 di comprare un vecchio vigneto: sette ettari in totale (2 di vigneti, 2 di ulivi, il resto destinato al bosco). A seguirlo, nella sua impresa, la compagna, Federica Turillo, ex insegnante di tiro con l’arco. 
Entrambi decidono di lasciare tutto e ricominciano da lì. “Non ci manca affatto la vita cittadina – dice Cesare – qui, nelle campagne che conoscevo da bambino, abbiamo realizzato il nostro sogno ed oggi abbiamo il nostro vino, I nove fratelli. Si chiama così perché è dedicato a mio nonno e ai suoi fratelli”.


(La Masseria del Pino)

Oggi i due vivono in una casa di campagna, circondata da una vigna con alcuni tralci che raggiungono anche i 120 anni d'età dove è coltivato soprattutto il vitigno autoctono dell’Etna, il Nerello Mascalese, con metodo biologico, in quel terreno lavico dove il clima fresco con le forti escursioni termiche contribuisce a dare al vino il tipico carattere etneo.
“Quando abbiamo comprato il vigneto – continua Cesare – ci siamo affidati ad un vecchio massaro che ci ha trasmesso la sua conoscenza su ogni aspetto. Per molto tempo ha vissuto con noi. Adesso proseguiamo il nostro lavoro.  Abbiamo vendemmiato per la prima volta nel 2005, ma ci siamo trasferiti qui definitivamente nel 2007.  Fino ad oggi per vinificare ci siamo rivolti a terzi, ma pensiamo di ristrutturare il vecchio palmento per poter fare tutto da soli”.
I Nove Fratelli, unica etichetta, è rosso e c’è anche qualche annata di bianco. “Non abbiamo ancora pensato ad una diffusa attività commerciale. Produciamo solo 3.000 bottiglie, al momento, che vendiamo con il passaparola. In molti casi I nove Fratelli finisce nelle tavole delle trattorie e dei ristoranti dell’Etna, in quelle di chi sa di noi e viene qui a trovarci per prendere il vino, e una parte ava anche all’estero. Ce lo hanno richiesto dalla Francia. Ci piacerebbe far crescere il numero delle bottiglie prodotte, ma pian piano. Non c’è fretta. Qui il tempo scorre lento e siamo felici di questo. Non ci manca poi la compagnia, soprattutto quando, nei due nostri rifugi in mezzo al bosco, vengono a trovarci le comunità di scout”.


(I vigneti de La Masseria del Pino)

Ci guardiamo intorno. A quell’altezza, il panorama circostante è incantevole. Cesare e Federica stanno potando. Intorno alla casa, si distendono i tralci di vite su pali di castagno. Scorgiamo alberi di olivo delle varietà Nocellara dell’Etna, San Benedetto e Coratina. Ce ne sono circa 400. E da questi, la coppia tira fuori anche un olio. In prossimità dei vigneti, spunta anche l’aglio selvatico dell’Etna. A ben guardarlo, tanto è piccolo, sempre uno scalogno. Cesare e Federica, lo raccolgono a mano e lo confezionano. “Bisogna provarlo, nella nostra insalata di olive cunzate per coglierne la differenza da un comune aglio comprato al supermercato”. 
Assaggiamo in anteprima I Nove Fratelli annata 2014: ancora è nelle botti e vi resterà fino a settembre per poi affinare in bottiglia per qualche mese. “Il 2014 potrebbe rivelarsi una grande annata. Abbiamo raccolto bella uva. Ci aspettiamo un buon vino”. 

Francesca Landolina